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club satanista - Thule-italia.net

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gioia che avrebbe provato, il trionfo che non sarebbe mancato quando, fattolo<br />

innamorare ben bene, l'avrebbe respinto, l'avrebbe reso il più miserabile<br />

degli uomini.<br />

Quel sabato sera Mary si recò all'appuntamento con Ratnadatta e lo incontrò<br />

all'ingresso della metropolitana di Sloane Square. Tutto lisciato,<br />

panciutello, con gli occhi neri inespressivi dietro le lenti spesse, ma coi<br />

denti da coniglio dischiusi in un sorriso accattivante, l'indiano l'accolse<br />

molto cortesemente, poi chiamò il primo taxi della fila in attesa di clienti.<br />

Ratnadatta era abbigliato come Mary l'aveva visto le sere precedenti: indossava<br />

un abito blu pallido di stoffa piuttosto leggera sul quale aveva<br />

messo un leggero soprabito color camoscio. A prescindere dal colore della<br />

pelle, l'unico indizio che poteva tradire la sua origine orientale era il berretto,<br />

del tipo di quello usato dal capo del governo indiano, il signor Nehru,<br />

e il profumo abbondante che investì Mary come una zaffata appena<br />

salirono nel taxi. A quel profumo Mary non aveva nulla da obiettare, specie<br />

se ricordava quante volte, a casa della Wardeel, era stata lì lì per scostarsi,<br />

tanto gli puzzava l'alito. E quella sera Mary si augurava che, con tutto<br />

quel profumo, l'alito che puzzava di pesce fradicio non si sentisse.<br />

L'auto percorse nemmeno un chilometro, poi accostò e andò a fermarsi<br />

davanti a un ristorante di Chelsea. Il proprietario, un eurasiatico, accolse<br />

Ratnadatta come un cliente di riguardo e, inchinatosi rispettosamente, li<br />

guidò sino al primo piano, in una saletta nella quale era stato approntato un<br />

solo tavolo, apparecchiato per due.<br />

Benché il suo anfitrione non fosse ancora alla soglia della mezza età,<br />

Mary non aveva pensato che potesse nutrire mire amorose nei suoi confronti.<br />

Adesso che si ritrovava sola con lui ricordava dagli anni delle sue<br />

esperienze più nere a cosa servivano quelle salette così appartate e così intime;<br />

e quando notò il piccolo divano addossato alla parete, si sentì prendere<br />

da un profondo senso di repulsione al pensiero di una vicinanza esagerata<br />

con l'uomo che aveva di fronte.<br />

Notato il suo imbarazzo, Ratnadatta s'affrettò a rassicurarla: «Non deve<br />

sentirsi a disagio, la prego. Ma le cose che dobbiamo discutere non devono<br />

essere udite da altri.»<br />

Momentaneamente rassicurata, Mary rispose: «Sì, certo. Capisco».<br />

Quando portarono il menù, Ratnadatta la esortò a scegliere quel che desiderava.<br />

Mary scelse gamberi alla crema, filetto di bue e uova in camicia.<br />

Ratnadatta scelse le stesse cose affermando che andavano benissimo anche<br />

per lui.

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