un anno di eventi - Porto di Genova

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02.02.2013 Views

120 L ’ a v v e n t u r a a m e r i c a n a d i A n t o n i o J a n n u z z i Giovanna Rosso Del Brenna Figlio del capomastro Fioravante Jannuzzi, Antonio (Fuscaldo,1855-Rio de Janeiro, 1949) emigrò giovanissimo da Fuscaldo, Calabria, con il fratello Giuseppe, dirigendosi prima a Montevideo e quindi, nel 1874,a Rio de Janeiro, dove fondava l’anno seguente l’impresa di costruzioni “Antonio Jannuzzi & Irmão”. Meno di dieci anni dopo arrivarono dall’Italia altri due fratelli, Francesco e Camillo (morto nel 1885)e più tardi, nel 1892, il fratello minore Michelangelo. Nel 1898 la ditta partecipava all’Esposizione Generale Italiana di Torino, presentando nella sezione italo-brasiliana oltre cento fotografie di palazzi e edifici industriali realizzati a Rio de Janeiro e dintorni (tra cui il gigantesco Mulino Fluminense nel quartiere di Saude)e veniva premiata con la medaglia d’oro. Il premio valse a Jannuzzi un invito del governo dello stato dell’Amazzonia per l’erezione di un grande ospedale a Manaus; egli organizzò a questo scopo una vera e propria spedizione di più di 250 persone, ma l’iniziativa non venne portata a termine per inadempienze contrattuali. Nel 1904, quando iniziò - con l’apertura dell’Avenida Central - il rinnovamento urbano della capitale promosso dal governo repubblicano, la “Antonio Jannuzzi, irmão & C.ia” era la principale impresa di costruzioni di Rio de Janeiro; costruì ben 15 palazzi nella nuova arteria, tra cui quelli di Eduardo Guinle ( la prima pietra venne posta il giorno dell’inaugurazione dei lavori), la sede del Jornal do Comercio , il palazzo Docas de Santos su progetto dell’architetto di São Paulo Ramos de Azevedo, e la sede dell’ufficio tecnico della stessa impresa Jannuzzi (terminata, a tempo di record, nel 1905). Nel 1906 la commissione costruttrice dell’Avenida Central commissionava alla ditta anche l’obelisco di granito di 17 metri -ancora esistente - che concludeva trionfalmente l’avenida ( e che venne realizzato nelle cave e officine di proprietà Jannuzzi sul Morro da Viuva). A differenza dei fratelli Giuseppe e Michelangelo, che ritornarono in patria nel primo decennio del Novecento, Antonio Jannuzzi si stabilì definitivamente a Rio de Janeiro, dedicandosi, oltre che alla conduzione della sua impresa – in cui era coadiuvato dal fratello Francesco e dal figlio Antonio- alla pubblicistica. Scrisse, tra l’altro, un importante saggio sulle case operaie e numerosi articoli e lettere aperte per i principali quotidiani della capitale sul problema dei senza tetto e sulla necessità urgente di un programma di edilizia popolare. Nel 1928, quando venne intervistato nel suo studio nell’Avenida Rio Branco 144 (già Avenida Central) dal corrispondente di Le vie d’Italia e dell’America Latina, era cavaliere del lavoro, membro del Consiglio del Club di Ingegneria, presidente della Società dei Costruttori Civili da lui stesso

fondata (attuale SINDUSCON), e presidente della Società Italiana di Beneficenza e Mutuo Soccorso, di cui aveva costruito la sede e nella quale , valendosi del suo prestigio, aveva riunito il comitato della Dante Alighieri, il gruppo dei Fuscaldesi, i Reduci e il Fascio. La sua è una delle tante storie di emigranti “fortunati” – architetti, costruttori, scultori, decoratori – che ci proponiamo di ricostruire in un prossimo futuro, valendoci della ricca documentazione, spesso inedita o dimenticata, custodita in archivi e raccolte italiane e latinoamericane. 65 65 Emigrazione come Immagine Edificio Serpa, (Antonio Jannuzzi, Irmao & Comp. architetti e costruttori) Edificio Costa, (A.Morales de los Rios architetto, Antonio Jannuzzi, Irmao & Comp. costruttori) Palazzo Resende, (A.Bandiera architetto; Paolo Schroeder costruttore) [Genova - Collezione Privata] The American adventure of Antonio Jannuzzi is one of the many stories of “lucky” emigrants - architects, builders, sculptors and decorators - that the author proposes to reconstruct in a near future, utilising a wide range of what is often unpublished or forgotten documentation on file in Italian and Latin American archives and collections. Articolo di presentazione in occasione della mostra “Finestre sulle Americhe” Genova 6-29/ 8/2004 121

fondata (attuale SINDUSCON), e presidente<br />

della Società Italiana <strong>di</strong> Beneficenza e<br />

Mutuo Soccorso, <strong>di</strong> cui aveva costruito la<br />

sede e nella quale , valendosi del suo<br />

prestigio, aveva ri<strong>un</strong>ito il comitato della<br />

Dante Alighieri, il gruppo dei Fuscaldesi, i<br />

Reduci e il Fascio.<br />

La sua è <strong>un</strong>a delle tante storie <strong>di</strong> emigranti<br />

“fort<strong>un</strong>ati” – architetti, costruttori,<br />

scultori, decoratori – che ci proponiamo <strong>di</strong><br />

ricostruire in <strong>un</strong> prossimo futuro,<br />

valendoci della ricca documentazione,<br />

spesso ine<strong>di</strong>ta o <strong>di</strong>menticata, custo<strong>di</strong>ta in<br />

archivi e raccolte italiane e latinoamericane.<br />

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Emigrazione come Immagine<br />

E<strong>di</strong>ficio Serpa, (Antonio Jannuzzi, Irmao & Comp. architetti e costruttori)<br />

E<strong>di</strong>ficio Costa, (A.Morales de los Rios architetto, Antonio Jannuzzi, Irmao & Comp. costruttori)<br />

Palazzo Resende, (A.Ban<strong>di</strong>era architetto; Paolo Schroeder costruttore)<br />

[<strong>Genova</strong> - Collezione Privata]<br />

The American adventure of Antonio<br />

Jannuzzi is one of the many stories of<br />

“lucky” emigrants - architects, builders,<br />

sculptors and decorators - that the author<br />

proposes to reconstruct in a near future,<br />

utilising a wide range of what is often<br />

<strong>un</strong>published or forgotten documentation on<br />

file in Italian and Latin American archives<br />

and collections.<br />

Articolo <strong>di</strong> presentazione in occasione della<br />

mostra “Finestre sulle Americhe”<br />

<strong>Genova</strong> 6-29/ 8/2004<br />

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