un anno di eventi - Porto di Genova

citazioni da Offenbach, Dvorak e
da…”Yankee Doodle” c’è da rimanere
stupiti. L’elenco potrebbe continuare: con le
misteriose fortune di Mario De Pietro, con
l’ancor più misterioso Trio Mandolinistico
che incise a New York nel ’28, peraltro
“criptando” nei brani riferimenti latinoamericani
(13) .
Un dato preme sottolineare, ed è
quell’influenza sotterranea, carsica, che le note
del Mediterraneo hanno riversato nelle
pratiche musicali dei neri d’America,
chiudendo, come si diceva, un cerchio di
culture che dopo secoli si ritrovavano. Nel
1928 si trovano in sala d’incisione Eddie Lang
e Lonnie Johnson, chitarristi. Lonnie Johnson
è un nero afroamericano con lo spirito del
blues in ogni fibra. Eddie Lang si chiama in
realtà Salvatore Massaro, è italiano:
scaturiscono dall’incontro una serie prodigiosa
e perentoria di duetti fra jazz e blues, di
impressionante flessuosità ritmica. Johnson
raccontò poi di una “intesa meravigliosa”
trovata con il chitarrista italiano. Non fu
(solo) un fatto di caratteri compatibili:
azzardiamo che lo stile di Salvatore Massaro,
con la memoria carsica del Sud d’Italia dei
salti d’intervallo, le modulazioni, la
“piegatura” delle note, gli anticipi e i ritardi
sul tempo “giusto” – ovvero tutti quegli
elementi “africani” che la dominazione araba
prima e spagnola poi rimisero in circolo - era
puro, atavico blues che arrivava dal
Mediterraneo, e trovava naturale consonanza
nel blues inventato dai neri d’America con il
Emigrazione come Musica
C r o s s p o l l i n a t i o n Guido Festinese
ricordo svanente dell’Africa. E’ per questo che
Joe Venuti, signore dei violinisti jazz, altro
italiano d’America illustre si andava a
scegliere i contrabbassisti sul molo dove
arrivavano le navi dalla Penisola, esigendo che
fossero “Right off the boat from Italy”, appena
scesi dalla nave che arrivava dall’Italia: loro
conoscevano uno dei segreti dell’elasticità
ritmica adatta a sostenere il puro suono
Dixieland.
Today, if the heart of the various types of
music of the great Afro-American family
(jazz, rock, reggae, blues, tango) is beating
out its rhythm around the globe, and more
profoundly than we can imagine, some
absolute and inevitable historical data must
be considered along with the concurrent
movement of tens of millions of people from
Africa to the Americas during the so-called
“modern” era – another enormous quantity
of data. Data that will take us, inevitably,
along the routes of the great transatlantic
liners, in other words the routes of
migration.
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