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pretesto qualsiasi per esonerarlo dal suo comando, perché il colonnello è una minaccia per la pace. Afferma che la sua carriera sta per finire perché l'aviazione sarà presto soppiantata dai razzi e pensa di iniziare una nuova carriera mettendosi al servizio dei russi. Dice che la Russia non attaccherà mai l'America, ma che quest'ultima potrebb'essere indotta ad attaccare la Russia per motivi economici. Dice che, se la pace dovesse durare, la Russia finirà col distruggere l'economia occidentale e dominerà il mondo nel giro d'una decina d'anni e, come conseguenza, accoglierebbe a braccia aperte chi fosse capace di indurre l'Occidente ad accettare la messa al bando degli armamenti nucleari. Un metodo per raggiungere questo risultato sarebbe, secondo lui, di sganciare una bomba H sulla Svizzera. Nessuno dei due schieramenti reagirebbe mentre si tenterebbe di scoprire chi l'ha sganciata. Nel frattempo l'opinione pubblica costringerebbe i governanti occidentali a scendere a patti coi sovietici, accettando la messa al bando delle armi nucleari. I russi ne profitterebbero per scalzare le posizioni economiche dell'Occidente in tutto il resto del mondo, e conquisterebbero pacificamente tutti i mercati. Il colonnello Washington potrebbe decollare in ogni momento con uno di quei grossi aeroplani, sganciare la bomba sulla Svizzera e raggiungere la Russia, dove riceverebbe grandi ricompense e grandi onori. È imperativo che al colonnello sia impedito di portare a termine il suo piano. Mary Morden per il colonnello Verney, tramite Scotland Yard». Il sussurro si spense nel silenzio, il nastro terminò. Per un poco i quattro uomini rimasero muti a fissare il mangianastri, finché Verney si rivolse a Otto: «Lei aveva visto giusto: sono in Svizzera. Ma perché, invece di decollare con uno dei suoi bombardieri e sganciare la bomba, Washington ha rubato una testata bellica per lanciarla con un razzo?». «Perché nella gerarchia satanica Lothar è il suo capo, e Lothar voleva così» rispose Otto. «Ma perché mai?» insistette Verney. «A questa domanda c'è soltanto una risposta» disse Richter, secco. «Lothar non ha nessuna intenzione di sganciare la botta sulla Svizzera e su questo punto ha ingannato bellamente Washington. Lothar vuole lanciarla col razzo perché si propone di colpire altrove, e con ciò scatenare la terza guerra mondiale.» «No» replicò Verney. «Uomo avvisato è mezzo salvato, e Lothar ha solo una testata nucleare. Dio sa che è anche troppo, e siccome non saranno stati i russi a lanciarla, penseranno che una delle nostre sia sfuggita per errore
e non passeranno immediatamente alla rappresaglia. Dobbiamo avvertire tutti i governi interessati che un pazzo sta per lanciare una bomba atomica, dobbiamo precisare che i russi non c'entrano affatto, onde evitare rappresaglie da parte dell'eventuale potenza danneggiata.» «Lei pensa che Lothar intende colpire Londra o Parigi?» disse prontamente Otto. «Naturalmente» rispose Verney. «Lothar è comunista. O almeno, ha collaborato di sua spontanea volontà coi russi per molti anni.» «Lothar ha lavorato per i russi, ma non è mai stato comunista. È nazista da capo a piedi, ma soprattutto è un satanista che punta a distruggere ogni forma di governo stabilito. Lui si propone di scatenare l'anarchia affinché ogni individuo possa fare ciò che vuole, e in un'era di sfacelo, di disordine, di sfrenatezza il Demonio torni a imperare sulla terra» disse Otto. «E sia» replicò seccamente Richter. «Ma da questo, cosa ne deduce?» «Ne deduco che se il suo razzo avesse una portata sufficiente, Lothar lo lancerebbe contro New York, perché lui odia gli Stati Uniti con tutta la passione della quale può essere capace un fanatico. Siccome il suo razzo è quello che è, sono convinto che tenterà di lanciarlo dall'altra parte della barricata, e cioè oltre la Cortina di ferro, sperando che i russi reagiscano e cancellino le città americane dalla faccia della terra» replicò Otto. «Forse c'è del vero in quello che dice» riconobbe l'americano, «ma dubito che con quel razzo riuscirebbe a raggiungere Mosca. Potrebbe colpire Praga o Budapest, ma stento a credere che i russi s'impegnerebbero in una guerra perché la capitale di un paese alleato è stata distrutta. Non credo che correrebbero il rischio di vedere distrutte le loro città. Sarebbe tutt'un'altra storia se colpisse Mosca. Ma la capitale sovietica dista duemilaquattrocento chilometri dalla Svizzera e, grazie a Dio, Lothar non può raggiungerla.» «Un momento, signori» disse Barney, che aveva taciuto sin lì. Poi, rivolgendosi a Otto: «Lei non ha un'idea dell'altitudine della grotta nella quale Lothar ha piazzato quel razzo?». «Per la conoscenza che ho delle Alpi, direi che è ad una quota variabile fra i duemilacinquecento e i tremila metri.» «Ebbene, a quella quota l'atmosfera è assai più rarefatta. Se non erro, il razzo incontrerebbe una resistenza molto ridotta in fase di lancio. Questo non ne aumenterebbe considerevolmente la portata?» Otto lo fissava sbigottito. «Ma lei ha ragione!» mormorò, appena Barney tacque. «Lei ha ragione. Potrebbe raddoppiarne la portata, portarla a quei duemilaquattrocento chilometri necessari per raggiungere Mosca!»
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da capo a piedi, ma soprattutto è un <strong>satanista</strong> che punta a distruggere ogni<br />
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«E sia» replicò seccamente Richter. «Ma da questo, cosa ne deduce?»<br />
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«Forse c'è del vero in quello che dice» riconobbe l'americano, «ma dubito<br />
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correrebbero il rischio di vedere distrutte le loro città. Sarebbe tutt'un'altra<br />
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chilometri dalla Svizzera e, grazie a Dio, Lothar non può raggiungerla.»<br />
«Un momento, signori» disse Barney, che aveva taciuto sin lì. Poi, rivolgendosi<br />
a Otto: «Lei non ha un'idea dell'altitudine della grotta nella<br />
quale Lothar ha piazzato quel razzo?».<br />
«Per la conoscenza che ho delle Alpi, direi che è ad una quota variabile<br />
fra i duemilacinquecento e i tremila metri.»<br />
«Ebbene, a quella quota l'atmosfera è assai più rarefatta. Se non erro, il<br />
razzo incontrerebbe una resistenza molto ridotta in fase di lancio. Questo<br />
non ne aumenterebbe considerevolmente la portata?»<br />
Otto lo fissava sbigottito. «Ma lei ha ragione!» mormorò, appena Barney<br />
tacque. «Lei ha ragione. Potrebbe raddoppiarne la portata, portarla a quei<br />
duemilaquattrocento chilometri necessari per raggiungere Mosca!»