un anno di eventi - Porto di Genova

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02.02.2013 Views

34 L ’ e m i g r a z i o n e p e r m a r e n e l n o s t r o p a e s e Claudio Mollica in realtà, secondo stime della stessa stampa australiana, ci sarebbe posto nella parte abitabile del continente per almeno 20 milioni di persone e senza disagi economici. Esperienza indimenticabile è poi quella maturata da Melosi nel viaggio Italia-Australia e ritorno, compiuto a bordo della T/N “Queen Frederica” di bandiera greca dal 16 dicembre 1958 al mese di febbraio 1959. La nave in partenza da Genova, viene preliminarmente sottoposta a visita dalla prevista “Commissione” per la verifica della conformità alle norme che disciplinano il trasporto passeggeri ed emigranti, visita alla quale il Cg ha diritto a presenziare pur non facendone parte. Giunta a Suez ad una velocità media di 20 nodi, la Turbonave riparte da quel porto con 1500 passeggeri a bordo più 300 membri di equipaggio. Il Capitano di porto Melosi descrive nel giornale di viaggio le fasi salienti di quella navigazione: si va dallo svolgimento delle periodiche esercitazioni di emergenza (abbandono nave, incendio a bordo, uomo in mare) che per legge devono coinvolgere anche i passeggeri, alla registrazione dei dati tecniconautici della traversata, alle frequenti ispezioni nei locali comuni destinati alla terza classe e nell’infermeria di bordo, alla descrizione di eventi straordinari (piccoli focolai d’incendio subito soffocati, risse a bordo, diserzione di alcuni membri di equipaggio una volta giunti in Australia) e della tradizionale festa a bordo sul ponte sole in occasione del passaggio dell’equatore. Anche nel corso del viaggio sulla “Queen Frederica” in servizio di emigrazione, non mancano episodi dolorosi come quello del decesso di un bambino ungherese di un anno di età affetto da polmonite: i genitori avanzeranno richiesta al Comandante della nave perché la salma venga sbarcata al prossimo porto di arrivo (Colombo) ; la richiesta non verrà accolta in quanto la nave non dispone di celle frigorifere ad hoc e il 29 dicembre 1958 alle ore 01,10 - racconta Melosi - la salma del piccolo viene gettata a mare alla presenza dei genitori, del comandante, del commissario governativo, dell’escorter officer, del medico italiano e di altri ufficiali. Pur essendo una prassi abbastanza consolidata quella della sepoltura a mare, soprattutto su navi di vecchia concezione, accade dopo qualcosa di strano. Racconta l’Ammiraglio Melosi che a distanza di qualche giorno dal funerale, il barometro scende rapidamente sino a mm.741 ed il mare s’ingrossa e si abbatte in coperta con violenza : la nave si trova a circa 160 miglia di distanza da un ciclone tropicale. La maggior parte dei passeggeri a causa del violento rollio subito dalla nave, lascia le proprie cabine e preferisce dormire nei corridoi e nei saloni. Il barometro continua a scendere (740 mm.) e la nave alle 09,00 del 4 gennaio si trova a circa 80-100 miglia dal centro del ciclone. Solo nel primo pomeriggio la situazione tende a migliorare e si fa il computo dei danni e dei ritardi subiti : rotture varie ed infiltrazioni d’acqua un pò dappertutto ; grave infortunio al

13 14 la M/n “Surriento” la M/n “Queen Frederica” panettiere di bordo investito da un grosso armadio ed altri quattro passeggeri lievemente feriti o contusi. A causa del ciclone, la nave ha perduto 30 ore sull’orario previsto per l’arrivo a Fremantle. La stampa locale dedicherà ampio spazio alle difficoltà incontrate ed al pericolo corso dalla “Queen Frederica” a causa del ciclone. Ma episodi di ben altro tenore caratterizzeranno la vita a bordo : durante le serate danzanti, frequenti sono i diverbi tra passeggeri per futili motivi che qualche volta degenerano in rissa ad iniziativa, in quel viaggio, quasi sempre di giovani di nazionalità jugoslava, annota il Commissario Melosi ; così come non mancano le lamentele per gli schiamazzi nel cuore della notte conseguenti alle frequenti “visite” di passeggeri e membri dell’equipaggio in cabine occupate da donne . A tal proposito, l’ammiraglio Melosi riferendosi a voci di corridoio, ricorda che nel corso di questi lunghi viaggi non era infrequente che talune signore, anche sposate, cedessero al corteggiamento dei tanti spasimanti presenti a bordo.In alcuni casi, erano gli ufficiali di bordo, Commissario governativo incluso, “vittime” delle avances delle intraprendenti signore della prima classe. Era pertanto necessario,ricorda l’ammiraglio Melosi, che il Commissario governativo, per il suo particolare status, per la sua credibilità e per i poteri e il prestigio che la legge gli riconosceva, mantenesse ancor più un contegno ineccepibile e al di sopra delle parti. All’arrivo nel porto di Sydney il 15 gennaio, Emigrazione come Storia L ’ e m i g r a z i o n e p e r m a r e n e l n o s t r o p a e s e Claudio Mollica Melosi presenta al Console d’Italia il giornale di viaggio per l’apposizione del prescritto visto . La Queen Frederica ha trasportato complessivamente 1515 passeggeri dei quali 1497 di terza classe. Con un certo giustificato stupore, il Commissario Melosi riporta sul giornale di viaggio, che prima della partenza da Fremantle per Aden, la locale Autorità doganale ha fatto richiesta al comando di bordo, di visionare la macchina fotografica personale dello stesso Melosi per sincerarsi che la stessa fosse ancora a bordo prima della partenza. Alla fine del viaggio, il Commissario governativo doveva quindi compilare : 13 14 35

