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club satanista - Thule-italia.net

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n'emergenza imponeva l'impiego di una forza mista e che dovevo incontrarmi<br />

con lei su questa strada. Ho deciso di comandarla io stesso, ma ora<br />

devo chiederle di informarmi sulla situazione e di spiegarmi quali sono le<br />

sue necessità.»<br />

Jodelweiss gli presentò Verney, e fu quest'ultimo che rispose alle domande<br />

dell'ufficiale. «Ordini ai suoi uomini di seguirci e lei salga in macchina<br />

con noi, la prego. Così potrò spiegarle strada facendo. Ogni minuto è<br />

prezioso.»<br />

Stulich diede gli ordini, poi salì, stringendosi più che poteva, sul sedile<br />

posteriore fra Verney e Fratelli. La colonna ripartì. Rinunciando a parlare<br />

di satanismo dopo la brutta accoglienza ricevuta a Berna, Verney fornì a<br />

Stulich tutti i particolari del rischio che incombeva sull'umanità.<br />

Per circa venticinque chilometri la colonna sfilò fra prati e alture modeste,<br />

attraversò villaggi ordinati e lindi, marciò fra prati e pascoli ed entrò a<br />

Lax verso le otto e un quarto del mattino: una buona media considerando<br />

quelle strade montuose e innevate.<br />

A Lax, davanti alla stazione di polizia, c'era ad aspettarli il sergente che<br />

aveva scoperto la funivia. Era un uomo con un paio di baffi spioventi, ma<br />

con l'occhio arzillo e sveglio, e Jodelweiss e Stulich, con tutto il codazzo<br />

d'inglesi e con Richter, scesero e lo circondarono.<br />

Pur ignorando ancora i motivi che avevano spinto il Capo della Polizia<br />

di Berna a ordinare quell'inchiesta la sera prima, il sergente non aveva perso<br />

tempo e all'alba aveva iniziato le ricerche. In una baita gli avevano detto<br />

che la teleferica aveva ripreso a funzionare da alcune settimane. Durante<br />

l'inverno capitava raramente che i valligiani si spingessero tanto in alto, ma<br />

diversi di loro avevano visto a più riprese aerei atterrare nella vallata e avevano<br />

pensato che trasportassero il materiale necessario per costruire il<br />

ristorante del quale si parlava tanto. Poi il sergente si era spinto più oltre e<br />

aveva scoperto un hangar, ma siccome era chiuso, sprangato, non era riuscito<br />

ad accertare se dentro ci fosse un aereo oppure no.<br />

Proseguendo ancora con la motocicletta su quelle strade di montagna,<br />

poco dopo le sette aveva raggiunto la stazione della teleferica, dentro la<br />

quale aveva trovato cinque cinesi che non esitava a definire come poveracci,<br />

miserabili che, accovacciati sui talloni, consumavano una colazione alla<br />

meglio nell'unica stanza adibita a cucina e a dormitorio. Nessuno dei cinque<br />

biascicava una parola che non fosse nella loro lingua, ma spiegandosi<br />

coi gesti il sergente aveva fatto capire che intendeva salire sino alla grotta.<br />

A quel punto i cinque cinesi si erano opposti con fare minaccioso e il ser-

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