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un anno di eventi - Porto di Genova

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80<br />

I l c i n e m a i t a l i a n o<br />

e l ’ e m i g r a z i o n e Renato Venturelli<br />

Nel mio intervento vorrei ricordare sinteticamente<br />

il modo in cui il cinema italiano si è<br />

occupato dell’emigrazione – e, in particolare, <strong>di</strong><br />

quella all’estero – facendo però subito <strong>un</strong>a<br />

premessa. I film che sono stati realizzati<br />

nell’arco <strong>di</strong> <strong>un</strong> secolo h<strong>anno</strong> infatti<br />

testimoniato i <strong>di</strong>versi flussi migratori verso<br />

l’Argentina, la Francia, e poi verso i Paesi Bassi,<br />

la Germania, l’Australia, permettendoci così <strong>di</strong><br />

avere <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong> storia dell’emigrazione<br />

italiana attraverso il cinema. Al tempo stesso,<br />

però, questi film testimoniano innanzi tutto lo<br />

sguardo dell’Italia sull’argomento, e quin<strong>di</strong> ci<br />

parlano del modo in cui lo si voleva<br />

rappresentare, sia per quanto riguarda l’influsso<br />

sul pubblico italiano, sia tenendo presente che<br />

molti <strong>di</strong> questi film andavano all’estero e<br />

quin<strong>di</strong> venivano visti anche da com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong><br />

emigranti.<br />

Il problema, quin<strong>di</strong>, riguarda il modo in cui il<br />

cinema ha rappresentato l’emigrazione, ma<br />

anche come non lo ha rappresentato, perché<br />

<strong>un</strong>o dei p<strong>un</strong>ti significativi è costituito in alc<strong>un</strong>i<br />

perio<strong>di</strong> proprio dai silenzi, dalle censure e dalle<br />

omissioni. Per molto tempo quello<br />

dell’emigrazione è stato infatti <strong>un</strong> argomento<br />

non amato, e quin<strong>di</strong> ostacolato in varie<br />

maniere. Del resto, se an<strong>di</strong>amo a controllare la<br />

filmografia, ci accorgiamo che quando era più<br />

forte il fenomeno migratorio, più rari erano i<br />

film; mentre quando l’emigrazione italiana<br />

all’estero è iniziata a calare, o com<strong>un</strong>que a porsi<br />

in termini meno drammatici, i film sono<br />

<strong>di</strong>ventati più abbondanti: e questo per <strong>un</strong>a<br />

serie <strong>di</strong> motivi facilmente intuibili, che poi<br />

vedremo.<br />

Il primo esempio che vorrei fare riguarda il<br />

periodo del cinema muto, vale a <strong>di</strong>re l’epoca in<br />

cui il picco migratorio era molto alto, poiché<br />

siamo nei decenni compresi tra l’inizio del<br />

Novecento e tutti gli anni Venti (in Italia il<br />

sonoro arriva nel 1930, con La canzone<br />

dell’amore <strong>di</strong> Gennaro Righelli). Ebbene, nel<br />

periodo muto i film sull’emigrazione che<br />

possiamo citare sono pochi. Può essere però<br />

significativo il fatto che i più importanti si<br />

concentrino in <strong>un</strong> periodo preciso, e cioè<br />

intorno al 1915. In quell’<strong>anno</strong> esce infatti<br />

L’emigrante, con Ermete Zacconi, e sempre nel<br />

1915 troviamo Gli emigranti dell’Ambrosio,<br />

mentre nel 1916 arriva Dagli Appennini alle<br />

Ande, tratto dall’episo<strong>di</strong>o del Cuore <strong>di</strong> De<br />

Amicis. Tra l’altro, si può ricordare come si<br />

collochi in quest’epoca anche <strong>un</strong>o dei più<br />

celebri e riusciti tra i film stat<strong>un</strong>itense sulla<br />

com<strong>un</strong>ità italiana, The Italian (1915). Ora,<br />

questi lavori risalgono ad <strong>un</strong> momento <strong>di</strong><br />

grande forza dell’industria cinematografica<br />

nazionale, quando era uscito da poco Cabiria e<br />

il cinema italiano aveva quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>a buona<br />

penetrazione commerciale all’estero. In<br />

particolare, per quanto concerne il nostro<br />

<strong>di</strong>scorso, sappiamo che veniva esportato in<br />

paesi dove c’erano forti com<strong>un</strong>ità italiane.<br />

Negli Stati Uniti, tra l’altro, basta sfogliare i<br />

giornali newyorkesi per rendersi conto che<br />

moltissimi film italiani popolari uscirono<br />

regolarmente fino a tutti gli anni ’50, spesso<br />

concentrati in sale che si rivolgevano ad <strong>un</strong><br />

pubblico <strong>di</strong> italo-americani.

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