un anno di eventi - Porto di Genova
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I l c i n e m a i t a l i a n o e l ’ e m i g r a z i o n e Renato Venturelli<br />
1968) o in Australia (Bello, onesto, emigrato<br />
Australia sposerebbe compaesana illibata, 1972),<br />
<strong>di</strong> volta in volta affrontando il tema da <strong>di</strong>verse<br />
angolazioni, quasi sempre interessanti al <strong>di</strong> là<br />
del livello <strong>di</strong>seguale dei singoli titoli. Negli<br />
anni ’60, <strong>un</strong> film ingiustamente sottovalutato è<br />
Il gaucho (1964) <strong>di</strong> Dino Risi, dove <strong>un</strong> gruppo<br />
<strong>di</strong> cinematografari romani va in Argentina per<br />
<strong>un</strong> festival e si confronta con i <strong>di</strong>versi problemi<br />
degli emigrati italiani, guardando anche alla<br />
<strong>di</strong>stanza che separa chi è riuscito ad affermarsi<br />
da chi invece non è riuscito ad evitare<br />
l’emarginazione nemmeno nella nuova patria.<br />
La stagione più intensa arriverà fino alla metà<br />
degli anni ’70, culminando in <strong>un</strong> film <strong>di</strong> forte<br />
impatto come Pane e cioccolata (1974), ma<br />
testimoniando in molti casi <strong>un</strong> fenomeno<br />
molto più banale: andando in giro per il<br />
mondo, gli eroi della comme<strong>di</strong>a all’italiana<br />
incontrano spesso com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> connazionali<br />
che in vario modo confermano e rafforzano i<br />
car<strong>di</strong>ni del genere, in <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong> espansione<br />
planetaria dell’italianità da comme<strong>di</strong>a.<br />
A metà degli anni Settanta - qui adesso stringo<br />
molto perché vedo che vi sar<strong>anno</strong> altri<br />
interventi – l’esplosione del filone “migratorio”<br />
si blocca <strong>di</strong> colpo, in parte perché si è esaurito<br />
il grande flusso <strong>di</strong> emigrazione, ma forse anche<br />
perché si sta esaurendo <strong>un</strong> tipo <strong>di</strong> spinta e <strong>di</strong><br />
interesse sociale del cinema italiano. Nel<br />
periodo successivo vi sono ancora alc<strong>un</strong>i film<br />
significativi, ma in modo molto più spora<strong>di</strong>co.<br />
Penso, ad esempio, a Spaghetti house <strong>di</strong> Giulio<br />
Para<strong>di</strong>si dove c'è il mondo dei camerieri italiani<br />
a Londra; oppure a quel tentativo fin troppo<br />
enfatico <strong>di</strong> mitologia dell'emigrazione italiana<br />
che è Good morning Babilonia (1987) dei<br />
fratelli Taviani. La metà degli anni Settanta<br />
comincia però ad essere anche caratterizzata da<br />
<strong>un</strong> fenomeno destinato a trovare poi altre<br />
conferme nei decenni successivi: quello cioè dei<br />
registi <strong>di</strong> origine italiana che realizzano nei loro<br />
nuovi paesi film sulle proprie ra<strong>di</strong>ci. Negli Stati<br />
Uniti è <strong>un</strong>’intera generazione ad imporsi<br />
all’improvviso con i film <strong>di</strong> Martin Scorsese o<br />
Francis Coppola, ma a poco a poco arriver<strong>anno</strong><br />
anche testimonianze sempre più numerose dal<br />
Canada, dall’Argentina, dall’Australia o dalla<br />
Germania.<br />
Con gli anni Novanta avremo poi <strong>un</strong>a vera e<br />
propria inversione <strong>di</strong> tendenza nella<br />
produzione italiana, perché irrompe al cinema<br />
la questione dell'immigrazione straniera in<br />
Italia e quin<strong>di</strong> del confronto con <strong>di</strong>verse culture<br />
che si affacciano sul nostro territorio. In<br />
particolare, con alc<strong>un</strong>i titoli come Il toro <strong>di</strong><br />
Mazzacurati, e Lamerica <strong>di</strong> Amelio, tutti e due<br />
del '94, si viene a creare <strong>un</strong>a situazione<br />
piuttosto interessante. Entrambi i film<br />
riguardano infatti <strong>un</strong> viaggio nell'est europeo,<br />
<strong>un</strong>o in Albania l’altro in Ungheria, e questo<br />
percorso in avanti verso mon<strong>di</strong> fino ad allora<br />
poco conosciuti corrisponde ad <strong>un</strong> viaggio<br />
all'in<strong>di</strong>etro nelle ra<strong>di</strong>ci dell'Italia e del cinema<br />
italiano: in <strong>un</strong> caso, quello <strong>di</strong> Mazzacurati,<br />
incontrando Lattuada o il Comencini <strong>di</strong> Tutti<br />
a casa; nel caso <strong>di</strong> Amelio, il riferimento più<br />
evidente è invece quello a Roberto Rossellini.<br />
Per quanto riguarda i film più recenti, essendo<br />
a questo p<strong>un</strong>to arrivato Vincenzo Marra,