un anno di eventi - Porto di Genova
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Emigrazione: speranza <strong>di</strong> andate e ritorni<br />
M e m o r i a d i t u t t i Fabio Capocaccia<br />
Città <strong>di</strong> mare, porto <strong>di</strong> emigranti. <strong>Genova</strong> lo è da sempre. Ma per più <strong>di</strong> <strong>un</strong> secolo,<br />
dall’Unità d’Italia in poi, le banchine genovesi e l’area portuale sono stati tutto <strong>un</strong><br />
brulicare <strong>di</strong> uomini, donne, bambini, bagagli, in attesa <strong>di</strong> prendere il mare, destinazione<br />
le promesse Americhe. La città e il porto ne conservano ancora segni tangibili.<br />
L’espansione tardo ottocentesca dello scalo trasformò il vecchio ponte Federico<br />
Guglielmo, pontile d’attracco per i primi transatlantici, in <strong>un</strong>a struttura molto simile<br />
all’o<strong>di</strong>erna stazione marittima, articolata, capace <strong>di</strong> accogliere i flussi migratori che<br />
quoti<strong>di</strong>anamente arrivavano a <strong>Genova</strong> dal Nord Europa e da tutto lo stivale – dal Veneto<br />
alla Sicilia – per affrontare la traversata transoceanica. E <strong>Genova</strong>, che fino ad allora era<br />
stata essenzialmente porta tramite cui transitava ogni genere <strong>di</strong> merce, fu costretta a<br />
convertire in parte la propria vocazione commerciale a quel nuovo e strano traffico.<br />
Fu così che nel giro <strong>di</strong> <strong>un</strong>a manciata d’anni in città fu tutto <strong>un</strong> fiorire <strong>di</strong> compagnie <strong>di</strong><br />
navigazione, agenzie <strong>di</strong> emigrazione, ricoveri per emigranti, osterie.<br />
E’ a questa memoria, <strong>di</strong>menticata dalle cronache dei libri <strong>di</strong> storia, che l’Autorità Portuale<br />
ha deciso <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care <strong>un</strong> omaggio.<br />
Nel 2004, <strong>anno</strong> in cui <strong>Genova</strong> è stata Capitale europea della Cultura, il porto ha<br />
contribuito al programma della città curandone la sezione monografica de<strong>di</strong>cata<br />
all’emigrazione. E’ così che i genovesi h<strong>anno</strong> trovato, all’interno del calendario degli<br />
<strong>eventi</strong>, <strong>un</strong>a ventina <strong>di</strong> iniziative curate da Autorità Portuale tra convegni, mostre<br />
fotografiche, rassegne cinematografiche, concerti, spettacoli teatrali: <strong>un</strong>o spaccato quasi<br />
completo dell’attività umana vista sotto la luce a volte drammatica <strong>di</strong> <strong>un</strong>a scelta spesso<br />
obbligata, intensamente vissuta in tutti gli aspetti della cultura e del sociale.<br />
Il risultato ottenuto – oltre naturalmente al successo riscosso dai singoli <strong>eventi</strong> – è <strong>un</strong><br />
tributo quasi doveroso ad <strong>un</strong> capitolo significativo della nostra storia: ovvero aver<br />
ricondotto l’attenzione della com<strong>un</strong>ità e dei me<strong>di</strong>a ad <strong>un</strong> tema che fino ad oggi era stato<br />
rimosso dall’immaginario collettivo della città e del Paese.