Ferdinando Marchioro – In onore dei 150 anni dell - CNA Pensionati

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In onore dei150 anni dell’Unità d’ Italia” Ferdinando Marchioro, Presidente Regionale CNA Pensionati Veneto Care Colleghe, cari colleghi, la CNA e CNA Pensionati non poteva non cogliere questa occasione per ricordare le gesta patriottiche dei nostri Padri e dei nostri Nonni protagonisti nel Primo e del Secondo Risorgimento che ci portò all’Unità d’Italia. La nostra Assemblea sarà dunque arricchita dai seguenti nobili ricordi: Il 17 Marzo del 1861, con la proclamazione di Vittorio Emanuele II° “Re d’Italia”, la nostra Patria prendeva forma entro confini non più frammentati, bensì ben delineati. Si arrivava finalmente all’Unità formale dell’Italia benché mancasse ancora il mio Veneto che fu aggiunto nel 1866 dopo la III° guerra d’Indipendenza -, che fu il prodotto di un lungo periodo di rivolgimenti ideologici e culturali, di lotte e di guerre, denominato appunto Risorgimento, iniziato nel 1821 e finito nel 1918 con la Prima Guerra Mondiale: il Primo Risorgimento perché ci fu un Secondo Risorgimento che terminò nel 1945. Quel Primo periodo, pur con grandi contraddizioni e difficoltà, si distinse per la costruzione delle basi dell’identità nazionale che si sarebbe sviluppata nei decenni successivi; si consolidò con la Bandiera Madre dai tre colori della vita: il Rosso del sangue versato, il Verde della speranza e della terra, il Bianco dell’Onestà delle Idee e degli Uomini; si sviluppò con la lingua ufficiale: l’Italiano appunto - basato sul fiorentino letterario del 1300, quello della Divina Commedia di Dante per intenderci da insegnare su tutto il territorio nazionale. Vi ricordo che all’epoca parlava bene l’ italiano appena il 3% della popolazione. Vi ricordo anche, a proposito della Bandiera, che sin dai Moti del 1848 anche la Guardia Veneta ne aveva una Tricolore, attualmente conservata presso l’Armeria Reale qui a Torino. Ed è a seguito di quei moti che la mia città, Vicenza, fu insignita di Medaglia d’Oro al Valor Militare. Inoltre vanno ricordati e mai dimenticati i principali protagonisti, molto spesso sostenuti dalle loro Donne fin da allora presenti nei Movimenti Carbonari, che combatterono quelle nobili battaglie per l’Unità della Nazione Italiana, tra cui: Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Camillo Benso Conte di Cavour, Alessandro Manzoni e molti altri. Essi uscirono dalla politica in condizioni di semi povertà avendo sacrificato la loro esistenza ed i loro atti all’Unità d’Italia. Ottantaquattro anni dopo - il 25 Aprile 1945 l’Italia riconquistò l’Unità persa dopo l’immane tragedia a cui l’aveva condotta il fascismo. Infatti dopo l’8 Settembre del 1943 la nostra Nazione era spaccata in tre parti: il Regno del Sud conquistato dagli Alleati anglo - americani e retto da Vittorio Emanuele III° e dal Maresciallo Badoglio rifugiati a Brindisi; il Centro Nord occupato dai Tedeschi e sottoposto al Governo fantoccio della Repubblica Sociale Italiana; infine il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia annessi direttamente alla Germania del III° Reich con il nome di “Alpenvorland” il primo e “Adriatisches Kusterland” la seconda. Con il 25 Aprile 1945 l’Italia divisa si riunificò in un unico Stato, anche se non completamente perché al confine orientale si dovettero pagare le conseguenze della tracotanza fascista cedendo parte del territorio alla Yugoslavia, che provocherà l’esodo di

<strong>In</strong> <strong>onore</strong> <strong>dei</strong> “<strong>150</strong> <strong>anni</strong> <strong>dell</strong>’Unità d’ Italia”<br />

