un anno di eventi - Porto di Genova

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C r o s s p o l l i n a t i o n Guido Festinese
italiani, dalla Sicilia: Nick La Rocca alla
tromba e Antonio Sbarbaro alla batteria. New
Orleans, la grande città multietnica e portuale
del Sud aveva quindi già sedimentato e
metabolizzato nei decenni l’apporto musicale
portato dagli italiani. Non si tratta solo di
presenze simboliche, da annotarsi come
bizzarrie. E’ vero esattamente il contrario.
New Orleans nel 1920 era la città degli States
che accoglieva il maggior numero di migranti
italiani: oltre 200 mila persone, in gran parte
arrivate dalla Sicilia, ma anche da altre regioni
meridionali, dal Nord Est e dal Nord Ovest
d’Italia, Liguria compresa. Persone guardate
con sospetto dalle aristocrazie bianche locali,
spesso con disprezzo, osteggiate sino alla
violenza estrema del linciaggio.
Gran parte dei locali notturni della Louisiana
erano gestiti da italiani, o italiani di seconda
generazione: luoghi senz’altro aperti al piccolo
e grande traffico di malaffare, ma al contempo
quasi spazi liberati dalla discriminazione
razziale dove potevano trovarsi a suonare
fianco a fianco neri e bianchi, a far nascere
una musica che, vedremo più avanti, era al
contempo “nuova”, eppure con le stimmate
vive delle culture di provenienza, spesso con
un singolare, straordinario portato da “ritorno
al futuro”, in cui elementi delle culture
mediterranee bianche e nere da secoli in
contatto ritrovavano una koiné comune
dall’altra parte dell’Oceano nel mare
accogliente delle note afroamericane (7) .
Il mero dato numerico, il “catalogo” dei
cognomi sopravvissuti nella prima genera-
zione di musicisti italiani ed emigrati che
contribuirono a traghettare il ragtime nel jazz
di New Orleans è decisamente impressionante:
fra i nati anteriormente al 1900
nella “città meticcia” operarono Giuseppe
Alessandra, basso tuba, Vincent Barocco,
basso tuba e flicorno, Manuel Belasco,
flicorno, John Bud Loyacono, basso tuba,
Alex Esposito, chitarra, Joe Taranto, chitarra e
violino, Johnny Giuffré, basso tuba, Joe
Gerosa, chitarra e mandolino, Pete Pellegrini,
cornetta, John Manuel Mello, cornetta, Pete
Pecopia, cornetta, Leonce Mello, trombone,
Arnold Loyacono, piano e tuba, Dominic
“Nick” La Rocca, cornetta, Lawrence Veca,
cornetta, Joe Giuffré, chitarra e mandolino,
Joe Lala, cornetta, Nunzio Scaglione,
clarinetto, Joe Barocco, tuba, Angelo Castigliola,
trombone, Joe Loyacono, sassofono,
Anton Lada, batteria, Paul Cinquemano,
trombone, Sal Margiotta, clarinetto, Tony
Giardina, clarinetto, Tony Sbarbaro, batteria,
Felix Guarino, batteria, Tony Schiro, chitarra,
Al Doria, batteria: un trentina circa di
cognomi italiani, del centinaio totale di
cognomi di musicisti conosciuti! Oltre al dato
numerico notevolissimo, quasi decisivo,
(7) Per approfondire questa tematica si può leggere a riguardo
“Blacks, Italians, and the Making of New Orleans Jazz”, di
Garry Boulard, in The Journal of Ethnic Studis, 1, XVI,
1988, e “Wait until Dark – Jazz and the Underworld
1880-1940, ad opera di Roland L. Morris, Bowling Green
University Press, 1980)