un anno di eventi - Porto di Genova
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U n p i c c o l o S t a t o n e l l a G r a n d e S t o r i a Noemi Ugolini<br />
l’emigrazione europea verso i paesi<br />
oltreoceanici (per anni soluzione, almeno in<br />
parte, dei problemi economici e sociali del<br />
continente), fu drasticamente limitata negli<br />
Stati Uniti da provve<strong>di</strong>menti che abbassarono<br />
i massimali annuali <strong>di</strong> immigrati e nel Sud<br />
America, dalle crisi economiche e politiche che<br />
si abbatterono su quei paesi e che li spinsero ad<br />
<strong>un</strong>a progressiva chiusura verso i lavoratori in<br />
entrata.<br />
Anche San Marino conobbe il restringimento<br />
quantitativo delle partenze dei suoi<br />
concitta<strong>di</strong>ni verso gli Stati Uniti a causa<br />
dell’imposizione della quota poiché, in <strong>un</strong><br />
primo momento, i sammarinesi, vennero<br />
inclusi nella percentuale italiana.<br />
Nel gennaio 1923 il Segretario <strong>di</strong> Stato per gli<br />
Affari Esteri chiese all’Ambasciatore degli Stati<br />
Uniti a Roma che alla Repubblica in quanto<br />
“Stato del tutto in<strong>di</strong>pendente dal Regno<br />
d’Italia”, venisse attribuita <strong>un</strong>a propria quota e<br />
nel 1924 arrivarono <strong>di</strong>sposizioni affinché<br />
venisse attribuita ad ogni nazione <strong>un</strong>a quota<br />
minima <strong>di</strong> 100 <strong>un</strong>ità per <strong>anno</strong> fiscale.<br />
Negli anni Venti molte delle cause economiche<br />
e sociali che spinsero alle partenze rimasero<br />
inalterate ma, a queste, vi si legarono anche<br />
motivazioni politiche. Con l’avvento del<br />
fascismo in Italia e poi anche a San Marino, si<br />
registrò, infatti, <strong>un</strong> consistente esodo <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>ni, (non solo braccianti e operai) i quali,<br />
non intendendo sottostare a quel regime<br />
coercitivo <strong>di</strong> cui non con<strong>di</strong>videvano<br />
l’ideologia, cercarono all’estero o in altre<br />
regioni italiane riparo da violenze, e minacce,<br />
GLI EVENTI CORRELATI<br />
La stanza de<strong>di</strong>cata all’arrivo; attraverso pannelli illustrativi, grafici e fotografie viene documentato l’arrivo nel<br />
paese ospitante; <strong>un</strong> planisfero interattivo mostra le mete raggi<strong>un</strong>te dagli emigrati sammarinesi (13.000 ancora<br />
oggi vivono lontano dal Titano). I documenti esposti al centro della sala sono testimonianza del forte spirito<br />
associazionistico che contrad<strong>di</strong>stingue queste com<strong>un</strong>ità.<br />
lasciando gran<strong>di</strong> vuoti politici.<br />
San Marino e l’Italia, nonostante la sostanziale<br />
analogia dei regimi, attuarono due <strong>di</strong>verse<br />
politiche migratorie. Per quanto riguarda<br />
l’Italia, il governo fascista iniziò <strong>un</strong>a politica<br />
interna contraria agli espatri soprattutto per<br />
motivi <strong>di</strong> orgoglio e <strong>di</strong> prestigio nazionale. Il<br />
governo fascista sammarinese, al contrario,<br />
ebbe <strong>un</strong> atteggiamento favorevole nei<br />
confronti del fenomeno migratorio. In<br />
apparenza, perché l’emigrante potesse vivere<br />
esperienze che lo fortificassero, lo arricchissero,<br />
gli aprissero nuovi panorami che, <strong>un</strong>a volta<br />
tornato, potesse trasmettere per contribuire<br />
allo sviluppo del paese, in realtà per non<br />
ridurre le preziose rimesse in valuta pregiata<br />
che dall’estero venivano inviate alle famiglie.<br />
Nel 1929 con il crollo della Borsa a Wall Street<br />
si ebbe <strong>un</strong>a grave crisi mon<strong>di</strong>ale che fermò<br />
considerevoli forme <strong>di</strong> emigrazione. In questi<br />
stessi anni <strong>di</strong>minuirono gli spostamenti verso<br />
la Francia a causa delle <strong>di</strong>fficoltà economiche e<br />
politiche che iniziarono ad interessare anche<br />
quel Paese. Così, nonostante l’impossibilità<br />
dello Stato sammarinese <strong>di</strong> far fronte ad <strong>un</strong>a<br />
situazione <strong>di</strong> paralisi economica, in questi anni<br />
partire fu più <strong>di</strong>fficile ed il flusso migratorio,<br />
sia temporaneo che definitivo, tanto<br />
continentale che extra-continentale, si abbassò<br />
drasticamente e costrinse, ancora <strong>un</strong>a volta,<br />
molti citta<strong>di</strong>ni al rimpatrio.<br />
L’<strong>un</strong>ico movimento che si manifestò fu <strong>di</strong>retto<br />
verso le opere <strong>di</strong> bonifica italiane. Tuttavia<br />
anche nel Regno, la grande crisi economica del<br />
1929, e più tar<strong>di</strong> le sanzioni internazionali