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Frustuli di manoscritti greci a Troina in Sicilia - Antichità e Tradizione ...

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SANTO LUCÀ - SEBASTIANO VENEZIA «<strong>Frustuli</strong> <strong>di</strong> <strong>manoscritti</strong> <strong>greci</strong> a <strong>Tro<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong>»<br />

Il confronto paleografico fra la scrittura dei Frr. I-II con quella del co<strong>di</strong>ce<br />

Vaticano testè menzionato è così cogente da dover sospettare, sebbene non<br />

manch<strong>in</strong>o alcune significative <strong>di</strong>fferenze formali, il medesimo scriba. Se così<br />

fosse, ne <strong>di</strong>scenderebbe che il cimelio è stato verosimilmente realizzato nella<br />

stessa <strong>Tro<strong>in</strong>a</strong> nel primo quarto del secolo XII, confermando il fatto, da più<br />

parti evocato e oramai acquisito, che alla (ri)<strong>greci</strong>zzazione dell’isola conquistata<br />

dai Normanni contribuì <strong>in</strong> modo decisivo quella folta schiera <strong>di</strong> copisti,<br />

notai e funzionari che, proveniente dalla Calabria, si trasferì nell’isola anche<br />

per volere dei nuovi padroni. Alla conclusione che il probabile amanuense<br />

dei nostri frammenti sia stato proprio il notarios <strong>di</strong> Reggio Leone, che prestò<br />

la sua attività <strong>di</strong> scriba professionista nella città nebroidea, non si oppone<br />

la storia sopra del<strong>in</strong>eata dei nostri frammenti.<br />

E del resto, una nota <strong>di</strong> possesso del secolo XVII, apposta sul verso della<br />

carta <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a posteriore del secondo tomo dell’e<strong>di</strong>zione a stampa e qui <strong>di</strong><br />

seguito fedelmente trascritta «libru <strong>di</strong> presti rzabadeu / baruni homu <strong>di</strong> abeni<br />

a mia ko/un . tu presti laurenrju yo/maw», riferisce che nell’avanzato Seicento<br />

l’e<strong>di</strong>zione a stampa che conserva i nostri frammenti circolò <strong>in</strong> ambiente ecclesiastico-sacerdotale<br />

<strong>in</strong> cui il greco-romanzo era stentatamente sopravvissuto:<br />

essa, <strong>in</strong>fatti, appartenne al prete Zabedeo Barone (?), uomo dabbene,<br />

che poi la donò al prete Lorenzo Tommaso (?) 174 .<br />

Se dunque la storia <strong>di</strong> tali frammenti è veramente collegata con la città<br />

<strong>di</strong> <strong>Tro<strong>in</strong>a</strong>, sarebbe proprio il monastero <strong>di</strong> S. Michele il probabile luogo <strong>di</strong><br />

produzione e conservazione del perduto co<strong>di</strong>ce crisostomico, tanto più che<br />

già nel C<strong>in</strong>quecento esso custo<strong>di</strong>va vari cimeli bisognosi <strong>di</strong> restauro 175 .<br />

confronti possono essere istituiti anche con altri co<strong>di</strong>ci più o meno coevi, quali, ad esempio, il<br />

rotolo Barb. gr. 451, il S<strong>in</strong>assario Ambr. D 74 sup. + D 72 sup. f. 30: S. LUCÀ, Lo scriba e il committente<br />

dell’Ad<strong>di</strong>t. 28270. Ancora sullo stile «rossanese», <strong>in</strong> Bollett<strong>in</strong>o della Ba<strong>di</strong>a greca <strong>di</strong> Grottaferrata,<br />

n.s. 47 (1993), pp. 165-225: 212 e tav. 6, 215-216 e tav. 14; ovvero ancora con la silloge<br />

giuri<strong>di</strong>ca Scorial. T.III.13, relativamente ai ff. 1r-13r e 36r-41r, e col Giorgio Monaco Scorial.<br />

F.I.1: LUCÀ, Dalle collezioni manoscritte cit., pp. 76-77, tavv. 18a, 18b-19.<br />

174 «Presti» <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong> e Calabria è un cognome, come Lo Presti e simili, ma esso designa<br />

anche il «prete» dall’antico francese «prestre»: G. ROHLFS, Dizionario dei cognomi e soprannomi<br />

<strong>in</strong> Calabria, Repertorio storico e filologico, Ravenna 1979, s.v.; ID., Dizionario toponomastico e<br />

onomastico della Calabria. Prontuario filologico-geografico, Ravenna 1974, s.v. «Presta». Sui personaggi<br />

ricordati, ammesso che sia corretta l’<strong>in</strong>terpretazione suggerita, non sono riuscito a r<strong>in</strong>venire<br />

materiali utili a collocarli meglio nel tempo e nello spazio. Osservo, tuttavia, che il<br />

cognome «Barone» è <strong>di</strong>ffuso <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong> nonché nella stessa <strong>Tro<strong>in</strong>a</strong>, dove nel corso del secolo XVI<br />

è attestata la presenza <strong>di</strong> una omonima famiglia <strong>di</strong> notai che, fra l’altro, come ovvio, possedeva<br />

anche libri: VENEZIA, Attività culturale e circolazione libraria cit., pp. 25-26.<br />

175 Supra, p. 91 e n. 72.<br />

Erytheia 31 (2010) 75-132 116

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