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30.01.2013 Views

to armato sotterraneo. Una notte, m'ero appena addormentato, mi sono ridestato di soprassalto per ritrovarmi effettivamente insieme a lui. Almeno così sembra a tutti gli effetti. Lui, o io, perché pareva proprio che il mio ego fosse entrato nel suo corpo, giaceva lungo disteso nelle tenebre più fitte. Ma quelle tenebre sono durate soltanto un secondo, lacerate da un frastuono spaventoso, da uno schianto seguito da un lampo accecante che ha illuminato momentaneamente la scena tutt'intorno. Ho compreso d'essere capitato nel bel mezzo d'uno spaventoso bombardamento aereo e che Lothar era stato stordito dall'esplosione. I lampi mostravano una campagna piatta, interrotta soltanto da alcuni gruppetti di baracche e da lunghi cumuli di terra con ingressi in cemento armato. Ero terrorizzato, ma mi sono rialzato e sono scappato come una lepre sino al rifugio più vicino, mi ci sono buttato a tuffo, ma terrorizzato com'ero, sono rotolato giù per le scale, ho battuto il capo e ho perso i sensi. Quando sono rinvenuto, mi trovavo nuovamente nel mio letto, a Chicago, ma mi sentivo tutto rotto ed ero tutto escoriato dalla testa ai piedi. Il giorno dopo ho saputo, leggendo i giornali, del grosso bombardamento aereo effettuato dall'Aviazione alleata sugli stabilimenti per la ricerca che i tedeschi avevano installato a Peenemünde e non ho dubitato nemmeno per un istante d'essere capitato proprio là, durante il bombardamento di quella notte. Posso soltanto immaginare che, nell'istante in cui perdeva i sensi, Lothar abbia mandato a me il suo SOS spirituale e che io, trovato il suo corpo vuoto, ci sia entrato e che lo abbia salvato. Un'altra notte, quando ormai la guerra volgeva alla fine, Lothar mi ha chiamato a sé. Sapevo ormai da tempo che faceva parte del gruppo di scienziati che lavoravano al progetto per la realizzazione di missili a lunga gittata, perché di tanto in tanto avevo avuto visioni che me lo mostravano o al lavoro, o mentre si divertiva con diverse ragazze tedesche impiegate nello stesso Stabilimento. Tenendo nel debito conto i suoi poteri ipnotici, poche donne sarebbero state in grado di resistergli. Ma la sua mente era quasi sempre occupata da problemi molto seri perché potesse diventare schiavo di quelle passioni. Comunque non ha alcuna importanza su quel che doveva ancora venire. Penso che ancora una volta fosse stata la paura a indurlo a chiamarmi, ma in quell'occasione non avrei potuto far nulla per aiutarlo, perché era completamente in sé e io sono rimasto soltanto un'invisibile presenza al suo fianco, condividendone l'ansia disperata. I russi avevano circondato la base, vi erano già penetrati e Lothar era terrorizzato al pensiero che po-

