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club satanista - Thule-italia.net

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fermati qui?»<br />

Wash sorrise. «Hai visto la grossa cassa che c'era nella carlinga dell'aereo,<br />

in coda? Ecco, quella è la spiegazione. Si tratta di una testata nucleare.»<br />

Comprendendo subito che Wash doveva averla rubata per un qualche<br />

progetto criminoso che lei ignorava, Mary lo fissò per qualche istante, costernata,<br />

prima di chiedere: «Ma perché? Cosa vuoi fare con quella roba?».<br />

Wash trangugiò una buona metà del contenuto del suo bicchiere e, posatolo,<br />

spiegò: «Visto che sei una ragazza intelligente, pensavo che avresti<br />

capito, specie dopo quello che ti ho spiegato alcuni giorni fa».<br />

«Ma tu... Tu non puoi pensare davvero di farla esplodere qui in Svizzera.»<br />

«Ma sì, cara! Ma sì! È proprio quello che ci proponiamo di fare. La botta<br />

gliela farà fare nei pantaloni a tutti i popoli delle nazioni occidentali, e quei<br />

popoli costringeranno i loro governi a scendere a patti con l'Unione Sovietica.<br />

Metteranno al bando le armi nucleari e la Russia comunista avrà mano<br />

libera nella sua politica di espansione mondiale senza dover temere che lo<br />

Zio Sam le metta i bastoni nucleari tra le ruote. Quanto a noi, ci faranno<br />

eroi dell'Unione Sovietica.»<br />

Mary sapeva che discutere, implorare sarebbe stato inutile. Sapeva che<br />

se anche fosse riuscita a persuadere Wash, i suoi sforzi non avrebbero approdato<br />

a nulla. Capiva che, rubando la bomba, Wash aveva agito soltanto<br />

come longa manu del Grande Ariete, e quest'ultimo non si sarebbe lasciato<br />

distogliere dai suoi propositi malvagi. Anzi, avendo ottenuto quello che<br />

voleva, poteva anche rimangiarsi la promessa fatta a Wash di attendere ancora<br />

prima di maledirla.<br />

Parlando sottovoce, ansiosa, Mary rivelò i dubbi che la tormentavano,<br />

ma Wash le disse che non doveva preoccuparsi così, perché il Grande Ariete<br />

aveva ancora bisogno di lui per raggiungere Mosca.<br />

Venne il cuoco cinese, che apparecchiò per tre sulla tavola stretta. Subito<br />

dopo venne l'ungherese col quale scambiarono sorrisi e inchini, ma trovandoselo<br />

fra i piedi consumarono in silenzio un pranzo semplice, ma<br />

buono: pesce di lago ai ferri, carne di vitello al sugo di funghi e formaggio<br />

svizzero.<br />

Finito di mangiare, Mirkoss si alzò e, fatto cenno che lo seguissero, li<br />

condusse in due piccole baracche separate in ognuna delle quali c'era soltanto<br />

una branda. I bagagli di Wash erano ammucchiati in quella adiacente<br />

la mensa, la valigia di Mary in quella attigua. Sorridendo, ringraziarono

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