un anno di eventi - Porto di Genova
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C i n e m a m u s s u l m a n o e i m m i g r a z i o n e :<br />
d u e o t r e c o s e c h e s o d i l o r o Umberto Rossi<br />
L’ obiettivo <strong>di</strong> quest’intervento è offrire<br />
qualche informazione sul rapporto fra cinema<br />
ed emigrazione in <strong>un</strong>a particolare area<br />
geopolitica. Una zona che possiamo definire,<br />
con grande approssimazione, del cinema<br />
islamico, ma che, più precisamente, coinvolge<br />
<strong>un</strong> arco <strong>di</strong> paesi che va dal Me<strong>di</strong>terraneo al<br />
Me<strong>di</strong>o Oriente, <strong>un</strong>a vasta regione che allinea<br />
le nazioni del Maghreb, Israele, Iran. Una<br />
vasta fetta <strong>di</strong> mondo che c’interessa per molte<br />
ragioni, comprese quelle <strong>di</strong> carattere<br />
sociologico, economico, sociale e politico.<br />
Iniziamo dalle fonti culturali a cui fa<br />
riferimento gran parte del cinema rivolto<br />
all’emigrazione prodotto in questa parte del<br />
modo. Un elemento molto forte è<br />
riconducibile al legame con l'Italia, sono le<br />
esperienze dei molti registi che h<strong>anno</strong> stu<strong>di</strong>ato<br />
a Roma, al Centro Sperimentale <strong>di</strong><br />
Cinematografia, parlano la nostra lingua e<br />
sono stati fortemente influenzati dalla lezione<br />
neorealista.<br />
Verrebbe da <strong>di</strong>re che, se i film iraniani h<strong>anno</strong><br />
oggi <strong>un</strong> grande successo <strong>di</strong> critica nel mondo,<br />
lo devono al fatto <strong>di</strong> essere, per buona parte,<br />
seguaci, continuatori e sviluppatori del filone<br />
estetico culturale e morale (come ricordava<br />
Roberto Rossellini) che ha segnato il nostro<br />
cinema fra il 1945 (Roma, città aperta <strong>di</strong><br />
Roberto Rossellini) e il 1956 (Il tetto <strong>di</strong><br />
Vittorio De Sica).<br />
Il primo film cui è possibile far risalire il filone<br />
moderno del cinema sull’emigrazione, in<br />
ambiente islamico, è Al-Makhdu’<strong>un</strong> (Gli<br />
ingannati, 1972), prodotto dall’Ente<br />
Cinematografico Siriano e <strong>di</strong>retto dall’egiziano<br />
Tewfik S,a - leh. Com’è stato scritto “è<br />
<strong>un</strong>’opera che affronta il dramma del popolo<br />
palestinese e racconta <strong>un</strong>a storia destinata ad<br />
essere ripresa più volte da altre cinematografie.<br />
Nel caso specifico si tratta del tentativo<br />
d’emigrazione clandestina <strong>di</strong> tre palestinesi che<br />
cercano lavoro entrando clandestinamente nel<br />
ricco Kuwait. Sullo sfondo vi è la guerra dei sei<br />
giorni (1967), fra Egitto ed Israele con<br />
l'occupazione militare delle terre palestinesi. In<br />
<strong>un</strong> bianco e nero asciutto, e in <strong>un</strong>o stile che poco<br />
o nulla concede alla spettacolarità, la pellicola<br />
racconta sostanzialmente la storia <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
fallimento: i tre <strong>di</strong>sperati si nascondono, infatti,<br />
nei mezzi pesanti che attraversano il deserto; ma<br />
a causa <strong>di</strong> <strong>un</strong>a serie d’intoppi restano troppo a<br />
l<strong>un</strong>go sotto i raggi cocenti del sole. Nella parte<br />
finale l’opera si carica <strong>di</strong> tensione sino<br />
all'inverosimile, la macchina da presa indugia a<br />
l<strong>un</strong>go sui primi piani dei <strong>di</strong>sperati (gli<br />
"ingannati" del titolo) e l'eloquenza delle<br />
immagini è assoluta. Tratto da <strong>un</strong> celebre<br />
romanzo palestinese <strong>di</strong> Ghassan Kanafani, il<br />
film è stato prodotto da <strong>un</strong> organismo<br />
istituzionale siriano ed è <strong>un</strong>a delle opere più<br />
rappresentative del regista egiziano” (1) .<br />
Questo titolo colpì la critica allorché fu<br />
presentato al Festival <strong>di</strong> Mosca del 1973 e<br />
<strong>di</strong>ede <strong>un</strong> grande impulso al tema<br />
dell’immigrazione nei paesi dell’area. Uno dei<br />
motivi d’interesse va ricercato nella capacità<br />
dell’autor <strong>di</strong> legare due temi fondamentali: i<br />
problemi economici e il razzismo. Per quanto<br />
riguarda quest’ultimo argomento, spesso si<br />
(1) Dal catalogo Frontiere <strong>di</strong> Pace Cineclub Filmstu<strong>di</strong>o 90,<br />
Varese, 2002