un anno di eventi - Porto di Genova
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C i n e m a m u s s u l m a n o e i m m i g r a z i o n e : d u e o t r e c o s e c h e s o d i l o r o Umberto Rossi<br />
nell’altro – che tentano, finendo tragicamente,<br />
<strong>di</strong> raggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong> paese occidentale<br />
(Francia e Svizzera) per trovare lavoro e<br />
sfuggire alla miseria della loro terra.<br />
Ritornando al cinema islamico rivolto ai<br />
problemi dell’immigrazione, sottolineiamo<br />
ancora come tenda a muoversi su due linee:<br />
<strong>un</strong>a è quella delle ragioni economiche e<br />
sociali, che spingono questa gente a cercare<br />
fort<strong>un</strong>a fuori dalla loro patria, l’altra e<br />
l’intolleranza razziale interna alle varie<br />
nazioni. Sulla base del primo tracciato i registi<br />
descrivono le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>sperate in cui<br />
vivono i più poveri e, partendo da qui,<br />
spiegano come, quando e perché uomini e<br />
donne decidono <strong>di</strong> abbandonare la loro terra<br />
per cercare fort<strong>un</strong>a altrove. È questo <strong>un</strong> tema<br />
centrale, che ha forti legami con il<br />
neorealismo. N’è <strong>un</strong>a variante, progressista –<br />
nazionalista, la posizione degli autori che,<br />
partendo dalle <strong>di</strong>fficoltà dell’oggi, invitano a<br />
non abbandonarsi alla chimera dell’emigrazione,<br />
ma a rimanere e lottare per<br />
migliorare le con<strong>di</strong>zioni dei paesi in cui si è<br />
nati. Sono molti i registi che si muovono su<br />
questa linea, come Tarfaya (2004) del<br />
marocchino Daoud Aoulad-Syad dove il<br />
personaggio car<strong>di</strong>ne del film, <strong>un</strong> f<strong>un</strong>zionario<br />
<strong>di</strong> polizia l<strong>un</strong>gimirante e umano, incarna<br />
proprio questo potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione morale e<br />
<strong>un</strong> po’ nazionalista, verso i molti che<br />
approdano nel piccolo borgo <strong>di</strong> Tarfaya<br />
nell’attesa <strong>di</strong> compiere il salto verso l’Europa.<br />
Posizione opposta quella degli autori che,<br />
invece, sono convinti che in patria non ci sia<br />
più nulla da fare, per cui la sola soluzione è<br />
andare via. Appartengono a questo filone i<br />
numerosissimi titoli, soprattutto <strong>di</strong><br />
produzione francese, rivolti ai problemi<br />
d’integrazione degli immigrati nella nuova<br />
patria. Un particolare tipo <strong>di</strong> film, all’interno<br />
<strong>di</strong> questo genere, è quello che ruota attorno al<br />
contrasto interfamiliare fra le generazioni. Ne<br />
sono protagoniste, in modo particolare le<br />
giovani che non h<strong>anno</strong> conosciuto, se non nei<br />
racconti dei genitori, Algeria, Marocco,<br />
T<strong>un</strong>isia, ma che h<strong>anno</strong> <strong>un</strong>’esperienza <strong>di</strong>retta<br />
delle periferie <strong>di</strong> Marsiglia o <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong><br />
Parigi. Sono soprattutto giovani donne<br />
lacerate da norme, linguaggi, mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vestire<br />
imposti entro la cerchia familiare, norme che<br />
cozzano con la realtà con cui si devono<br />
misurare non appena superano la porta <strong>di</strong><br />
casa. C'è <strong>un</strong> film del marocchino Philippe<br />
Faucons, Samia (2000), in cui <strong>un</strong>a ragazza<br />
d’origine algerina, che vive a Marsiglia, è<br />
costretta a cambiarsi d’abito nel portone <strong>di</strong><br />
casa, eliminando pantaloni l<strong>un</strong>ghi e maglioni<br />
informi in favore <strong>di</strong> minigonna e magliette<br />
aderenti con scritte pubblicitarie, manovra<br />
inversa quando rientra a casa. Un dato<br />
interessante nel film e che si ripete in molte<br />
altre opere, ad esercitare il controllo sulla<br />
protagonista non è <strong>un</strong> padre tra<strong>di</strong>zionalista o<br />
<strong>un</strong> mullah particolarmente bigotto, ma la<br />
madre, che, spesso, la picchia e vive la<br />
ribellione della giovane come <strong>un</strong>’offesa a tutto<br />
ciò lei ha vissuto.<br />
Su questo tema il cinema iraniano ha<br />
costruito molte opere <strong>di</strong> grande interesse