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le nubi non impediranno a me di vedere, ed è da tempo, ormai, che ho imparato l'arte della levitazione e posso attraversare burroni e crepacci nei quali nessuna guida oserebbe scendere. Io non soffro il freddo, e perciò posso salire e allontanarmi indisturbato superando la montagna per scendere in un'altra vallata dove ho già preparato tutto il necessario.» Mary era ossessionata dal timore che Barney e il colonnello Verney si fossero trovati nella stazione della teleferica al momento dell'esplosione. Gli occhi erano asciutti, incapaci di versare altre lacrime, ma la mente si torturava nel ricordo di Barney così allegro, sempre così spensierato in apparenza, e lei se l'immaginava ferito, insanguinato, estratto dalle macerie ancora fumanti. La convinzione che Barney la disprezzasse non attenuava il suo amore per lui. Da quando le parole di Wash le avevano fatto intuire che forse Barney era un giovane agente del colonnello Verney, pur incapace di spiegarsi quella strana metamorfosi, Mary aveva sentito l'attrazione mutarsi in amore reso più profondo dal rispetto e dall'ammirazione. Mary se ne stava nella stazione radio da quella che pareva un'eternità e si arrovellava torcendosi le dita. Sulle prime aveva pensato di mettere fuori uso la trasmittente strappando i fili, distruggendo quello che poteva, ma poi aveva finito per rinunciare pensando che anche se il Grande Ariete non avesse potuto lanciare il suo messaggio al mondo intero, non avrebbe mutato le sorti dell'umanità sino a quando fosse rimasto in grado di lanciare il razzo con la testata nucleare. Il Grande Ariete tornò, alla fine. Fattole cenno di alzarsi, sedette al suo posto e subito incominciò ad armeggiare attorno alla trasmittente. Mary se ne stava sulla soglia, ma non sentiva più quell'impulso che la obbligava a rimanere, però, sfinita com'era, non trovava nemmeno le forze per andarsene, per tornare nella sua baracca. Il Grande Ariete perse dieci minuti buoni per sintonizzarsi sull'onda che aveva prescelto, poi incominciò a parlare esprimendosi in una lingua che a Mary parve subito il russo. Il fatto ' che le avesse ordinato di rimanere lo si doveva, secondo lei, alla vanità smodata che lo spingeva ad assicurarsi una presenza qualunque che assistesse a quell'annunzio fantastico, alla dichiarazione che doveva imprimere in ogni essere umano il concetto della sua potenza. Lothar stava dicendo ai russi che i loro capi avevano tradito le masse abbandonando la fede marxista che predicava l'uguaglianza da conseguire mediante la violenza, che i loro capi erano diventati avidi di ricchezze; li
accusava d'aver sviluppato una mentalità borghese e annunziava la distruzione imminente del loro regime, ma non menzionava il razzo, non accennava nemmeno al modo che aveva ideato per raggiungere quell'obiettivo. Annunziava però al popolo russo che i sopravvissuti alla purga che aveva preparato e che stava per iniziare avrebbero avuto la possibilità di darsi una nuova legge per poter godere tutte le gioie che questo mondo rinnovato poteva offrire. Poi passò a parlare di sé e disse della parte che aveva avuto, guidato da Satana, nell'avvento del Nuovo Ordine universale che doveva sorgere dalle rovine di quello Vecchio. Benché Mary non comprendesse una parola di quanto diceva, capiva dal tono arrogante, dal fanatismo che traspariva da quell'atteggiamento, che le rammentavano certi discorsi di Hitler uditi da bambina, che ogni ascoltatore doveva prenderlo per il farneticare d'un pazzo. Che fosse pazzo lei ne era più che convinta, ma pazzo o no, non era meno pericoloso. Il Grande Ariete tacque di colpo e perse ancora diversi minuti per sintonizzare l'apparecchio sulla lunghezza d'onda che dovette sembrargli la più adatta per inserirsi sulla rete radio degli Stati Uniti e dell'Inghilterra. Sintonizzata che l'ebbe, incominciò presentandosi come il professor Lothar Khune e disse che si rivolgeva a tutti i popoli di lingua inglese. Per tenere in ascolto quanti, per caso, stavano ricevendo sulla stessa lunghezza d'onda, disse che molti fra loro sarebbero morti prima di sera, poi passò a sviluppare il tema secondo il quale l'eresia cristiana aveva