un anno di eventi - Porto di Genova

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02.02.2013 Views

130 I l S o g n o , i S o g n i Mauro Bocci realizza una lunga serie di affiche con i soggetti più disparati: abbronzate e sorridenti signore tedesche si alternano a vedute di gusto stilizzato di sgargianti baie mesoamericane circondate da isolette con fumanti vulcani e ad altre del Vicino Oriente; particolarmente efficace appare la festosa raffigurazione di un tucano, in occasione di una “esplorazione” amazzonica del ’37. Anton veleggia anch’egli verso Cuba e il Messico; sue sono la reclame del dirigibile Graf Zeppelin (1932) e un profilo di nave dalla sobria geometria. Feldtmann, da parte sua, predilige l’evocazione delle cose della marineria, per esempio, la prua di una nave vikinga a commento di una crociera nei mari nordici. Il dittico Norden/Süden costituisce invece una delle più interessanti invenzioni di questo illustratore: i due manifesti si diversificano per toni cromatici – il disco del sole è rispettivamente bianco e giallo – e per sensazione visiva – caldo-freddo – e hanno sullo fondo le carte geografiche e motivi vedutistici delle rispettive regioni e in primo piano figure in costumi tipici lapponi in un caso e arabo-turcheschi nell’altro. Oswald Voh, nel ’37, evoca con lirismo e semplicità un volo di cicogne per illustrare una crociera fra Scandinavia e Baltico. È uno degli ultimi esempi della pubblicità di navigazione d’anteguerra. Resterebbe da esplorare con attenzione la dialettica interna – se vi fu – fra totalitarismo nazista e sogni della borghesia tedesca d’epoca: probabilmente, e senza indulgere in nessun modo in revisionismi di sorta, si giungerebbe ad approfondimenti interessanti e forse inediti. I manifesti Hapag e Ndl possono costituire uno dei materiali di partenza per un’analisi di questo tipo. Detto questo, trascorreranno una decina d’anni, dopo la fine del conflitto scatenato da Hitler, perché la Germania, dopo essersi lodevolmente rimboccata le maniche, possa riproporsi sulla scena mondiale anche come fabbrica dei sogni, non soltanto nel turismo marittimo. Il cinema tedesco, per esempio, rinasce con il successo internazionale di La ragazza Rosemarie (1958), storia di una giovane squillo che tenta una difficile ascesa sociale nelle atmosfere del boom economico della Repubblica federale. E un poco come Rosemarie veste la ragazza con i calzoncini a righini sdraiata sulla nave Ariadne – che della protagonista del film potrebbe rappresentare la versione edulcorata e borghese – con la quale Voh riprende un filo non spezzato nel ’37. È l’ulteriore, e non ultimo passaggio nel dialogo per immagini tra un pubblico sempre più vasto e gli eredi di quegli austeri armatori del 1847, che nel tempo avrebbero appagato speranze e sogni oltre la linea dell’orizzonte.

69 69 Emigrazione come Immagine Genova, veduta dei Trogoli di Santa Brigida [1915-1920 ca. Fratelli Alinari - Archivi Alinari, Archivio Alinari, Firenze] I l S o g n o , i S o g n i Mauro Bocci 131

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I l S o g n o , i S o g n i Mauro Bocci<br />

realizza <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga serie <strong>di</strong> affiche con i<br />

soggetti più <strong>di</strong>sparati: abbronzate e sorridenti<br />

signore tedesche si alternano a vedute <strong>di</strong><br />

gusto stilizzato <strong>di</strong> sgargianti baie mesoamericane<br />

circondate da isolette con fumanti<br />

vulcani e ad altre del Vicino Oriente;<br />

particolarmente efficace appare la festosa<br />

raffigurazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> tucano, in occasione <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a “esplorazione” amazzonica del ’37.<br />

Anton veleggia anch’egli verso Cuba e il<br />

Messico; sue sono la reclame del <strong>di</strong>rigibile<br />

Graf Zeppelin (1932) e <strong>un</strong> profilo <strong>di</strong> nave<br />

dalla sobria geometria. Feldtmann, da parte<br />

sua, pre<strong>di</strong>lige l’evocazione delle cose della<br />

marineria, per esempio, la prua <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nave<br />

vikinga a commento <strong>di</strong> <strong>un</strong>a crociera nei mari<br />

nor<strong>di</strong>ci. Il <strong>di</strong>ttico Norden/Süden costituisce<br />

invece <strong>un</strong>a delle più interessanti invenzioni<br />

<strong>di</strong> questo illustratore: i due manifesti si<br />

<strong>di</strong>versificano per toni cromatici – il <strong>di</strong>sco del<br />

sole è rispettivamente bianco e giallo – e per<br />

sensazione visiva – caldo-freddo – e h<strong>anno</strong><br />

sullo fondo le carte geografiche e motivi<br />

vedutistici delle rispettive regioni e in primo<br />

piano figure in costumi tipici lapponi in <strong>un</strong><br />

caso e arabo-turcheschi nell’altro.<br />

Oswald Voh, nel ’37, evoca con lirismo e<br />

semplicità <strong>un</strong> volo <strong>di</strong> cicogne per illustrare<br />

<strong>un</strong>a crociera fra Scan<strong>di</strong>navia e Baltico. È <strong>un</strong>o<br />

degli ultimi esempi della pubblicità <strong>di</strong><br />

navigazione d’anteguerra.<br />

Resterebbe da esplorare con attenzione la<br />

<strong>di</strong>alettica interna – se vi fu – fra totalitarismo<br />

nazista e sogni della borghesia tedesca<br />

d’epoca: probabilmente, e senza indulgere in<br />

ness<strong>un</strong> modo in revisionismi <strong>di</strong> sorta, si<br />

gi<strong>un</strong>gerebbe ad approfon<strong>di</strong>menti interessanti<br />

e forse ine<strong>di</strong>ti. I manifesti Hapag e Ndl<br />

possono costituire <strong>un</strong>o dei materiali <strong>di</strong><br />

partenza per <strong>un</strong>’analisi <strong>di</strong> questo tipo. Detto<br />

questo, trascorrer<strong>anno</strong> <strong>un</strong>a decina d’anni,<br />

dopo la fine del conflitto scatenato da Hitler,<br />

perché la Germania, dopo essersi<br />

lodevolmente rimboccata le maniche, possa<br />

riproporsi sulla scena mon<strong>di</strong>ale anche come<br />

fabbrica dei sogni, non soltanto nel turismo<br />

marittimo. Il cinema tedesco, per esempio,<br />

rinasce con il successo internazionale <strong>di</strong> La<br />

ragazza Rosemarie (1958), storia <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />

giovane squillo che tenta <strong>un</strong>a <strong>di</strong>fficile ascesa<br />

sociale nelle atmosfere del boom economico<br />

della Repubblica federale.<br />

E <strong>un</strong> poco come Rosemarie veste la ragazza<br />

con i calzoncini a righini sdraiata sulla nave<br />

Ariadne – che della protagonista del film<br />

potrebbe rappresentare la versione edulcorata<br />

e borghese – con la quale Voh riprende <strong>un</strong><br />

filo non spezzato nel ’37.<br />

È l’ulteriore, e non ultimo passaggio nel<br />

<strong>di</strong>alogo per immagini tra <strong>un</strong> pubblico<br />

sempre più vasto e gli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> quegli austeri<br />

armatori del 1847, che nel tempo avrebbero<br />

appagato speranze e sogni oltre la linea<br />

dell’orizzonte.

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