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L ’ e m i g r a z i o n e p e r m a r e n e l n o s t r o p a e s e Clau<strong>di</strong>o Mollica<br />

in realtà, secondo stime della stessa stampa<br />

australiana, ci sarebbe posto nella parte<br />

abitabile del continente per almeno 20 milioni<br />

<strong>di</strong> persone e senza <strong>di</strong>sagi economici.<br />

Esperienza in<strong>di</strong>menticabile è poi quella<br />

maturata da Melosi nel viaggio Italia-Australia<br />

e ritorno, compiuto a bordo della T/N “Queen<br />

Frederica” <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>era greca dal 16 <strong>di</strong>cembre<br />

1958 al mese <strong>di</strong> febbraio 1959.<br />

La nave in partenza da <strong>Genova</strong>, viene<br />

preliminarmente sottoposta a visita dalla<br />

prevista “Commissione” per la verifica della<br />

conformità alle norme che <strong>di</strong>sciplinano il<br />

trasporto passeggeri ed emigranti, visita alla<br />

quale il Cg ha <strong>di</strong>ritto a presenziare pur non<br />

facendone parte.<br />

Gi<strong>un</strong>ta a Suez ad <strong>un</strong>a velocità me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 20<br />

no<strong>di</strong>, la Turbonave riparte da quel porto con<br />

1500 passeggeri a bordo più 300 membri <strong>di</strong><br />

equipaggio.<br />

Il Capitano <strong>di</strong> porto Melosi descrive nel<br />

giornale <strong>di</strong> viaggio le fasi salienti <strong>di</strong> quella<br />

navigazione: si va dallo svolgimento delle<br />

perio<strong>di</strong>che esercitazioni <strong>di</strong> emergenza<br />

(abbandono nave, incen<strong>di</strong>o a bordo, uomo in<br />

mare) che per legge devono coinvolgere anche i<br />

passeggeri, alla registrazione dei dati tecniconautici<br />

della traversata, alle frequenti ispezioni<br />

nei locali com<strong>un</strong>i destinati alla terza classe e<br />

nell’infermeria <strong>di</strong> bordo, alla descrizione <strong>di</strong><br />

<strong>eventi</strong> straor<strong>di</strong>nari (piccoli focolai d’incen<strong>di</strong>o<br />

subito soffocati, risse a bordo, <strong>di</strong>serzione <strong>di</strong><br />

alc<strong>un</strong>i membri <strong>di</strong> equipaggio <strong>un</strong>a volta gi<strong>un</strong>ti<br />

in Australia) e della tra<strong>di</strong>zionale festa a bordo<br />

sul ponte sole in occasione del passaggio<br />

dell’equatore.<br />

Anche nel corso del viaggio sulla “Queen<br />

Frederica” in servizio <strong>di</strong> emigrazione, non<br />

mancano episo<strong>di</strong> dolorosi come quello del<br />

decesso <strong>di</strong> <strong>un</strong> bambino <strong>un</strong>gherese <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>anno</strong><br />

<strong>di</strong> età affetto da polmonite: i genitori<br />

avanzer<strong>anno</strong> richiesta al Comandante della<br />

nave perché la salma venga sbarcata al prossimo<br />

porto <strong>di</strong> arrivo (Colombo) ; la richiesta non<br />

verrà accolta in quanto la nave non <strong>di</strong>spone <strong>di</strong><br />

celle frigorifere ad hoc e il 29 <strong>di</strong>cembre 1958<br />

alle ore 01,10 - racconta Melosi - la salma del<br />

piccolo viene gettata a mare alla presenza dei<br />

genitori, del comandante, del commissario<br />

governativo, dell’escorter officer, del me<strong>di</strong>co<br />

italiano e <strong>di</strong> altri ufficiali. Pur essendo <strong>un</strong>a<br />

prassi abbastanza consolidata quella della<br />

sepoltura a mare, soprattutto su navi <strong>di</strong> vecchia<br />

concezione, accade dopo qualcosa <strong>di</strong> strano.<br />

Racconta l’Ammiraglio Melosi che a <strong>di</strong>stanza<br />

<strong>di</strong> qualche giorno dal f<strong>un</strong>erale, il barometro<br />

scende rapidamente sino a mm.741 ed il mare<br />

s’ingrossa e si abbatte in coperta con violenza :<br />

la nave si trova a circa 160 miglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da<br />

<strong>un</strong> ciclone tropicale. La maggior parte dei<br />

passeggeri a causa del violento rollio subito<br />

dalla nave, lascia le proprie cabine e preferisce<br />

dormire nei corridoi e nei saloni.<br />

Il barometro continua a scendere (740 mm.) e<br />

la nave alle 09,00 del 4 gennaio si trova a circa<br />

80-100 miglia dal centro del ciclone. Solo nel<br />

primo pomeriggio la situazione tende a<br />

migliorare e si fa il computo dei danni e dei<br />

ritar<strong>di</strong> subiti : rotture varie ed infiltrazioni<br />

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