club satanista - Thule-italia.net

club satanista - Thule-italia.net club satanista - Thule-italia.net

thule.italia.net
from thule.italia.net More from this publisher
30.01.2013 Views

a inventata e nel giro d'una settimana se l'è portato via la polmonite e io stavo nel suo carrozzone e insegnavo alla sua donna la maniera più spiccia per dimenticarlo.» Quando aveva menzionato la statuina stregata, Mary aveva capito di cosa s'era trattato, ma era riuscita a nascondere il ribrezzo e la paura dinnanzi alla confessione d'un assassinio commesso a sangue freddo. Tutto preso dal racconto della propria vita, il gigante continuava. «In autunno il circo è tornato nella sua sede invernale, a Detroit. Come faceva sempre, Gypsy aveva affittato una stanza e prediceva la ventura, e bisogna dire che era molto brava. Avrebbe potuto cavarsela molto meglio con quel mestiere per tutto l'anno, ma aveva sangue zingaro nelle vene e preferiva la vita vagabonda del circo. Per quel poco che sapevo di magia, capivo che captava il potere da una sorgente esterna e una bella notte sono riuscito a farmi dire il come e il perché. Così ho scoperto che era un'iniziata di una loggia satanica che aveva sede in città. Io l'ho costretta a presentarmi, ed è così che sono diventato un Fratello dell'Ariete.» Versato un altro cocktail per Mary, riprese a raccontare. «È stato per merito d'un tipo che ho incontrato in quella loggia che ho avuto la prima grande occasione della mia vita. Quel tipo gestiva un grosso bordello. Vedendomi così giovane e così prestante, m'ha chiesto se ero disposto a dare una mano reclutando altre ragazze. La maggior parte delle donne che entrano in una di quelle case sanno cosa devono aspettarsi, ma ce ne sono certe che non se lo sognano nemmeno, e piantano grane. E allora bisogna smussare certi angoli, e ci vogliono gli uomini con due cosi così per riuscirci. Dopo essermi fatto le ossa in quel lavoro di domare le signore, mi sono detto che ero scemo a farlo per un altro, che potevo farlo benissimo per conto mio. «Gypsy guadagnava abbastanza per mantenere anche me, ma io volevo un po' di grana in più da spendere in giro. Mettermi a fare il lanciatore di coltelli in qualche baraccone non bastava. Nel giro di qualche mese avevo messo assieme un gruppo di cinque ragazze che battevano le strade per conto mio e da allora non ho smesso più. Gypsy aveva smesso di fare l'indovina ed era diventata la maitresse d'una casa tutta nostra; a diciannove anni mi ero messo già a esportare e spedivo persino otto giuditte al mese nei paesi del Sudamerica. La polizia federale ci stava sempre alle costole, capirai, ma bastava che Gypsy sbirciasse appena una ragazza per capire subito se scottava troppo oppure no e io, da veggente qual ero, fiutavo sempre il pericolo prima ancora che potesse minacciare la mia organizza-

zione. Prima dello scoppio della guerra ero già collegato coi più grossi operatori esistenti negli Stati Uniti e io stesso ero uno dei pezzi grossi in quel commercio.» Inorridita da quelle rivelazioni, Mary doveva simulare un interesse che non provava. «Adesso non mi meraviglia più che tu sia così ricco. Ma tutto questo non spiega ancora come hai fatto a diventare colonnello dell'Aviazione americana.» «È stata la gran voglia di volare, amore. Quella e l'ambizione» replicò Washington, sorridendo. «Sin da quando ero un ragazzino in quella riserva indiana, pensavo quanto sarebbe stato bello diventare aviatore, e la guerra m'ha offerto l'occasione che cercavo. Avevo un socio che era mezzo portoricano e mezzo ebreo. Gli ho detto di portare avanti il mio commercio, e quello sa bene che se mi volesse fregare di pochi spiccioli soltanto lo farei morire fra gli spasimi più atroci. Gli ho affidato la mia impresa, sono andato in California, dove nessuno mi conosceva, e lì mi sono arruolato. Ero tagliato per fare il pilota e lo sapevo. Appena mi hanno mandato a combattere sono diventato un asso dall'oggi al domani. Mi hanno promosso e mi hanno decorato, e forse avrai notato i distintivi sulla mia giacca. Mi hanno dato tutto, dal Cuore di Porpora alla Legione al Merito.» «E questo ti ha convinto a rimanere in aeronautica anche dopo che la guerra era finita?» «Questo e l'ambizione. La vecchia organizzazione funziona ancora. Le giuditte che negli Stati Uniti mi procurano qualche dollaro ogni notte devono essere centinaia, ma il denaro non è tutto. Io volevo girare il mondo, conoscere gente da persona che conta, a parte quello che può spendere. E come colonnello Henrik G. Washington io sono quel tipo d'uomo e me lo posso permettere.» Poi le raccontò di alcune esperienze fatte durante la guerra, e come, in certe occasioni, avesse fatto ricorso ai suoi poteri occulti per risollevare il morale dei suoi piloti che, dopo tante missioni, avevano i nervi a pezzi. Le disse che aveva impiegato una parte delle sue entrate per aiutare finanziariamente le vedove dei suoi sottoposti morti in combattimento, ma lo disse con la noncuranza di uno che parli di cose banali, confondendo Mary, che non sapeva come conciliare quegli aspetti così contrastanti, se non opposti, dello stesso carattere. Venne Jim, il negro, che indossava una giacca bianca immacolata da cameriere, ad annunziare che la cena era servita. Mary e Washington lo seguirono e furono concordi nel trovarla squisita. Dopo, "Wash" intratten-

