club satanista - Thule-italia.net

club satanista - Thule-italia.net club satanista - Thule-italia.net

thule.italia.net
from thule.italia.net More from this publisher
30.01.2013 Views

miracolo se era riuscita a sottrarsi a quella vita per diventare la signora per bene che aveva conosciuto alle serata della Wardeel. Quella era la vera Mary, e Barney se ne rendeva conto soltanto ora. Soltanto ora, conoscendo tutta la verità, i dubbi che l'avevano tormentato in quell'ultima settimana sull'opportunità o meno d'amarla erano completamente dissipati. Il compito ripugnante che si era assunto in quella vicenda era degno d'un crociato votatosi a combattere il male e lei lo affrontava usando le armi caratteristiche di cui dispone ogni donna. La vita infame che aveva condotto a Dublino era un castigo immeritato, al quale non aveva potuto sottrarsi e il colpevole era lui che l'aveva portata su quella strada. Barney già meditava di fare ammenda se lei gliel'avesse permesso. Appena si fossero ritrovati liberi da ogni interferenza, le avrebbe chiesto perdono per il gesto irresponsabile di quella notte lontana, le avrebbe rivelato che l'amava. Ma quando avrebbero ritrovato un istante di pace, per stare assieme e discutere di quelle cose tanto importanti? Barney tornò a sbirciare di sottecchi il profilo altezzoso, aquilino di Lothar e ancora una volta lo maledì per essergli capitato fra i piedi proprio quella sera. Se non fosse capitato a casa di quell'americano nel momento meno opportuno, Mary non avrebbe corso il rischio di vedersi trascinata in una cerimonia che certo doveva detestare. E lui avrebbe potuto andarsene, correre a Cambridge ad avvertire la polizia, mettere nel sacco l'americano, liberare Mary e riportarla a Londra. Poi il suo pensiero prese un altro indirizzo. Barney incominciò a chiedersi perché mai Lothar fosse capitato proprio lì, e proprio quella sera. Certo il Grande Ariete non era venuto dal continente, o magari soltanto da Londra, per presiedere un semplice Esbbat, e magari nemmeno un Sabba. In quell'angolo sperduto dì mondo non ci si sarebbe recato neppure in occasione di una grande festa annuale. Quale altra diavoleria lo aveva spinto in quel remoto villaggio di Fulgoham? Forse per far visita a un colonnello dell'Aviazione americana? Forse sì... Per qualcosa comunque che aveva a che fare con la grande base aerea situata nella valle adiacente. Forse quella era la risposta giusta a tanti interrogativi. Giù nel Galles il Grande Ariete era riuscito a squagliarsela con una buona quantità di propellente per i razzi. E a Fulgoham cosa cercava? Barney si tormentava il cervello cercando una risposta. Impossibile che sperasse di svignarsela con uno dei grossi aerei americani... E cosa se ne sarebbe fatto dell'aereo, anche se fosse riuscito a rubarlo? Di certo avrebbe avuto bisogno di un equipaggio addestrato e capace di pilotarlo... Che vo-

lesse rubare una bomba all'idrogeno?... No! Era una supposizione semplicemente pazzesca, anche supponendo che volesse portare a termine chissà quale suo esperimento come pensava Forsby. Però non si poteva escludere che Forsby s'ingannasse, non era da escludere che fosse giusta la convinzione di Verney, secondo il quale Lothar continuava a lavorare per i russi. Barney venne distolto bruscamente da quelle speculazioni: l'auto che li precedeva aveva lasciato la statale per imboccare una strada di campagna. Lothar l'aveva seguita, rallentando notevolmente, ma anche così l'auto sobbalzava nelle buche e sui sassi. Poco dopo l'auto di Wash s'arrestò all'ombra d'una macchia d'alberi dalla quale emersero diverse altre ombre che le si strinsero attorno. Barney aveva abbandonato l'idea di stordire il Grande Ariete, sembrandogli troppo pericolosa, ma andava ripetendosi che non doveva mollarlo per nessuna ragione al mondo, nemmeno se Mary si fosse trovata in pericolo. Mentre la macchina s'arrestava, Mary aveva deciso: avrebbe atteso che Barney scendesse per avvertirlo, per urlargli di scappare, che l'avevano scoperto e che volevano ucciderlo. Ma, quasi che le avesse letto nella mente, poco prima di fermare, Wash le disse: «Amore, capisco che sei tutta sottosopra per il tuo Dottor Dee e se potessi ti lascerei libera di fare quello che vuoi per aiutarlo. Solo che non ne ho il coraggio. Non col Grande Ariete fra i piedi. E non tentare nemmeno di avvertire il Dottore che è in pericolo, tanto non riuscirebbe a scappare. Non più, ora. Non farebbe nemmeno dieci passi che il Grande Ariete lo fermerebbe. Sissignori, come io riuscirei a fermare un vitello prendendolo al laccio... Solo che invece del laccio lui userebbe un'onda mentale. E uno scherzo del genere metterebbe nei pasticci anche te». Tacque e, allungata la mano nella tasca della portiera, ne tolse una maschera nera di satin e gliela porse: «Mettila e resta qui sino a quando verrò a prenderti». Wash scese e s'avvicinò alle ombre che erano uscite dal folto e attendevano a qualche distanza. Mary sentì tornare la speranza. Se si fossero allontanati, anche per poco, avrebbe tentato di scappare sperando nel buio per sottrarsi alla loro caccia. Se ci fosse riuscita, avrebbe almeno potuto cercare qualcuno che potesse avvertire la polizia, chiedere aiuto per Barney. Ma gli sconosciuti s'avvicinarono in fretta e Wash non dovette fare più di dieci passi per raggiungerli. Erano cinque o sei, e indossavano sai mo-