<strong>Ferdinando</strong> <strong>Marchioro</strong>, Presidente Regionale <strong>CNA</strong> <strong>Pensionati</strong> Veneto<br />

Care Colleghe, cari colleghi,<br />

la <strong>CNA</strong> e <strong>CNA</strong> <strong>Pensionati</strong> non poteva non cogliere questa occasione per ricordare le gesta<br />

patriottiche <strong>dei</strong> nostri Padri e <strong>dei</strong> nostri Nonni protagonisti nel Primo e del Secondo<br />

Risorgimento che ci portò all’Unità d’Italia. La nostra Assemblea sarà dunque arricchita dai<br />

seguenti nobili ricordi:<br />

Il 17 Marzo del 1861, con la proclamazione di Vittorio Emanuele II° “Re d’Italia”, la nostra<br />

Patria prendeva forma entro confini non più frammentati, bensì ben delineati. Si arrivava<br />

finalmente all’Unità formale <strong>dell</strong>’Italia <strong>–</strong> benché mancasse ancora il mio Veneto che fu<br />

aggiunto nel 1866 dopo la III° guerra d’<strong>In</strong>dipendenza -, che fu il prodotto di un lungo<br />

periodo di rivolgimenti ideologici e culturali, di lotte e di guerre, denominato appunto<br />

Risorgimento, iniziato nel 1821 e finito nel 1918 con la Prima Guerra Mondiale: il Primo<br />

Risorgimento perché ci fu un Secondo Risorgimento che terminò nel 1945.<br />

Quel Primo periodo, pur con grandi contraddizioni e difficoltà, si distinse per la costruzione<br />

<strong>dell</strong>e basi <strong>dell</strong>’identità nazionale che si sarebbe sviluppata nei decenni successivi; si<br />

consolidò con la Bandiera Madre dai tre colori <strong>dell</strong>a vita: il Rosso del sangue versato, il Verde<br />

<strong>dell</strong>a speranza e <strong>dell</strong>a terra, il Bianco <strong>dell</strong>’Onestà <strong>dell</strong>e Idee e degli Uomini; si sviluppò con la<br />

lingua ufficiale: l’Italiano appunto - basato sul fiorentino letterario del 1300, quello <strong>dell</strong>a<br />

Divina Commedia di Dante per intenderci <strong>–</strong> da insegnare su tutto il territorio nazionale. Vi<br />

ricordo che all’epoca parlava bene l’ italiano appena il 3% <strong>dell</strong>a popolazione. Vi ricordo<br />

anche, a proposito <strong>dell</strong>a Bandiera, che sin dai Moti del 1848 anche la Guardia Veneta ne<br />

aveva una Tricolore, attualmente conservata presso l’Armeria Reale qui a Torino. Ed è a<br />

seguito di quei moti che la mia città, Vicenza, fu insignita di Medaglia d’Oro al Valor Militare.<br />

<strong>In</strong>oltre vanno ricordati e mai dimenticati i principali protagonisti, molto spesso sostenuti<br />

dalle loro Donne fin da allora presenti nei Movimenti Carbonari, che combatterono quelle<br />

nobili battaglie per l’Unità <strong>dell</strong>a Nazione Italiana, tra cui: Giuseppe Mazzini, Giuseppe<br />

Garibaldi, Camillo Benso Conte di Cavour, Alessandro Manzoni e molti altri. Essi uscirono<br />

dalla politica in condizioni di semi <strong>–</strong> povertà avendo sacrificato la loro esistenza ed i loro atti<br />

all’Unità d’Italia.<br />

Ottantaquattro <strong>anni</strong> dopo - il 25 Aprile 1945 <strong>–</strong> l’Italia riconquistò l’Unità persa dopo l’immane<br />

tragedia a cui l’aveva condotta il fascismo. <strong>In</strong>fatti dopo l’8 Settembre del 1943 la nostra<br />

