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club satanista - Thule-italia.net

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avissimo meccanico. Parla bene il cinese, ma l'inglese non lo conosce.<br />

Gli ho detto che tu e la tua donna resterete con noi sino a quando il grande<br />

lavoro sarà terminato; gli ho detto che i suoi uomini dovranno scaricare la<br />

grande cassa con la massima cautela. La porterà su più tardi col furgone,<br />

assieme ai bagagli. Noi lo precederemo».<br />

Mirkoss e Wash si salutarono con un sorriso, poi Wash, tenendosi accanto<br />

a Mary, seguì Lothar che aveva tagliato per i prati, sino a una stradina<br />

che costeggiava un torrentello dal letto roccioso, nel quale l'acqua scorreva<br />

gorgogliando e schiumando nella sua corsa verso il fondovalle. Sulla<br />

strada attendeva un'auto, con al volante un altro cinese. Lothar salì accanto<br />

all'autista, gli altri due si sistemarono sul sedile posteriore.<br />

L'auto partì e prese a risalire la vallata. La strada era ripida e tortuosa e<br />

poco dopo si ridusse a un sentiero. Il freddo era pungente e Mary, rabbrividendo,<br />

si tirò più su il bavero del soprabito. Continuarono a salire per<br />

circa tre chilometri ancora sino a quando, oltre una curva, il sentiero terminava<br />

davanti a quella che sembrava una grande baracca col tetto di uno<br />

chalet, dal quale partivano alcuni grossi cavi d'acciaio sostenuti a intervalli<br />

regolari da una serie di piloni piantati nel fianco della montagna per finire,<br />

assai più su dell'inizio del nevaio, davanti a quello che pareva un piccolo<br />

buco nero nel fianco del monte.<br />

Lasciata l'auto, entrarono nella costruzione che ospitava il macchinario<br />

della funivia. La cabina, divisa in due sezioni, nella prima delle quali c'erano<br />

panche per quattro passeggeri, mentre la seconda serviva per le merci,<br />

era in attesa. Un quarto cinese uscì da una stanza in fondo al capannone e<br />

accese il motore. Gli altri presero posto nella cabina.<br />

S'udì un rumore stridulo quando la cabina si mosse, strisciando contro il<br />

paraurti prima di librarsi nel vuoto.<br />

La cabina saliva lenta, superava i boschi e le prime nevi. Mary, che non<br />

era stata mai in montagna, ammirava il panorama grandioso e se non fosse<br />

stata assalita da così tristi pensieri, se non fosse stata in compagnia di individui<br />

così foschi, senza dubbio avrebbe goduto sino in fondo quell'esperienza<br />

per lei così nuova e inattesa. Poi, dopo circa un quarto d'ora dalla<br />

partenza, lo stridore del metallo con un altro metallo la fece sobbalzare.<br />

Giratasi di colpo, si tranquillizzò: erano arrivati.<br />

La cabina si fermò su una vasta spianata rocciosa. Il piccolo foro nero<br />

che Mary aveva osservato dal basso era l'entrata d'una caverna alta almeno<br />

sette metri, dentro la quale ardevano parecchie lampade elettriche che si<br />

perdevano verso l'interno, pendendo a regolari intervalli dalla volta. Su un

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