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30.01.2013 Views

tualmente potuto fare sarebbe servito a farlo rivivere. Sarebbe stata pazzia bella e buona se fosse andata a cacciarsi nelle grinfie di gente come quella per la sola, fievole speranza di poterlo vendicare. Il suo sistema nervoso non avrebbe retto e lei avrebbe finito per tradirsi. Mary mutò decisione, di colpo: non sarebbe andata con Ratnadatta il sabato seguente; non sarebbe tornata nemmeno dalla Wardeel il martedì sera. Se ne sarebbe andata ben lontano finché era in tempo, avrebbe tentato di dimenticare tutta quella sordida storia il più celermente possibile. 7 Un accidente... fortuito? La domenica mattina Mary dormì sino a tardi. Le emozioni della sera precedente l'avevano sfinita e adesso si sentiva stanca e svogliata. Ripensando alla conversazione con Ratnadatta e a quel che le aveva detto delle antiche religioni, Mary doveva riconoscere che alcune argomentazioni avevano un fondo di vero e, in un certo senso, erano logiche. Ma ciò non alterava il fatto che i vantaggi ottenuti da pochi individui privi di scrupoli che aderivano a quel rito andavano a detrimento dei molti onesti e decenti, che quell'insegnamento amorale era una minaccia per la vita familiare, per i principi che governavano la società, per tutto ciò che poteva giovare in pro d'una vita ordinata. In ogni caso, lei non si era proposta di ottenere poteri eccezionali per se stessa e la sua decisione di rompere definitivamente con Ratnadatta e con tutto ciò che aveva a che fare coi riti occulti restava invariata. Ma questa nuova decisione suscitava un altro problema: cosa doveva fare di se stessa? Non era più in grado di riprendere i fili spezzati della sua vita al punto in cui li aveva lasciati per dare la caccia agli assassini di Teddy, perché prima di lasciare Wimbledon era andata da un agente immobiliare, al quale aveva detto che sarebbe tornata in Irlanda, gli aveva dato le chiavi del suo appartamento dicendogli che lo lasciasse arredato com'era e che lo affittasse al miglior prezzo possibile per almeno tre mesi. Il pensiero dell'appartamento riportò alla mente il ricordo di Teddy. Erano trascorse sei settimane dalla sua morte, eppure in certi giorni ne sentiva terribilmente la mancanza. Non che Teddy fosse stato il colpo di fulmine, l'unico amore della sua vita, ma con lei era stato gentile, generoso, un sostegno sicuro e lei aveva imparato a contare sulla sua presenza, sulla sua compagnia. Era stato anche un bell'uomo, un tipo degno di lei, anche se

come amante non era stato un fulmine, e quel che più importava, lei si era sforzata di rendere la loro casa un luogo dove lui potesse sentirsi felice, della quale potesse andare orgoglioso. E Mary si chiedeva come mai, viste le buone qualità di Teddy, non lo avesse amato di più. Poi si disse che forse era dipeso dal fatto che con un uomo così semplice, così aperto e buono, nessuna donna avrebbe stentato molto per comprenderne la personalità. Sembrava un triste corollario della vita stessa che gli uomini migliori fossero quasi sempre incapaci di suscitare passioni profonde, mentre gli irresponsabili, gli spensierati, gli ingannatori come Barney Sullivan riescono quasi sempre a farsi adorare dalle donne. Ma, se non altro, dal tentativo abortito sul nascere di scoprire gli assassini di Teddy, le restava in eredità Barney. Studiare il modo per vendicarsi di lui sarebbe servito, se non ad altro, a colmare le ore vuote che le lasciava il suo lavoro saltuario come modella. L'avrebbe rivisto quella sera, e tanto per tenerselo alle costole lo avrebbe incoraggiato un poco, forse gli avrebbe permesso anche di baciarla. Si alzò a mezzogiorno e si preparò alcune uova nella cucinetta scarsamente arredata. Mentre cucinava alla piccola stufa a gas, desiderava, e non era la prima volta, di poter tornare a casa sua, nella sua cucina ben attrezzata a Wimbledon. Quel desiderio le suggeriva l'idea di andarci. Non certo in casa, che ormai doveva essere stata affittata a qualcuno. Però il condominio le piaceva, ed era una giornata di mezzo aprile, piena di sole, le betulle grigie mettevano i primi germogli. Le probabilità d'imbattersi in qualcuno che conosceva erano minime. Ricordando che si era truccata in modo da cambiare aspetto, Mary si disse che nessuno l'avrebbe riconosciuta, nemmeno se si fosse incontrata a faccia a faccia con un'amica. Comunque, visto che aveva deciso di smetterla di fare l'investigatrice, non era più necessario che interrompesse i contatti con la vita trascorsa e con la signora Morden. Come sempre, spese molto tempo per la toeletta e per vestirsi elegantemente. Uscita, prese un autobus per recarsi al Green Man, all'angolo di Putney Heath. La bella giornata chiamava molta gente fuori di casa; un paio di volte uomini soli, che passeggiavano in auto, tentarono d'abbordarla offrendole un passaggio. Mary era abituata a quelle attenzioni indesiderate, quand'era sola, e ignoratele, s'avviò col suo passo fermo nel giardino dove, senza affrettarsi, visitò tutti i posti preferiti: il vecchio Mulino a Vento, la valletta nella quale si diceva che William Pitt il giovane, quan-

