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un anno di eventi - Porto di Genova

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C i n e m a m u s s u l m a n o e i m m i g r a z i o n e : d u e o t r e c o s e c h e s o d i l o r o Umberto Rossi<br />

Pahlevi, subisce <strong>un</strong>a dura condanna per aver<br />

accoltellato <strong>un</strong> poliziotto nel tentativo<br />

d’impossessarsi della sua pistola.<br />

La rivoluzione komeinista lo libera dal carcere<br />

e ne fa <strong>un</strong>a figura <strong>di</strong> p<strong>un</strong>ta del nuovo regime.<br />

E’ <strong>un</strong> i<strong>di</strong>llio che dura poco, scopertasi <strong>un</strong>a<br />

vocazione cinematografica, si afferma come<br />

<strong>un</strong>o dei cineasti <strong>di</strong> p<strong>un</strong>ta. E’ in questa veste<br />

che progetta <strong>un</strong>a scuola in cui non si stu<strong>di</strong>a<br />

solo la storia e la tecnica del film, ma ci si<br />

de<strong>di</strong>ca anche a materie apparentemente<br />

bizzarre come il ciclismo o il pattinaggio. Per<br />

portare avanti il progetto si rivolge al<br />

ministero della cultura, chiedendo <strong>un</strong><br />

finanziamento, in compenso s’impegna a<br />

garantire che, entro 10 anni, forgerà almeno<br />

500 giovani cineasti. La risposta del Ministero<br />

è contenuta in poche righe: "Di Mohsen<br />

Makhmalbaf all'Iran ne basta e avanza <strong>un</strong>o".<br />

Non è <strong>un</strong> mistero che la situazione dei cineasti<br />

iraniani si faccia, mese dopo mese, sempre più<br />

<strong>di</strong>fficile. Molti pensano <strong>di</strong> emigrare, alc<strong>un</strong>i<br />

vivono già in Canada o in Francia, quasi tutti<br />

lavorano solo grazie a finanziamenti esteri,<br />

soprattutto francesi. Sono varie le opere<br />

realizzate da questi autori che affrontano temi<br />

legati all’emigrazione. Una <strong>di</strong> queste, che<br />

s’intitola "Djomeh” (2000), l’ha <strong>di</strong>retta<br />

l’esor<strong>di</strong>ente Hassan Yektapanah e racconta <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong> giovane pastore afgano che emigra in Iran<br />

in cerca <strong>di</strong> lavoro e finisce a fare il garzonepastore.<br />

S’innamora <strong>di</strong> <strong>un</strong>a ragazza che<br />

gestisce col padre <strong>un</strong> piccolo negozietto e<br />

cerca <strong>di</strong> farle la corte, andando a comprare il<br />

pane più volte nella giornata. Quando il suo<br />

padrone s’infuria, perché la casa è piena <strong>di</strong><br />

pagnotte, il servo gli confessa il suo amore per<br />

la ragazza e gli chiede <strong>di</strong> contattarne il padre<br />

per combinare il matrimonio.<br />

Apparentemente il padrone acconsente, ma il<br />

giorno dopo lo licenzia. Un afgano, sostiene,<br />

non può pretendere d’essere pari ad <strong>un</strong><br />

iraniano.<br />

Questo elemento <strong>di</strong> razzismo nei confronti<br />

degli afgani o, persino, degli iraniani <strong>di</strong> pelle<br />

scura, trapela anche verso quella parte <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni che vivono sulle sponde del Golfo<br />

Persico e h<strong>anno</strong> caratteri fisionomici più<br />

marcatamente neri. Lo ha ricordato, anni or<br />

sono, Bashu (Bashu, il piccolo straniero,<br />

1989) <strong>di</strong> Beizaì Bahram che ha per<br />

protagonista <strong>un</strong> bambino, scampato alla<br />

guerra Iran - Iraq (1980 – 1988), e trattato<br />

come <strong>un</strong> paria dai connazionali che<br />

dovrebbero aiutarlo e proteggerlo. Ecco allora<br />

emergere nuovamente quel razzismo interno,<br />

<strong>di</strong> cui abbiamo trovato testimonianza ne Gli<br />

ingannati.<br />

È <strong>un</strong> tema che emerge anche nel cinema del<br />

Maghreb in cui, spesso, alc<strong>un</strong>i fra i carnefici<br />

degli emigrati sono altri mussulmani, solo <strong>un</strong><br />

po’ meno poveri. Un esempio lo offre<br />

Heremakono (Aspettando la felicità, 2002) del<br />

mauritano Abderrahmane Sissako. E’ il<br />

ritratto <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i personaggi che sostano,<br />

dopo <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go e tormentoso viaggio<br />

attraverso il deserto, in <strong>un</strong> villaggio vicino al<br />

mare aspettando <strong>un</strong>’occasione per imbarcarsi<br />

verso <strong>un</strong> ipotetico Eldorado europeo. Alc<strong>un</strong>i<br />

<strong>di</strong> questi <strong>di</strong>sgraziati arrivano dal Sudan e

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