Nazione era spaccata in tre parti: il Regno del Sud conquistato dagli Alleati anglo -<br />

americani e retto da Vittorio Emanuele III° e dal Maresciallo Badoglio rifugiati a Brindisi; il<br />

Centro <strong>–</strong> Nord occupato dai Tedeschi e sottoposto al Governo fantoccio <strong>dell</strong>a Repubblica<br />

Sociale Italiana; infine il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia annessi direttamente<br />

alla Germania del III° Reich con il nome di “Alpenvorland” il primo e “Adriatisches<br />

Kusterland” la seconda.<br />

Con il 25 Aprile 1945 l’Italia divisa si riunificò in un unico Stato, anche se non<br />

completamente perché al confine orientale si dovettero pagare le conseguenze <strong>dell</strong>a<br />

tracotanza fascista cedendo parte del territorio alla Yugoslavia, che provocherà l’esodo di


centinaia di migliaia di italiani e molte sofferenze, per di più aprendo una controversia per<br />

Trieste e l’Istria che durò fatica ricomporre.<br />

L’Italia quindi 66 <strong>anni</strong> fa, con il 25 Aprile, ritorna ad essere un’unica Nazione dalle Alpi alle<br />

Isole. Ritorna ad essere <strong>In</strong>dipendente e scopre la motivazione per la Ricostruzione <strong>dell</strong>o<br />

Stato, questa volta Repubblicano e Democratico. E fu il Secondo Risorgimento perché come<br />

il Primo fu frutto di elaborazioni ideologiche e culturali e costò sanguinose lotte ed immani<br />

sacrifici di Uomini e di Donne.<br />

La Resistenza riprendeva i buoni valori del Risorgimento, li integrava e li amalgamava con<br />

quelli nuovi <strong>dell</strong>’antifascismo militante. Questo il motivo per cui le Formazioni Partigiane<br />

furono dedicate ai Padri <strong>dell</strong>a Patria: Garibaldi, Mazzini, Mameli; agli Eroi e luoghi <strong>dell</strong>a<br />

Grande Guerra: Cesare Battisti, Damiano Chiesa, Monte Pasubio, Monte Ortigara; ma anche<br />

ai martiri del fascismo; Rosselli, Matteotti, Gramsci. Come vedete la Resistenza ha legato<br />

con un filo di continuità il Risorgimento all’antifascismo stendendolo fino alla Liberazione,<br />

alla scelta Repubblicana del Referendum del 2 Giugno 1946 <strong>–</strong> referendum per il quale per la<br />

prima volta in Italia ebbero il diritto di voto le donne - ed infine alla Costituzione <strong>dell</strong>a<br />

Repubblica Italiana.<br />

E’ la Costituzione <strong>dell</strong>’Italia “una ed indivisibile”! E’ la Costituzione, per dirla con Piero<br />

Calamandrei, ove “ c’è dentro tutta la nostra Storia, tutto il nostro Passato, tutti i nostri<br />

Colori, le nostre Sciagure le nostre Glorie. Tutto è sfociato qui in questi Articoli ed a saper<br />

intendere, dietro questi Articoli, si sentono <strong>dell</strong>e voci lontane: si sente la voce di Mazzini<br />

quando si legge che l’Italia è una Patria tra le Patrie; si sente Cavour quando si legge che lo<br />

Stato e la Chiesa sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani; si sente Cattaneo<br />

quando si parla di Unità e di Autonomie Locali; si sente Garibaldi quando si parla di Esercito<br />

di Popolo; si sente Beccaria quando si legge “non è ammessa la pena di morte”.<br />

Il Risorgimento fu animato da un’elite minoritaria di “illuminati e illuminate” che coltivavano<br />

l’Idea di unificare in un unico Stato un insieme di piccoli Stati in lotta tra loro ma alleati a<br />

