un anno di eventi - Porto di Genova
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culturale e sociale e, qualche volta, anche<br />
d’alto valore stilistico.<br />
Vale la pena <strong>di</strong> citare almeno <strong>un</strong> titolo: Arouse<br />
atash (La sposa del fuoco, 2000) <strong>di</strong> Khosrow<br />
Sinai. Il film ruota attorno ad <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong><br />
Giulietta iraniana che vorrebbe sposare <strong>un</strong><br />
insegnante della facoltà <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, a<br />
Teheran, dove sta stu<strong>di</strong>ando. I suoi parenti<br />
non vogliono che ciò accada perchè l'h<strong>anno</strong><br />
già promessa ad <strong>un</strong> cugino; per questo la<br />
chiudono in casa, sotto stretta sorveglianza <strong>di</strong><br />
zia e futura suocera. Dopo vari tentativi <strong>di</strong><br />
fuga dalla prigione familiare in cui è rinchiusa,<br />
la ragazza accetta l'o<strong>di</strong>ato matrimonio, ma si<br />
uccide la notte delle nozze, contemporaneamente,<br />
la zia, che ha capito le ragioni<br />
della nipote, pugnala il promesso sposo<br />
proprio mentre sta correndo verso il talamo<br />
nuziale. E' <strong>un</strong> melodramma dalla struttura<br />
narrativa non troppo originale, ma nobilitato<br />
da <strong>un</strong>a sincera den<strong>un</strong>cia <strong>di</strong> <strong>un</strong>o dei più gravi<br />
<strong>di</strong>sastri sociali che affliggono quel paese. In<br />
altre parole chi esercita <strong>un</strong>a forte repressione<br />
sulle donne sono le nonne, le madri e le<br />
parenti femmine anziane, non tanto i padri o<br />
i nonni. Qualche osservatore sostiene che si<br />
comportano in questo modo perché i maschi<br />
h<strong>anno</strong> delegato frusta e schiaffoni alle<br />
femmine. Questo è vero in parte, ma non<br />
deve nascondere <strong>un</strong> fatto non meno<br />
importante: lo zoccolo duro dell’integralismo e<br />
il conservatorismo dei costumi alberga più nei<br />
cuori delle donne che non in quello dei loro<br />
compagni.<br />
Rivelatore, a questo proposito, <strong>un</strong> recente film<br />
Emigrazione come Immagine<br />
C i n e m a m u s s u l m a n o e i m m i g r a z i o n e : d u e o t r e c o s e c h e s o d i l o r o Umberto Rossi<br />
africano de<strong>di</strong>cato al dramma dell’escissione<br />
sessuale femminile, <strong>un</strong>a terribile mutilazione<br />
pseudo religiosa che comporta la resezione del<br />
clitoride e <strong>di</strong> altre parti esterne del sesso delle<br />
bambine, in modo che non provino piacere<br />
quando f<strong>anno</strong> l’amore e non inducano gli<br />
uomini a pratiche contrarie alla morale<br />
religiosa. Una giustificazione scientificamente<br />
immotivata e del tutto inumana, ma praticata<br />
in molti paesi, 38 nella sola Unione Africana,<br />
in maggioranza mussulmani. S’intitola<br />
Moolaade, lo ha <strong>di</strong>retto il senegalese Ousmane<br />
Sembene e ha vinto il premio della sezione Un<br />
Certain Regard al festival <strong>di</strong> Cannes 2004. Il<br />
regista simboleggia la lotta <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong><br />
donne raccontando la storia <strong>di</strong> <strong>un</strong> villaggio in<br />
cui <strong>un</strong>a madre, che ha avuto gravi problemi <strong>di</strong><br />
salute dopo essere stata mutilata, sfida i<br />
maggiorenti religiosi e politici, assumendo<br />
sotto la sua protezione le giovani che rifiutano<br />
questa pratica vergognosa. Il film ha <strong>un</strong><br />
andamento semplice, come spesso accade nel<br />
cinema <strong>di</strong> questo continente, e <strong>un</strong>a forte<br />
suggestione civile.<br />
Ritornando al tema dell’emigrazione vista<br />
all’interno del mondo dei migranti che<br />
risiedono nei paesi occidentali, ricor<strong>di</strong>amo il<br />
filone nato nel seno della cinematografia<br />
germanica ed alimentato da turchi, <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>nanza tedesca, <strong>di</strong> seconda o terza<br />
generazione. Ancora <strong>un</strong>a volta pren<strong>di</strong>amo <strong>un</strong><br />
titolo come esempio. Gegen <strong>di</strong>e Wand (La<br />
sposa turca, 2004) <strong>di</strong> Fitih Akin ha vinto,<br />
meritatamente il Festival <strong>di</strong> Berlino 2004, ed<br />
è <strong>un</strong>a bella e drammatica storia d’amore fra<br />
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