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club satanista - Thule-italia.net

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ussa. Perciò la loro destinazione non poteva essere che l'India oppure la<br />

Cina. Mary e Wash concordavano su quel particolare, e mentre continuavano<br />

a parlottare a bassa voce fra le fessure, tutti e due erano d'accordo anche<br />

sulla prospettiva di un soggiorno forzato in Asia che non li attraeva affatto.<br />

Nessuno venne a chiamarli per la colazione, sicché dovettero rimanere<br />

nelle rispettive baracche limitandosi allo scambio di qualche breve frase<br />

ogni tanto, quasi per farsi reciprocamente coraggio finché, poco dopo le<br />

nove, l'uscio della baracca di Mary si spalancò di colpo. Terrorizzata da<br />

quell'irruzione imprevista, Mary scorse il Grande Ariete che, fermo sulla<br />

soglia, la fissava.<br />

«E così tu pensavi di potermela fare seducendo quel grosso imbecille<br />

che sta nella baracca accanto, convincendolo a tradire l'alleanza fra noi?»<br />

le disse, con quell'accento sprezzante che gli era caratteristico. «Miserabile,<br />

povera pazza! Sappi ora cos'ha combinato: mi ero proposto di lasciarlo<br />

partire questa mattina, alle prime luci dell'alba, col suo aereo e tu pure saresti<br />

partita con lui. Ma voi due avete scoperto le mie vere intenzioni. Io<br />

gli avrei fornito un buon pretesto per non recarsi a Mosca. Sareste partiti di<br />

buon'ora e sareste stati lontani da qui, dall'Europa prima che io scatenassi<br />

il caos. Ora ho deciso di rimangiarmi la promessa che gli avevo fatto di sospendere<br />

la sentenza contro di te. Nelle ultime ore della tua esistenza, potrai<br />

assaporare la certezza che grazie a te, l'amante che ti sei scelto è da me<br />

condannato alla morte spaventosa che infliggerò a tutti e due subito dopo<br />

le dodici in punto.»<br />

Era ben magra consolazione la certezza che Wash non era affatto "l'amante<br />

che si era scelto", e che il suo cuore non avrebbe sofferto poi molto<br />

sapendo la fine che attendeva Wash il <strong>satanista</strong>. Per quel che la riguardava<br />

direttamente, non provava più alcuna paura all'idea di dover morire, ma<br />

temeva le sofferenze che il Grande Ariete minacciava. La morte, invece,<br />

purché rapida, sarebbe stata preferibile all'idea di essere salvata e portata<br />

chissà dove da Wash per essere prima o poi abbandonata sofferente, sfigurata<br />

in attesa d'una morte che tardava a venire per effetto della maledizione<br />

dei Grande Ariete. E Mary non osava nemmeno alzare gli occhi mentre,<br />

seduta sul bordo della branda, ascoltava in silenzio la terribile sentenza.<br />

«L'insolenza che ti ha fatto credere per un istante di poter interferire nei<br />

miei progetti mi lascia sbalordito. Che una creatura come te, sia pure con<br />

l'appoggio di quella specie di stregone primitivo che hai abbindolato ricorrendo<br />

alle tue doti sessuali, potesse levare la mano impotente contro di me

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