tessero fucilarlo. Non lo hanno fucilato. Lo hanno preso prigioniero e lo hanno portato via assieme ad un certo numero di altri scienziati. Portatili alla stazione li hanno caricati su carri bestiame piombati. Quell'esperienza non ha avuto su di me effetti immediati diversi dalle altre che avevo avuto grazie alle visioni che mi avevano mostrato Lothar nelle situazioni più disparate, piacevoli o spiacevoli che fossero. Ma nei giorni che seguirono mi sono ammalato senza una spiegazione apparente, ho sofferto di ricorrenti crisi depressive senza ragione alcuna. Al contrario, avevo buoni motivi per essere soddisfatto e felice, perché alcuni mesi prima avevo sposato Dinah Charnwell, una simpatica ragazza inglese che amavo appassionatamente, e perché non avevo problemi finanziari né di altro genere. La spiegazione del mio pessimo stato di salute era che, senza ombra di dubbio, captavo le vibrazioni di Lothar che affamato, disperato, incerto del futuro veniva trascinato senza fretta chissà dove, in qualche campo di prigionia in Russia. Verso metà estate ho incominciato a star meglio. Il subconscio mi rivelava che Lothar riceveva un trattamento migliore. E non molto tempo dopo, in un sogno nel quale ci siamo incontrati, mi ha rivelato che stava bene e che si era sistemato mettendo il proprio sapere e le proprie capacità al servizio dell'Unione Sovietica. A questo punto devo precisare che, sin lì, né io, né la mia famiglia, nessun altro aveva ricevuto notizie dirette da Lothar né indirette da altra fonte. Eppure quando l'ho rivisto durante la sua visita a Londra nel 1950, mi ha detto che tutto quel che avevo appreso delle sue traversie attraverso il nostro legame psichico era sostanzialmente esatto e ho scoperto che, nello stesso modo, anche lui aveva seguito il corso generale degli avvenimenti che avevano contraddistinto la mia vita. Di quella sua visita a Londra mi riservo di scrivere in seguito, perché ora sono troppo stanco per continuare. A tempo debito includerò un resoconto di quell'incontro per completare questo documento che cerca di spiegare alcuni disturbi mentali che mi hanno afflitto negli ultimi tempi. Per ora mi limiterò a dire che sono certo che Lothar è tornato in Inghilterra e che per un qualche suo proposito sinistro fa di tutto per dominarmi mentalmente. Comunque, io non glielo permetterò. Non glielo permetterò assolutamente. «Una storia davvero straordinaria» commentò C.B., posando il fascicolo.

tessero fucilarlo.<br />

Non lo hanno fucilato. Lo hanno preso prigioniero e lo hanno portato<br />

via assieme ad un certo numero di altri scienziati. Portatili alla stazione li<br />

hanno caricati su carri bestiame piombati.<br />

Quell'esperienza non ha avuto su di me effetti immediati diversi dalle altre<br />

che avevo avuto grazie alle visioni che mi avevano mostrato Lothar<br />

nelle situazioni più disparate, piacevoli o spiacevoli che fossero. Ma nei<br />

giorni che seguirono mi sono ammalato senza una spiegazione apparente,<br />

ho sofferto di ricorrenti crisi depressive senza ragione alcuna. Al contrario,<br />

avevo buoni motivi per essere soddisfatto e felice, perché alcuni mesi<br />

prima avevo sposato Dinah Charnwell, una simpatica ragazza inglese che<br />

amavo appassionatamente, e perché non avevo problemi finanziari né di<br />

altro genere. La spiegazione del mio pessimo stato di salute era che, senza<br />

ombra di dubbio, captavo le vibrazioni di Lothar che affamato, disperato,<br />

incerto del futuro veniva trascinato senza fretta chissà dove, in qualche<br />

campo di prigionia in Russia.<br />

Verso metà estate ho incominciato a star meglio. Il subconscio mi rivelava<br />

che Lothar riceveva un trattamento migliore. E non molto tempo dopo,<br />

in un sogno nel quale ci siamo incontrati, mi ha rivelato che stava bene<br />

e che si era sistemato mettendo il proprio sapere e le proprie capacità<br />

al servizio dell'Unione Sovietica.<br />

A questo punto devo precisare che, sin lì, né io, né la mia famiglia, nessun<br />

altro aveva ricevuto notizie dirette da Lothar né indirette da altra fonte.<br />

Eppure quando l'ho rivisto durante la sua visita a Londra nel 1950, mi<br />

ha detto che tutto quel che avevo appreso delle sue traversie attraverso il<br />

nostro legame psichico era sostanzialmente esatto e ho scoperto che, nello<br />

stesso modo, anche lui aveva seguito il corso generale degli avvenimenti<br />

che avevano contraddistinto la mia vita.<br />

Di quella sua visita a Londra mi riservo di scrivere in seguito, perché<br />

ora sono troppo stanco per continuare. A tempo debito includerò un resoconto<br />

di quell'incontro per completare questo documento che cerca di<br />

spiegare alcuni disturbi mentali che mi hanno afflitto negli ultimi tempi.<br />

Per ora mi limiterò a dire che sono certo che Lothar è tornato in Inghilterra<br />

e che per un qualche suo proposito sinistro fa di tutto per dominarmi<br />

mentalmente. Comunque, io non glielo permetterò. Non glielo permetterò<br />

assolutamente.<br />

«Una storia davvero straordinaria» commentò C.B., posando il fascicolo.

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