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club satanista - Thule-italia.net

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sciata la porta spalancata, attese ascoltando con impazienza che in casa<br />

cessasse ogni rumore.<br />

Verso le tredici e trenta tutto taceva in casa. Alzatasi, Mary raggiunse in<br />

punta di piedi l'ingresso e uscì sotto il portichetto. Avviatasi verso il cancello,<br />

non osava voltarsi per guardare se qualcuno la spiava, temendo di<br />

scorgere uno dei due negri che la osservava da una finestra, che le facesse<br />

cenno di rientrare; s'aspettava da un istante all'altro d'udire sul ghiaino il<br />

passo di qualcuno che, accortosi del suo tentativo, la inseguiva.<br />

Uscita dal cancello senza che nessuno tentasse di fermarla, si guardò rapidamente<br />

a destra e a sinistra. A sinistra, in lontananza, c'erano alcune alture<br />

sotto le quali, a circa tre chilometri, si vedevano i tetti di alcuni hangars.<br />

Sulla destra la campagna era più piatta e la strada correva sul fondo<br />

d'una vallata piuttosto bassa nella quale scintillavano tre grossi aerei.<br />

Pensando che gli hangars facessero parte della base americana, Mary<br />

volse loro le spalle e s'avviò di buon passo.<br />

Prima di scappare, Mary aveva preso la borsetta, nella quale, oltre alle<br />

solite cose, aveva anche denaro sufficiente per raggiungere Londra, ma si<br />

era proposta di telefonare a Verney appena avesse trovato un telefono, appena<br />

si fosse imbattuta in un centro abitato qualunque. Nulla la induceva a<br />

pensare che Ratnadatta si fosse liberato di quel paio di scarpe che lo incriminava;<br />

se fosse riuscita a farlo arrestare mentre le aveva ancora con sé, in<br />

casa o ai piedi, avrebbe assicurato alla giustizia almeno uno degli assassini<br />

di suo marito. Al colonnello avrebbe raccontato anche della casa di Cremorne,<br />

permettendogli di fare una retata di tutti i satanisti, fra i quali la polizia<br />

avrebbe trovato altri complici di Ratnadatta. Ma cosa ne sarebbe stato<br />

di Wash?<br />

Il pensiero del gigante simpatico, e tuttavia malvagio, costituiva un problema<br />

al quale non aveva nemmeno pensato. Per puro senso di giustizia,<br />

Mary ammetteva che non le aveva usato alcuna violenza, che non aveva<br />

niente da rimproverargli. Non l'aveva presa con la forza, e se l'aveva portata<br />

a casa sua, lo si doveva più che altro alla sua pretesa di giocare d'astuzia<br />

con lui. Wash l'aveva creduta quando si era mostrata disposta a stare con<br />

lui, e doveva essersela goduta credendo di essere chissà chi, un dongiovanni<br />

irresistibile. Oltre a tutto, l'aveva sottratta agli appetiti di Ratnadatta<br />

e alle conseguenze dell'iniziazione.<br />

A tutto questo bisognava aggiungere che l'americano non era un <strong>satanista</strong><br />

come tutti gli altri, non aveva buttato alle ortiche ogni senso di dignità,<br />

ogni scrupolo morale aderendo a una loggia soltanto per arricchirsi e per

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