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club satanista - Thule-italia.net

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s'udiva il minimo rumore e la speranza tornò a far capolino ancora una volta.<br />

Mary pensava già di sfruttare il risentimento verso il Grande Ariete per<br />

convincere più facilmente Wash, pensava che dovesse essersela presa dopo<br />

aver corso il rischio di essere scoperto, e lei avrebbe insistito dicendogli<br />

ancora che, da <strong>satanista</strong> qual era, aveva fatto una pessima scelta mettendosi<br />

col Grande Ariete. Tutto pensava di fare, e non c'era mezzo al quale non<br />

avrebbe fatto ricorso pur di convincerlo a fare un altro tentativo di sabotare<br />

il razzo, e forse questa volta ci sarebbero riusciti.<br />

Ma tutte le speranze erano destinate al fallimento più completo. Mary le<br />

aveva appena formulate mentalmente che si vide crollare il castello creato<br />

dalla sua fantasia: il Grande Ariete aveva eretto attorno alla sua baracca<br />

una barriera invisibile che la teneva prigioniera più di quanto avrebbero<br />

potuto fare catenacci e chiavistelli. E per quanto tentasse di varcarla, com'era<br />

già accaduto ai Cedri, Mary non riusciva a spingere nemmeno la<br />

punta d'un piede oltre la soglia.<br />

Solo l'orologio le disse che la notte era trascorsa. Buttatasi vestita com'era<br />

sulla branda, Mary si era appisolata a più riprese. Ora che era completamente<br />

desta, le pareva di non aver dormito affatto, nemmeno per pochi<br />

minuti soltanto. Il suo cervello non aveva smesso mai di pensare, di arrovellarsi<br />

su quel che sarebbe accaduto appena fuori si fosse fatto chiaro, tormentandosi<br />

al pensiero del destino orribile che stava per abbattersi su milioni<br />

e milioni d'inermi.<br />

Dopo aver scoperto d'essere prigioniera nella sua baracca, Mary aveva<br />

pensato di chiamare Wash, bussando sul tramezzo, affinché lui venisse a<br />

trovarla, ma la parete era di legno molto spesso e invano Mary aveva battuto<br />

ripetutamente su di essa col manico del coltello. Era trascorsa un'ora<br />

da quando il Grande Ariete era entrato per spiarla e Mary sapeva per esperienza<br />

quanto fosse sodo il sonno di Wash; perciò aveva desistito, convinta<br />

che si fosse addormentato della grossa, che non era il caso di far baccano<br />

per cercare di destarlo, col rischio di far accorrere il Grande Ariete e che<br />

scoprisse il suo tentativo di mettergli contro Wash, convincendolo a sconvolgere<br />

i suoi piani sabotando il razzo.<br />

Mary si era buttata così com'era sulla branda, e disperata aveva far<strong>net</strong>icato<br />

per ore senza trovare una soluzione.<br />

Le sette erano passate da poco quando udì i soliti rumori, il solito stegamare<br />

che veniva dalla cucina. Ma il cuoco cinese non venne a chiamarla<br />

per dirle che la colazione era pronta, come aveva fatto il giorno prima.

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