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club satanista - Thule-italia.net

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t'intorno parve accendersi la luce del sole alla quale seguì subito lo scrosciare<br />

del tuono. Il pavimento sussultò, una parte del tetto crollò sull'altare,<br />

le lugubri fiammelle delle nere candele oscillarono paurosamente e si<br />

spensero facendo piombare quel luogo sinistro in una tenebra di morte.<br />

Per un pezzo nella cappella sconsacrata regnò il pandemonio. Le urla, le<br />

bestemmie fendevano l'aria frammischiandosi ai gemiti, al rumore dei piedi<br />

in corsa, sino a quando il raggio di una torcia venne a squarciare le tenebre,<br />

seguito da un altro e da un altro ancora; divennero cinque e, frugando<br />

in quel finimondo, svelarono il caos piombato così all'improvviso fra i<br />

satanisti.<br />

Ancora visibilmente stordito, Lothar s'appoggiava barcollante all'altare e<br />

con una mano si massaggiava il mento ustionato. Wash stava chino su di<br />

lui. Due della congrega si erano rintanati in un angolo e un terzo, che Barney<br />

aveva atterrato con una ginocchiata al ventre, gemeva e si contorceva<br />

incapace di rialzarsi. Con grande sollievo di Mary, Barney era scomparso.<br />

Tre satanisti mancavano all'appello e Mary non sapeva se stessero inseguendo<br />

Barney o se fossero fuggiti.<br />

Mary capiva di dover pagare assai caro quell'impresa e non oppose nessuna<br />

resistenza quando due incappucciati si precipitarono su di lei e, afferratala<br />

per le braccia, la spinsero verso il Grande Ariete che per qualche istante<br />

la fissò come intontito, sino a quando in quegli occhi neri riapparve<br />

un barlume di intelletto.<br />

Allungando la mano verso Wash, il Grande Ariete ordinò con voce ancora<br />

incerta: «Aiutami a rialzarmi».<br />

Dopo che Wash l'ebbe rimesso in piedi, proseguì con fatica, ma nella<br />

voce s'avvertiva il tono della minaccia. «Un momento... Fammi riflettere.<br />

Devo pensare... Non la ucciderò. La morte sarebbe troppo dolce, troppo<br />

facile. Devo pensare... Devo trovare una maledizione... Una maledizione<br />

che le renda l'esistenza peggiore della morte... Ho trovato: distruggerò la<br />

sua mente, la renderò come uno zombie, un morto che cammina... No! No!<br />

Non voglio. La metterebbero in un manicomio, e i pazzi possono anche vivere<br />

felici se li nutrono e li trattano bene. S'accontentano di poco. Distruggerò<br />

la sua bellezza... i denti, gli occhi, i capelli... Sarà per lei una lunga<br />

agonia durante la quale vedrà marcire le proprie carni, marcire le ossa.»<br />

Mary, che lo fissava, sgranò gli occhi inorridita, la bocca spalancata non<br />

riuscì a pronunciare un suono. Si era attesa la morte, sì, ma non una sentenza<br />

così orribile. Ma nemmeno se si fosse gettata ai suoi piedi, se avesse<br />

pianto, implorato avrebbe potuto ottenere pietà.

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