un anno di eventi - Porto di Genova
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seguite all’invasione dell’Etiopia, la conseguente<br />
politica autartica, il cambio forzoso a<br />
quota 90 della lira e la battaglia del grano,<br />
accentuarono fortemente la crisi occupazionale<br />
accrescendo notevolmente le fila dei<br />
braccianti e dei salariati<br />
E’ in questo quadro che si inserì la guerra <strong>di</strong><br />
Etiopia. La conquista dell’impero africano,<br />
fece intravedere la possibilità, da parte del<br />
governo italiano, <strong>di</strong> attenuare il profondo<br />
<strong>di</strong>sagio delle masse popolari e conta<strong>di</strong>ne<br />
prospettando l’Etiopia come possibile sbocco<br />
<strong>di</strong> lavoro. Anche lo Stato sammarinese<br />
prospettò l’Etiopia come luogo <strong>di</strong> lavoro e nel<br />
1936 <strong>un</strong> centinaio <strong>di</strong> operai com<strong>un</strong>i e<br />
specializzati, scalpellini, muratori, falegnami,<br />
partirono in due scaglioni verso l’Africa<br />
Orientale (Eritrea e Somalia) per lavorare<br />
come terrazzieri e manovali nelle gran<strong>di</strong> opere<br />
stradali che dovevano essere realizzate<br />
dall’esercito occupante nei nuovi territori<br />
dell’Impero italiano. Alla fine degli anni Trenta<br />
e durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, si<br />
profilò la possibilità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sbocco migratorio<br />
verso la Germania nel quadro della politica<br />
dell’Asse Roma-Berlino.<br />
Fino a questo momento la Germania era <strong>un</strong>a<br />
terra praticamente sconosciuta per la maggior<br />
parte dei migranti sammarinesi e lo <strong>di</strong>mostra il<br />
fatto che dal 1923 al 1938 vi furono solo tre<br />
richieste <strong>di</strong> passaporto per questa destinazione.<br />
A partire dal 1939 ebbe inizio, invece, <strong>un</strong><br />
imponente flusso verso la Germania che si<br />
protrasse fino al 1942. Durante questi quattro<br />
anni partirono da San Marino con contratti<br />
Emigrazione come Immagine<br />
La stanza de<strong>di</strong>cata al mondo del lavoro dove fotografie e lettere testimoniano la durezza<br />
dell’impattodell’emigrato con il mondo del lavoro. Dal grafico presente nella sala risulta chiara la prevalenza<br />
da parte dei nostri emigrati <strong>di</strong> lavori che non richiedono <strong>un</strong>a particolare qualifica ma <strong>un</strong>a grande forza fisica.<br />
La stanza de<strong>di</strong>cata ai mestieri dove sono esposti oggetti appartenenti ai <strong>di</strong>versi ambiti lavorativi che<br />
caratterizzavano la scelta d’immpiego dei nostri emigrati. Pannelli <strong>di</strong> testo descrivono le varie attività:<br />
agricoltore e garzone, serve e balie, scalpellino, minatore e muratore.<br />
U n p i c c o l o S t a t o n e l l a G r a n d e S t o r i a Noemi Ugolini<br />
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