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un anno di eventi - Porto di Genova

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L ’ e m i g r a z i o n e p e r m a r e n e l n o s t r o p a e s e Clau<strong>di</strong>o Mollica<br />

ad eccezione dei naufragi per atto <strong>di</strong> guerra,<br />

sotto il profilo della “bontà” delle costruzioni<br />

navali dell’epoca, pur non essendo<br />

particolarmente significativo, rievoca il<br />

problema della sicurezza della navigazione che<br />

si ripropose, in tutta la sua drammaticità,<br />

all’indomani dell’affondamento del ‘Titanic”<br />

(12 aprile 1912) considerato “inaffondabile”<br />

per la presenza <strong>di</strong> 16 compartimenti trasversali<br />

stagni che tuttavia non si estendevano in modo<br />

sod<strong>di</strong>sfacente verso l’alto in quanto le paratie<br />

stesse non erano sormontate da <strong>un</strong> ponte<br />

stagno al <strong>di</strong> sopra della linea <strong>di</strong> galleggiamento.<br />

Nel 1914 viene convocata a Londra “La<br />

Conferenza internazionale per la salvaguar<strong>di</strong>a<br />

della vita umana in mare” che tuttavia non<br />

entrò mai in vigore in Italia perché l’Europa,<br />

nel frattempo, veniva sconvolta dal primo<br />

conflitto mon<strong>di</strong>ale.<br />

Va com<strong>un</strong>que sottolineato che i primi 74<br />

piroscafi censiti tra il 1883 e il 1914 iscritti nei<br />

registri <strong>di</strong> <strong>Genova</strong>, furono costruiti in data<br />

antecedente al ‘Titanic” , avevano <strong>di</strong>mensioni<br />

più contenute ed erano stati realizzati con<br />

criteri costruttivi tra<strong>di</strong>zionali che non<br />

contemplavano la creazione <strong>di</strong> compartimenti<br />

stagni. Ciò malgrado, ressero bene alle <strong>di</strong>fficili<br />

con<strong>di</strong>zioni meteorologiche che si potevano<br />

incontrare in quelle rotte, percorse centinaia <strong>di</strong><br />

volte, in <strong>di</strong>rezione del nord e del sud America.<br />

In particolare, le navi <strong>di</strong>rette nel Nord America,<br />

dopo aver lasciato i porti italiani <strong>di</strong><br />

emigrazione, facevano scalo solitamente a<br />

Barcellona, Lisbona, Halifax, per poi p<strong>un</strong>tare<br />

verso New York con sosta, nella navigazione a<br />

vela, in Atlantico nelle isole Azzorre per fare<br />

rifornimento <strong>di</strong> acqua e viveri freschi.<br />

In tale traversata, i rischi più frequenti erano<br />

rappresentati, durante la stagione invernale,<br />

dalle con<strong>di</strong>zioni avverse del mare (stato del<br />

mare 7/8), in primavera dalla possibilità <strong>di</strong><br />

imbattersi in iceberg alla deriva ed in estate<br />

dalla presenza <strong>di</strong> nebbie in prossimità della<br />

costa americana.<br />

Ma le rotte più frequentate dai nostri piroscafi,<br />

nel periodo in esame (1876-1914), erano<br />

quelle del III° quadrante (compreso tra 180° e<br />

270°) con destinazione Sud America e,<br />

soprattutto, la regione del Rio de la Plata.<br />

Durante la suddetta navigazione, era frequente<br />

trovare, da Lisbona alle Canarie, mare molto<br />

agitato (stato del mare 6) proveniente dal IV°<br />

quadrante (compreso tra 270° e 360°) con<br />

conseguente accentuato rollio. Dalle Canarie in<br />

poi predominanti erano i venti Alisei, venti<br />

regolari che spirano dai tropici all’Equatore che<br />

si generano nelle zone anticicloniche.<br />

Nella traversata Atlantica, frequenti erano i<br />

piovaschi e si poteva incontrare nebbia da Rio<br />

a Montevideo.<br />

Infine, nella stagione invernale nell’emisfero<br />

australe, era possibile imbattersi nel “Pampero”,<br />

vento instabile a raffiche, freddo e umido, che<br />

spira da ovest e origina dalle “pampas” del Sud<br />

America, frequente da giugno a settembre<br />

soprattutto nella regione del Rio de la Plata, a<br />

volte accompagnato da piogge e temporali.

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