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30.01.2013 Views

portata in un boschetto per accertarsi, prima di portarsela a casa, che fosse adatta allo scopo. Si era accorto subito che quella aveva bevuto parecchio, e quand'era scesa dalla macchina l'aveva vista barcollare. Wash l'aveva fatta parlare ed era rimasto soddisfatto. La ragazza era adattissima al suo scopo: era una settentrionale scappata di casa e piovuta a Londra, dove, appena arrivata, si era messa a battere le strade nei dintorni dell'Elephant & Castle e aveva continuato per alcuni mesi. Tentata dai racconti dei grossi guadagni che si potevano fare battendo attorno alle basi americane, era venuta a Cambridge, ma era lì soltanto da poco. La padrona di casa dove aveva preso alloggio l'aveva cacciata quando si era portato in camera un uomo e da allora aveva diviso una roulotte con un tale che la ospitava in cambio di una percentuale sui suoi guadagni. Da quel racconto si capiva perfettamente che se anche fosse scomparsa, nessuno si sarebbe preoccupato di cercarla, nessuno si sarebbe chiesto che fine avesse fatto, com'era accaduto e come accadeva a tante e tante come lei. Alzatisi dalla buca nella quale si erano nascosti, lei aveva detto che l'aspettasse un minuto e si era addentrata un poco nel boschetto. Due minuti dopo Wash l'aveva udita lanciare un urlo, poi, silenzio. Andato a cercarla, l'aveva trovata a una dozzina di metri distante. Quasi ubriaca, in quel buio, lei aveva inciampato e cadendo, aveva battuto una tempia su una pietra morendo sul colpo. Wash aveva capito subito che se l'avesse lasciata lì non avrebbero tardato a scoprirla, e non poteva nemmeno escludere che qualcuno li avesse visti, magari una coppietta che si faceva i comodi suoi nei paraggi, o un guardone. Tanto lui che la sua vettura erano facilmente identificabili, non foss'altro che per le dimensioni. L'unica speranza di non farsi invischiare in quella morte consisteva nel cercar di nascondere il cadavere e Wash, sollevatolo e caricatolo sull'auto, lo aveva portato per alcuni chilometri sino ad un'antica abbazia in rovina, nella quale la sua loggia teneva le riunioni. Nell'abbazia c'era un pozzo molto profondo, dove aveva pensato di buttare il cadavere di quella sventurata dopo averlo offerto per il sacrificio. Furioso per quel che gli era capitato, Wash era stato costretto a gettarcelo, e inutilmente, ventiquattr'ore prima, ma quando finalmente se n'era sbarazzato, ormai era troppo tardi per trovare un'altra sventurata in sostituzione. Per angosciata che fosse da quella storia bestiale, Mary si sentì un poco consolata pensando che la provvidenza misericordiosa voleva risparmiarle l'onta suprema che gravava su di lei per la sera dopo. «E siccome non po-

trai offrire una vittima per il sacrificio, immagino che non potrò essere iniziata» disse. «Immagino che bisognerà rimandare la cerimonia.» «Purtroppo sì» brontolò Wash. «Dovrò celebrare l'Esbbat lo stesso, ma tu resterai a casa. Passerò a prenderti più tardi. E adesso vediamo di dormire, almeno un poco. Grazie a Satana che domattina non devo andare in servizio. Ho già detto a Jim di non portare la colazione prima delle otto.» Immensamente sollevata, confortata dal pensiero che domenica sarebbe andata a Londra, Mary si riaddormentò. Venne il mattino, e Jim recò la colazione in camera. Mentre mangiavano, Mary accese il registratore per mettere in atto il progetto di far parlare Wash. E siccome lui non s'era accorto del suo armeggiare, Mary attaccò; «Ieri sera mi sono comportata come una stupida, quando mi raccontavi dei sacrifici umani. Se devo diventare una brava strega, devo prepararmi ad assistere a quelle cerimonie. Vorrei che, ora, mi dicessi cosa avviene durante quei sacrifici». Il sonno aveva rimesso Wash del solito buonumore. Udendo la richiesta, sbottò in una risatina e non si fece pregare. «Meglio per te, amore. Per me sarà un piacere metterti al corrente, istruirti.» Con la stessa indifferenza con la quale un medico avrebbe potuto descrivere una serie d'interventi chirurgici, Wash incominciò a spiegare: «Avrai sentito parlare delle messe nere... Bene, tutti i sacrifici umani assumono più o meno la stessa forma. Unica differenza, che nei paesi cristiani le messe nere devono essere officiate da un prete spretato. Comunque, non mi sembra una differenza significativa. Ci sono uccisioni rituali fra i Mau- Mau e ce ne sono in quantità fra le altre tribù africane, fra i cinesi, fra gli indiani, fra i patagoni e fra tanti altri popoli ancora. Tutti quanti offrono il sangue versato al Nostro Signore Satana, ed è questo che conta. Però il rito varia secondo il tipo della vittima che viene offerta in sacrificio. Se si tratta di un bimbo, allora una donna si distende sull'altare. Se fossi riuscito a procurarmene uno da queste parti, avrei usato te per tenerlo». Finito di far colazione, Mary si era sdraiata sul cuscino; perciò, socchiudendo gli occhi, le fu facile nascondere il brivido d'orrore che aveva provato. Wash continuò tranquillo, senza accorgersi di niente. «Il sommo sacerdote intona l'incantesimo e dichiara l'intenzione, ossia la grazia che si vuole impetrare offrendo il sacrificio, che può essere quella di far morire qualcuno, di ottenere una sentenza favorevole in un tribunale, o di farsi elegge-