lesse rubare una bomba all'idrogeno?... No! Era una supposizione semplicemente<br />

pazzesca, anche supponendo che volesse portare a termine chissà<br />

quale suo esperimento come pensava Forsby. Però non si poteva escludere<br />

che Forsby s'ingannasse, non era da escludere che fosse giusta la convinzione<br />

di Verney, secondo il quale Lothar continuava a lavorare per i russi.<br />

Barney venne distolto bruscamente da quelle speculazioni: l'auto che li<br />

precedeva aveva lasciato la statale per imboccare una strada di campagna.<br />

Lothar l'aveva seguita, rallentando notevolmente, ma anche così l'auto<br />

sobbalzava nelle buche e sui sassi.<br />

Poco dopo l'auto di Wash s'arrestò all'ombra d'una macchia d'alberi dalla<br />

quale emersero diverse altre ombre che le si strinsero attorno. Barney aveva<br />

abbandonato l'idea di stordire il Grande Ariete, sembrandogli troppo pericolosa,<br />

ma andava ripetendosi che non doveva mollarlo per nessuna ragione<br />

al mondo, nemmeno se Mary si fosse trovata in pericolo.<br />

Mentre la macchina s'arrestava, Mary aveva deciso: avrebbe atteso che<br />

Barney scendesse per avvertirlo, per urlargli di scappare, che l'avevano<br />

scoperto e che volevano ucciderlo.<br />

Ma, quasi che le avesse letto nella mente, poco prima di fermare, Wash<br />

le disse: «Amore, capisco che sei tutta sottosopra per il tuo Dottor Dee e se<br />

potessi ti lascerei libera di fare quello che vuoi per aiutarlo. Solo che non<br />

ne ho il coraggio. Non col Grande Ariete fra i piedi. E non tentare nemmeno<br />

di avvertire il Dottore che è in pericolo, tanto non riuscirebbe a scappare.<br />

Non più, ora. Non farebbe nemmeno dieci passi che il Grande Ariete<br />

lo fermerebbe. Sissignori, come io riuscirei a fermare un vitello prendendolo<br />

al laccio... Solo che invece del laccio lui userebbe un'onda mentale. E<br />

uno scherzo del genere metterebbe nei pasticci anche te».<br />

Tacque e, allungata la mano nella tasca della portiera, ne tolse una maschera<br />

nera di satin e gliela porse: «Mettila e resta qui sino a quando verrò<br />

a prenderti».<br />

Wash scese e s'avvicinò alle ombre che erano uscite dal folto e attendevano<br />

a qualche distanza.<br />

Mary sentì tornare la speranza. Se si fossero allontanati, anche per poco,<br />

avrebbe tentato di scappare sperando nel buio per sottrarsi alla loro caccia.<br />

Se ci fosse riuscita, avrebbe almeno potuto cercare qualcuno che potesse<br />

avvertire la polizia, chiedere aiuto per Barney.<br />

Ma gli sconosciuti s'avvicinarono in fretta e Wash non dovette fare più<br />

di dieci passi per raggiungerli. Erano cinque o sei, e indossavano sai mo-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!