come amante non era stato un fulmine, e quel che più importava, lei si era<br />

sforzata di rendere la loro casa un luogo dove lui potesse sentirsi felice,<br />

della quale potesse andare orgoglioso.<br />

E Mary si chiedeva come mai, viste le buone qualità di Teddy, non lo<br />

avesse amato di più. Poi si disse che forse era dipeso dal fatto che con un<br />

uomo così semplice, così aperto e buono, nessuna donna avrebbe stentato<br />

molto per comprenderne la personalità. Sembrava un triste corollario della<br />

vita stessa che gli uomini migliori fossero quasi sempre incapaci di suscitare<br />

passioni profonde, mentre gli irresponsabili, gli spensierati, gli ingannatori<br />

come Barney Sullivan riescono quasi sempre a farsi adorare dalle<br />

donne.<br />

Ma, se non altro, dal tentativo abortito sul nascere di scoprire gli assassini<br />

di Teddy, le restava in eredità Barney. Studiare il modo per vendicarsi<br />

di lui sarebbe servito, se non ad altro, a colmare le ore vuote che le lasciava<br />

il suo lavoro saltuario come modella. L'avrebbe rivisto quella sera, e<br />

tanto per tenerselo alle costole lo avrebbe incoraggiato un poco, forse gli<br />

avrebbe permesso anche di baciarla.<br />

Si alzò a mezzogiorno e si preparò alcune uova nella cuci<strong>net</strong>ta scarsamente<br />

arredata. Mentre cucinava alla piccola stufa a gas, desiderava, e non<br />

era la prima volta, di poter tornare a casa sua, nella sua cucina ben attrezzata<br />

a Wimbledon. Quel desiderio le suggeriva l'idea di andarci. Non certo<br />

in casa, che ormai doveva essere stata affittata a qualcuno. Però il condominio<br />

le piaceva, ed era una giornata di mezzo aprile, piena di sole, le betulle<br />

grigie mettevano i primi germogli. Le probabilità d'imbattersi in qualcuno<br />

che conosceva erano minime. Ricordando che si era truccata in modo<br />

da cambiare aspetto, Mary si disse che nessuno l'avrebbe riconosciuta,<br />

nemmeno se si fosse incontrata a faccia a faccia con un'amica. Comunque,<br />

visto che aveva deciso di smetterla di fare l'investigatrice, non era più necessario<br />

che interrompesse i contatti con la vita trascorsa e con la signora<br />

Morden.<br />

Come sempre, spese molto tempo per la toeletta e per vestirsi elegantemente.<br />

Uscita, prese un autobus per recarsi al Green Man, all'angolo di<br />

Putney Heath. La bella giornata chiamava molta gente fuori di casa; un<br />

paio di volte uomini soli, che passeggiavano in auto, tentarono d'abbordarla<br />

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quand'era sola, e ignoratele, s'avviò col suo passo fermo nel giardino<br />

dove, senza affrettarsi, visitò tutti i posti preferiti: il vecchio Mulino a<br />

Vento, la valletta nella quale si diceva che William Pitt il giovane, quan-

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