trai offrire una vittima per il sacrificio, immagino che non potrò essere iniziata»<br />

disse. «Immagino che bisognerà rimandare la cerimonia.»<br />

«Purtroppo sì» brontolò Wash. «Dovrò celebrare l'Esbbat lo stesso, ma<br />

tu resterai a casa. Passerò a prenderti più tardi. E adesso vediamo di dormire,<br />

almeno un poco. Grazie a Satana che domattina non devo andare in servizio.<br />

Ho già detto a Jim di non portare la colazione prima delle otto.»<br />

Immensamente sollevata, confortata dal pensiero che domenica sarebbe<br />

andata a Londra, Mary si riaddormentò.<br />

Venne il mattino, e Jim recò la colazione in camera. Mentre mangiavano,<br />

Mary accese il registratore per mettere in atto il progetto di far parlare<br />

Wash. E siccome lui non s'era accorto del suo armeggiare, Mary attaccò;<br />

«Ieri sera mi sono comportata come una stupida, quando mi raccontavi dei<br />

sacrifici umani. Se devo diventare una brava strega, devo prepararmi ad<br />

assistere a quelle cerimonie. Vorrei che, ora, mi dicessi cosa avviene durante<br />

quei sacrifici».<br />

Il sonno aveva rimesso Wash del solito buonumore. Udendo la richiesta,<br />

sbottò in una risatina e non si fece pregare. «Meglio per te, amore. Per me<br />

sarà un piacere metterti al corrente, istruirti.»<br />

Con la stessa indifferenza con la quale un medico avrebbe potuto descrivere<br />

una serie d'interventi chirurgici, Wash incominciò a spiegare: «Avrai<br />

sentito parlare delle messe nere... Bene, tutti i sacrifici umani assumono<br />

più o meno la stessa forma. Unica differenza, che nei paesi cristiani le<br />

messe nere devono essere officiate da un prete spretato. Comunque, non<br />

mi sembra una differenza significativa. Ci sono uccisioni rituali fra i Mau-<br />

Mau e ce ne sono in quantità fra le altre tribù africane, fra i cinesi, fra gli<br />

indiani, fra i patagoni e fra tanti altri popoli ancora. Tutti quanti offrono il<br />

sangue versato al Nostro Signore Satana, ed è questo che conta. Però il rito<br />

varia secondo il tipo della vittima che viene offerta in sacrificio. Se si tratta<br />

di un bimbo, allora una donna si distende sull'altare. Se fossi riuscito a<br />

procurarmene uno da queste parti, avrei usato te per tenerlo».<br />

Finito di far colazione, Mary si era sdraiata sul cuscino; perciò, socchiudendo<br />

gli occhi, le fu facile nascondere il brivido d'orrore che aveva provato.<br />

Wash continuò tranquillo, senza accorgersi di niente. «Il sommo sacerdote<br />

intona l'incantesimo e dichiara l'intenzione, ossia la grazia che si vuole<br />

impetrare offrendo il sacrificio, che può essere quella di far morire qualcuno,<br />

di ottenere una sentenza favorevole in un tribunale, o di farsi elegge-

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