Grandi Potenze. Vi furono uomini e, seppure dietro le quinte, donne, che nobilitarono l’Idea<br />

con ideali e con azioni che portarono riforme e miglioramenti per l’Organizzazione <strong>dell</strong>a Stato<br />

Unitario, poiché il popolo, la gente, per l’ 80% analfabeta, non era interpellata e non era<br />

coinvolta se non per fare le guerre e per pagare le tasse che queste comportavano.<br />

La Resistenza fu invece coinvolgimento democratico di popolo. Uomini e donne, mossi come<br />

allora da ideali e valori nobilissimi <strong>–</strong> ma anche per evitare i Bandi <strong>dell</strong>a Repubblica Sociale<br />

fascista <strong>–</strong> si posero al servizio <strong>dell</strong>a causa, come allora si batterono, come allora morirono<br />

per liberare l’Italia dalla dittatura nazi <strong>–</strong> fascista. La Resistenza fu dunque lotta armata, ma<br />

fu anche lotta politica con la creazione <strong>dei</strong> Comitati di Liberazione Nazionale che diedero<br />

indirizzo politico e uomini per diffonderlo; saranno poi quegli stessi uomini artefici <strong>dell</strong>a<br />

Ricostruzione dopo la Liberazione, che condussero lo Stato ponendo le basi <strong>dell</strong>a nuova<br />

Repubblica Italiana.<br />

Mi preme ricordare per mai dimenticare la “pasta” di cui erano fatti quegli Uomini e voglio<br />

portarvi un esempio per tutti: Enrico De Nicola, lui sì Liberale vecchio stampo, nostro primo<br />

Presidente <strong>dell</strong>a Repubblica pagava di tasca propria i francobolli <strong>dell</strong>e lettere che mandava<br />

agli amici ed ai propri famigliari risiedenti a Napoli, sua Città.<br />

La loro trasparenza ed onestà nell’amministrare la Cosa Pubblica ci fu di guida nell’impegno<br />

<strong>dell</strong>a Ricostruzione del Paese, ci fu di stimolo nell’impegno sia civile che per il lavoro, e<br />

coloro che il lavoro furono costretti a cercarlo all’estero emigrando in Canada, in Australia, in<br />

Sud <strong>–</strong> America, in Germania, in Svizzera inviarono da subito la valuta pregiata che ci<br />

consentiva di regolare i rapporti commerciali con i Paesi fornitori di materie prime.<br />

Cari colleghi, care colleghe,<br />

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in questa nostra Storia Patria lunga <strong>150</strong> <strong>anni</strong> il Popolo Italiano con le sue migliori<br />

avanguardie di Pensiero ed Azione operò per dare all’Italia dignità di Nazione nel mondo <strong>dei</strong><br />

popoli democraticamente evoluti creando le premesse, con l’orgoglio di una Nazione Unita,<br />

per assicurare coesione con una maggiore Giustizia Sociale, per dare un Lavoro dignitoso e<br />

certo a tutti coloro in grado di svolgerlo elevando così progressivamente benessere e<br />

cultura, fidando <strong>dell</strong>’onestà di chi governa nelle Libere Istituzioni <strong>–</strong> cosa che purtroppo non è<br />

sempre avvenuto ed è di molto peggiorata negli ultimi 15 <strong>anni</strong> <strong>–</strong> così come sono peggiorate<br />

le differenze di classe al punto da temere per la tenuta <strong>dell</strong>a stessa coesione sociale<br />

nazionale del popolo che si volle unito ed uguale nei Diritti fondamentali, come insegna la<br />

nostra Costituzione <strong>dell</strong>a Repubblica Italiana.<br />

Care colleghe, cari colleghi, <strong>CNA</strong> <strong>Pensionati</strong> ha voluto questa Assemblea qui a Torino proprio<br />

per onorare la nostra Patria, pertanto alziamo un chiaro e forte:<br />

VIVA L’ITALIA<br />

VIVA LA SUA BANDIERA TRICOLORE<br />

VIVA LA SUA COSTITUZIONE<br />

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