un anno di eventi - Porto di Genova
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F u m e t t o : l i n g u a g g i o m i g r a n t e Ferruccio Giromini<br />
assoluta mancanza <strong>di</strong> concorrenza, questo<br />
“cinema dei poveri” ri<strong>un</strong>isce attorno al foglio<br />
<strong>di</strong> carta stampata l’intera famiglia, gran<strong>di</strong> e<br />
piccini, tanto nelle classi ricche quanto in<br />
quelle povere. Queste ultime, anzi, h<strong>anno</strong> <strong>un</strong><br />
motivo in più per <strong>di</strong>vorare le storielle comiche<br />
<strong>di</strong>segnate: all’interno delle sintetiche nuvolette,<br />
redatte in leggibile stampatello<br />
maiuscolo, appaiono <strong>di</strong> volta in volta poche<br />
frasi che spiegano il senso dell’immagine, ma<br />
nel contempo i testi si capiscono più<br />
facilmente proprio facendo ricorso all’immagine,<br />
e quin<strong>di</strong> rappresentano <strong>un</strong> ottimo<br />
coa<strong>di</strong>uvante all’appren<strong>di</strong>mento della lettura<br />
dell’inglese. Se a ciò aggi<strong>un</strong>giamo che gran<br />
parte della popolazione degli Stati Uniti è<br />
ancora costituita da recenti immigrati<br />
dall’Europa che h<strong>anno</strong> ben poca <strong>di</strong>mestichezza<br />
con l’inglese parlato, e figuriamoci con quello<br />
scritto, capiremo per esempio le ragioni della<br />
nutrita presenza nei comics <strong>di</strong> personaggi che<br />
parlano in mo<strong>di</strong> irresistibilmente sgrammaticati,<br />
e <strong>di</strong> protagonisti bambini o poveri e<br />
sfort<strong>un</strong>ati.<br />
E’ evidente che così l’immedesimazione dei<br />
lettori risulta molto facilitata.<br />
Alc<strong>un</strong>i altri pionieri del fumetto americano<br />
comprovano ampiamente il fatto. A<br />
cominciare da Happy Hooligan, nato nel 1900<br />
dall’estro <strong>di</strong> Frederick Burr Opper, che già al<br />
suo primo presentarsi offre due in<strong>di</strong>cazioni<br />
interessanti su <strong>di</strong> sé: è <strong>un</strong> cuorcontento (nome)<br />
ed è <strong>di</strong> origine irlandese (cognome). Noto poi<br />
anche in Italia come Fort<strong>un</strong>ello, il protagonista<br />
<strong>di</strong> questa serie è in realtà <strong>un</strong> rozzo senzatetto,<br />
con in testa <strong>un</strong> barattolo vuoto <strong>di</strong> pomodoro<br />
per cappello, a cui ne capitano <strong>di</strong> tutti i colori.<br />
Clown can<strong>di</strong>do e triste, tanto sprovveduto da<br />
sembrare quasi <strong>un</strong> minorato, passa per <strong>un</strong><br />
possibile ispiratore dell’immortale vagabondo<br />
<strong>di</strong> Charlie Chaplin; come lui, in effetti, muove<br />
al riso proprio perché le sue sfort<strong>un</strong>e sono<br />
entertainment, mentre nella realtà metterebbe<br />
tristezza. Invece fa ridere, perché le <strong>di</strong>sgrazie<br />
degli altri h<strong>anno</strong> l’indubbio potere <strong>di</strong><br />
consolarci delle nostre. È insomma <strong>un</strong><br />
prodotto pensato per poveri <strong>di</strong>sgraziati. E<br />
meno male che è ottimista, così anche la<br />
morale è salva.<br />
Una delle serie più fuori del com<strong>un</strong>e nella<br />
secolare storia dei fumetti è senza alc<strong>un</strong> dubbio<br />
The Upside-Downs, realizzata da Gustave<br />
Verbeck per il solito “New York Herald”.<br />
Uscita dal 1903 al 1905 sotto il titolo<br />
completo The Upside-Downs of Little Lady<br />
Lovekins and Old Man Muffaroo (più o meno:<br />
“i sottosopra, i rivolgimenti, gli an<strong>di</strong>rivieni<br />
della piccola dama Famigliola e del vecchio<br />
signor Pasticciacci”) presenta sei riquadri per<br />
ogni episo<strong>di</strong>o: <strong>di</strong>segnati in <strong>un</strong>o strano modo<br />
che sembra nascondere sempre qualcosa, <strong>di</strong><br />
solito iniziano raccontando il sopraggi<strong>un</strong>gere<br />
<strong>di</strong> qualche guaio, in cui facilmente si caccia<br />
l’agitata signorina. Arrivati alla sesta vignetta,<br />
veniamo invitati a capovolgere la pagina e a<br />
continuarne la lettura alla rovescia. E<br />
scopriamo infatti che la storia continua con<br />
altri sei momenti, leggibili ora al contrario, in<br />
cui il cappello <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>venta la gonna <strong>di</strong> lei, i<br />
capelli scomposti <strong>di</strong> lei i baffoni ispi<strong>di</strong> <strong>di</strong> lui, e