zione. Prima dello scoppio della guerra ero già collegato coi più grossi operatori<br />

esistenti negli Stati Uniti e io stesso ero uno dei pezzi grossi in<br />

quel commercio.»<br />

Inorridita da quelle rivelazioni, Mary doveva simulare un interesse che<br />

non provava. «Adesso non mi meraviglia più che tu sia così ricco. Ma tutto<br />

questo non spiega ancora come hai fatto a diventare colonnello dell'Aviazione<br />

americana.»<br />

«È stata la gran voglia di volare, amore. Quella e l'ambizione» replicò<br />

Washington, sorridendo. «Sin da quando ero un ragazzino in quella riserva<br />

indiana, pensavo quanto sarebbe stato bello diventare aviatore, e la guerra<br />

m'ha offerto l'occasione che cercavo. Avevo un socio che era mezzo portoricano<br />

e mezzo ebreo. Gli ho detto di portare avanti il mio commercio, e<br />

quello sa bene che se mi volesse fregare di pochi spiccioli soltanto lo farei<br />

morire fra gli spasimi più atroci. Gli ho affidato la mia impresa, sono andato<br />

in California, dove nessuno mi conosceva, e lì mi sono arruolato. Ero<br />

tagliato per fare il pilota e lo sapevo. Appena mi hanno mandato a combattere<br />

sono diventato un asso dall'oggi al domani. Mi hanno promosso e mi<br />

hanno decorato, e forse avrai notato i distintivi sulla mia giacca. Mi hanno<br />

dato tutto, dal Cuore di Porpora alla Legione al Merito.»<br />

«E questo ti ha convinto a rimanere in aeronautica anche dopo che la<br />

guerra era finita?»<br />

«Questo e l'ambizione. La vecchia organizzazione funziona ancora. Le<br />

giuditte che negli Stati Uniti mi procurano qualche dollaro ogni notte devono<br />

essere centinaia, ma il denaro non è tutto. Io volevo girare il mondo,<br />

conoscere gente da persona che conta, a parte quello che può spendere. E<br />

come colonnello Henrik G. Washington io sono quel tipo d'uomo e me lo<br />

posso permettere.»<br />

Poi le raccontò di alcune esperienze fatte durante la guerra, e come, in<br />

certe occasioni, avesse fatto ricorso ai suoi poteri occulti per risollevare il<br />

morale dei suoi piloti che, dopo tante missioni, avevano i nervi a pezzi. Le<br />

disse che aveva impiegato una parte delle sue entrate per aiutare finanziariamente<br />

le vedove dei suoi sottoposti morti in combattimento, ma lo disse<br />

con la noncuranza di uno che parli di cose banali, confondendo Mary, che<br />

non sapeva come conciliare quegli aspetti così contrastanti, se non opposti,<br />

dello stesso carattere.<br />

Venne Jim, il negro, che indossava una giacca bianca immacolata da<br />

cameriere, ad annunziare che la cena era servita. Mary e Washington lo<br />

seguirono e furono concordi nel trovarla squisita. Dopo, "Wash" intratten-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!