inflitto al mondo molte generazioni di insensibili rinunciatari, che aveva elevato a virtù la pratica innaturale del celibato e della castità, che aveva negato alle genti le gioie terrene alle quali avevano diritto sin dalla nascita. Ed era per poter mettere rimedio a quell'infelice stato di cose che lui, Lothar Khune, era costretto a comportarsi spietatamente. Per distruggere l'albero della Chiesa Cristiana sino alle radici lui era costretto a distruggere ogni forma di governo succube della Chiesa e continuava affermando che, come molti di loro dovevano aver letto nella Bibbia, Dio aveva assegnato al Principe Lucifero questo mondo che pertanto era la sua Provincia. Poi dichiarò che Satana si era stancato della slealtà dei suoi soggetti e che adesso intendeva punirli attraverso il suo servitore Lothar Khune, ma quanti sarebbero sopravvissuti avrebbero avuto la certezza della vera libertà, della più raffinata delle gioie. Infine, proclamò che per amore del suo Signore Satana era intenzionato a dare inizio ad una Nuova Era a partire dalle dodici di quello stesso giorno. Mary l'aveva ascoltato sino alla fine col cuore oppresso dal gelo dell'an-
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accusava d'aver sviluppato una mentalità borghese e annunziava la distruzione<br />
imminente del loro regime, ma non menzionava il razzo, non accennava<br />
nemmeno al modo che aveva ideato per raggiungere quell'obiettivo.<br />
Annunziava però al popolo russo che i sopravvissuti alla purga che aveva<br />
preparato e che stava per iniziare avrebbero avuto la possibilità di darsi<br />
una nuova legge per poter godere tutte le gioie che questo mondo rinnovato<br />
poteva offrire. Poi passò a parlare di sé e disse della parte che aveva avuto,<br />
guidato da Satana, nell'avvento del Nuovo Ordine universale che doveva<br />
sorgere dalle rovine di quello Vecchio.<br />
Benché Mary non comprendesse una parola di quanto diceva, capiva dal<br />
tono arrogante, dal fanatismo che traspariva da quell'atteggiamento, che le<br />
rammentavano certi discorsi di Hitler uditi da bambina, che ogni ascoltatore<br />
doveva prenderlo per il far<strong>net</strong>icare d'un pazzo. Che fosse pazzo lei ne<br />
era più che convinta, ma pazzo o no, non era meno pericoloso.<br />
Il Grande Ariete tacque di colpo e perse ancora diversi minuti per sintonizzare<br />
l'apparecchio sulla lunghezza d'onda che dovette sembrargli la più<br />
adatta per inserirsi sulla rete radio degli Stati Uniti e dell'Inghilterra. Sintonizzata<br />
che l'ebbe, incominciò presentandosi come il professor Lothar<br />
Khune e disse che si rivolgeva a tutti i popoli di lingua inglese. Per tenere<br />
in ascolto quanti, per caso, stavano ricevendo sulla stessa lunghezza d'onda,<br />
disse che molti fra loro sarebbero morti prima di sera, poi passò a sviluppare<br />
il tema secondo il quale l'eresia cristiana aveva inflitto al mondo<br />
molte generazioni di insensibili rinunciatari, che aveva elevato a virtù la<br />
pratica innaturale del celibato e della castità, che aveva negato alle genti le<br />
gioie terrene alle quali avevano diritto sin dalla nascita. Ed era per poter<br />
mettere rimedio a quell'infelice stato di cose che lui, Lothar Khune, era costretto<br />
a comportarsi spietatamente. Per distruggere l'albero della Chiesa<br />
Cristiana sino alle radici lui era costretto a distruggere ogni forma di governo<br />
succube della Chiesa e continuava affermando che, come molti di<br />
loro dovevano aver letto nella Bibbia, Dio aveva assegnato al Principe Lucifero<br />
questo mondo che pertanto era la sua Provincia. Poi dichiarò che Satana<br />
si era stancato della slealtà dei suoi soggetti e che adesso intendeva<br />
punirli attraverso il suo servitore Lothar Khune, ma quanti sarebbero sopravvissuti<br />
avrebbero avuto la certezza della vera libertà, della più raffinata<br />
delle gioie. Infine, proclamò che per amore del suo Signore Satana era<br />
intenzionato a dare inizio ad una Nuova Era a partire dalle dodici di quello<br />
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Mary l'aveva ascoltato sino alla fine col cuore oppresso dal gelo dell'an-