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club satanista - Thule-italia.net

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guiva, voltato l'angolo, in un vicolo nel quale s'addentrarono per un centinaio<br />

di metri. Era un vicolo cieco che terminava in un cortile, simile a uno<br />

spiazzo, nel quale stavano parcheggiate dieci, dodici macchine con le luci<br />

spente.<br />

Sulla sinistra del cortile si levava una grande casa quadrata dalle cui alte<br />

finestre non traspariva un barlume di luce. Solo una lampadina nuda<br />

splendeva sotto il portichetto sull'ingresso al quale s'accedeva salendo cinque<br />

gradini, due dei quali spezzati, fiancheggiati da una balaustra. Sopra la<br />

grande porta dalla vernice scrostata, Mary notò una lu<strong>net</strong>ta simile alle tante<br />

che aveva visto nelle case della vecchia Dublino. Quella vecchia casa circondata<br />

da tuguri doveva risalire all'epoca georgiana.<br />

Ratnadatta premette più volte il campanello, quasi fosse un segnale morse.<br />

Qualcuno aprì. Entrati, si trovarono davanti al naso una tenda pesante<br />

che impediva alla luce di filtrare all'esterno, come usava all'epoca dei<br />

bombardamenti durante la guerra.<br />

Un'estremità della tenda venne sollevata da qualcuno e Mary e Ratnadatta<br />

passarono nel varco. Si ritrovarono in una sala non molto vasta, colonnata,<br />

al centro della quale c'era una scala con balaustra di ferro. L'interno<br />

era in contrasto stridente con l'esterno così misero: la sala era illuminata<br />

intensamente da un lampadario di cristallo appeso al centro, gli stucchi del<br />

soffitto erano dorati, i mobili del migliore Chippendale.<br />

Due domestici negri in livrea s'inchinarono silenziosi a Ratnadatta che<br />

entrava assieme a Mary, poi presero i loro soprabiti.<br />

Mary si chiedeva dove fosse ubicata la casa. Da Chelsea il taxi era partito<br />

puntando verso nord e lei era propensa a credere che fosse a Islington o<br />

in un altro di quei quartieri non molto distanti dalla City nella quale ricchi<br />

e nobili avevano, in antico, le loro dimore cittadine. Pareva proprio che<br />

qualche ricca famiglia fosse rimasta attaccata a quella casa con l'idea che il<br />

valore dovesse aumentare col passare degli anni, e invece era andato scemando<br />

a mano a mano che il quartiere era diventato più popolare e più<br />

sordido.<br />

Prima che Mary potesse concedersi altre speculazioni, Ratnadatta la<br />

spinse su per l'ampio scalone, poi lungo un corridoio sino a una stanza dalla<br />

forma alquanto strana, dal soffitto basso, molto lunga e stretta, al centro<br />

della quale stava un tavolo sul quale erano posate diverse caraffe e alcuni<br />

vassoi con tartine ed altro. Contro la parete in fondo stavano allineate una<br />

dozzina di sedie coi braccioli, ognuna delle quali aveva davanti una tenda<br />

di pesante broccato.

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