un anno di eventi - Porto di Genova
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F u m e t t o : l i n g u a g g i o m i g r a n t e Ferruccio Giromini<br />
pittura con il gruppo del Blaue Reiter,<br />
insegnerà alla Bauhaus <strong>di</strong> Gropius, collaborerà<br />
con Klee e Kan<strong>di</strong>nskij, sarà perseguitato dai<br />
nazisti come artista “degenerato”; e i suoi<br />
lontani fumetti, ormai introvabili perché<br />
<strong>di</strong>fficilmente collezionati a suo tempo,<br />
rester<strong>anno</strong> sconosciuti al grosso pubblico ma<br />
sapr<strong>anno</strong> influenzare ancora in tempi recenti<br />
gli autori più colti e curiosi.<br />
L’alta concentrazione <strong>di</strong> autori ori<strong>un</strong><strong>di</strong><br />
imprime d<strong>un</strong>que <strong>un</strong> marchio indelebilmente<br />
“interetnico” all’infanzia del fumetto americano.<br />
Questo nasce e cresce come linguaggio<br />
incontrovertibilmente “migrante”. Di fatto,<br />
nell’Europa del primo Novecento i racconti<br />
per immagini mantengono in genere<br />
caratteristiche perlopiù ottocentesche. La<br />
società europea, più tra<strong>di</strong>zionale, non è ancora<br />
sottoposta alle accelerazioni <strong>di</strong> mercato e <strong>di</strong><br />
gusto che invece st<strong>anno</strong> già caratterizzando gli<br />
ambienti americani. Invece questi, con la loro<br />
giovanile irruenza, cominciano ad aprire<br />
nuove strade; e anzi, da allora, ormai anche ad<br />
in<strong>di</strong>carle al resto del mondo. Ad esempio, già<br />
con la crisi <strong>di</strong> Wall Street del 1907, quando si<br />
prefigura <strong>un</strong> <strong>di</strong>sastroso crollo finanziario per<br />
l’economia <strong>di</strong> tutti gli Stati Uniti (e ormai<br />
sappiamo che la rovina è solo rimandata al<br />
1929), il pubblico americano comincia ad<br />
interessarsi più <strong>di</strong> prima ai temi sociali. Si<br />
leggono perciò più giornali, e gli e<strong>di</strong>tori<br />
stu<strong>di</strong>ano altre formule per venderne sempre<br />
più. Tra queste, ben presto si fa largo <strong>un</strong>’idea <strong>di</strong><br />
facile realizzazione e poco costo, ma <strong>di</strong> sicuri<br />
risultati: inserire i comics sui quoti<strong>di</strong>ani tutti i<br />
giorni, e non più solo la domenica. Tuttavia, in<br />
cerca <strong>di</strong> <strong>un</strong>a collocazione all’interno del<br />
normale fascicolo feriale, questa non può<br />
togliere troppo spazio alle notizie, né può<br />
ricorrere ai colori. Nasce così, accanto a quella<br />
che ormai si chiama in gergo “tavola<br />
domenicale” (s<strong>un</strong>day page), la più piccola e<br />
agile “striscia giornaliera” (daily strip). E questa<br />
piccola rivoluzione, che moltiplica per sette la<br />
frequenza <strong>di</strong> rapporto tra lettori e fumetti, non<br />
sarà senza conseguenze per i comics neppure<br />
dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista dei contenuti. Il loro<br />
linguaggio si fa infatti vieppiù colloquiale,<br />
confidenziale; si possono cominciare a trattare<br />
temi quoti<strong>di</strong>ani, familiari; e ad<strong>di</strong>rittura si<br />
mettono i primi germi della grande mutazione<br />
ventura dai temi umoristici a quelli avventurosi.<br />
Il linguaggio del fumetto evolverà d<strong>un</strong>que<br />
verso <strong>un</strong>a sequela <strong>di</strong> incarnazioni e<br />
reincarnazioni successive, che oggi non è<br />
ancora terminata. Una storia l<strong>un</strong>ga e<br />
complessa, che ovviamente qui non si può<br />
nemmeno condensare. Ma per rimanere tra i<br />
soli comics delle origini (i più legati alla<br />
cultura incrociata delle masse emigrate, quella<br />
stessa che dà origine anche al primo cinema),<br />
citiamo ancora <strong>un</strong> terzetto <strong>di</strong> autori piuttosto<br />
significativi per l’evoluzione del protofumetto.<br />
Il primo è Charles William Kahles. Di origine<br />
tedesca, a partire dal 1898 realizza molte serie<br />
<strong>di</strong>fferenti per il “New York World” <strong>di</strong> Pulitzer,<br />
per la maggior parte naturalmente comiche.<br />
Tra queste, Clumsy Claude, uscita tra il 1906 e<br />
il 1912, in cui il “maldestro Claude” fa ridere<br />
con gli artifici classici delle cadute rovinose o