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club satanista - Thule-italia.net

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l'ungherese, poi, congedatisi con un sorriso, entrarono ciascuno nel proprio<br />

alloggio.<br />

Mary aveva appena chiuso l'uscio che si sentì svuotata di ogni residua<br />

energia. Benché durante il volo avesse dormito, la tensione nervosa protrattasi<br />

tanto a lungo l'aveva sfinita. Sulla branda non c'erano lenzuola, ma<br />

soltanto coperte. Spogliatasi e rimasta con la sola sottoveste, si stese sulla<br />

branda e quasi immediatamente s'addormentò.<br />

Wash andò a svegliarla a sera inoltrata. Il cuoco cinese aveva preparato<br />

la cena. In fondo alla piccola baracca c'era un lavandino con sopra uno<br />

specchio minuscolo. Alzatasi, Mary si lavò e si ravvivò i capelli, poi raggiunse<br />

Wash, che la attendeva nella mensa.<br />

Wash preparò un cocktail per entrambi, e questa volta lo rinfrescò con<br />

alcuni ghiaccioli staccati dalla parete della grotta. Venne Mirkoss e il cuoco<br />

cinese servì la cena: insalata verde, anitra selvatica e souflé. Quando il<br />

cuoco servi il caffè, Mirkoss rifiutò e uscì. Mary e Wash lo gradirono e rimasero<br />

a tavola ancora per un certo tempo, assaporandolo corretto con un<br />

brandy svizzero di albicocche.<br />

Erano al terzo bicchierino di quel liquore delizioso che sapeva effettivamente<br />

di albicocche mature, quando si voltarono istintivamente. Un sesto<br />

senso li aveva avvertiti di una presenza estranea, e quando si volsero<br />

videro il Grande Ariete fermo sull'uscio, che li fissava muto.<br />

Ignorando Mary, Lothar si rivolse direttamente a Wash. «Non ho bisogno<br />

del tuo aiuto questa notte, ma mi occorrerà domattina. Ti sveglieranno<br />

all'alba e ci metteremo al lavoro subito dopo.»<br />

«Come vuoi tu, Padrone Eccelso» replicò Wash, quasi umile. «Del resto,<br />

non sarà un lavoro lungo quello di applicare un paio di spolette all'insieme.<br />

Penso che riusciremo a finire in tempo per partire verso mezzogiorno.»<br />

«Non ho alcuna intenzione di far esplodere la testata quassù fra questi<br />

monti» replicò freddamente il Grande Ariete.<br />

Wash lo sbirciò, confuso. «Non quassù, hai detto... Ma perché mai, capo?<br />

Dove pensi di trovare un posto più adatto di questo?»<br />

«In una valle angusta come questa l'effetto dell'esplosione resterebbe<br />

troppo circoscritto. La bomba distruggerebbe soltanto qualche minuscolo<br />

villaggio, la ricaduta radioattiva oltre la vallata sarebbe semplicemente trascurabile.»<br />

«Ehi, capo! Cerca di ragionare! Ce ne sarebbe più che a sufficienza per i<br />

nostri scopi. Non vedo che senso ci sia a distruggere più gente del necessario.»

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