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club satanista - Thule-italia.net

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«Eccome!» esclamò Washington, passando dal sogghigno al sorriso.<br />

«Sicuro! Sicuro! Ma sono poche, pochissime le bambole che, oltre ad essere<br />

graziose, hanno qualcosa nella testa. Tu, bellezza, hai tutto, e io sono un<br />

tipo al quale piacciono le idee nuove e sane. E se quelle idee saltano fuori<br />

da una che ha le curve giuste nel punto giusto, tanto di guadagnato. Dimmi<br />

cos'è che un maschio potrebbe pretendere di più nella vita. Ecco perché ho<br />

una voglia matta di conoscerti meglio. Ecco perché voglio sapere cosa ne<br />

pensi se ti chiedo di restare con me ancora un poco.»<br />

Di fronte a quella richiesta, Mary sentì dileguare le ultime speranze che<br />

aveva nutrito di potersi liberare da quella compagnia, ma non osò tradire<br />

quel che provava. Anche se la richiesta era stata presentata sotto forma<br />

d'un invito, Mary era sicura che se avesse rifiutato l'avrebbe trattenuta anche<br />

con la violenza, era convinta che la sola speranza di liberarsi stesse nel<br />

non destare sospetti sulle sue reali intenzioni. Nel complesso, significava<br />

che avrebbe dovuto trascorrere almeno un'altra notte con lui, ma tutto lasciava<br />

credere che la mattina dopo avrebbe dovuto andarsene per soddisfare<br />

gli obblighi del suo servizio e finalmente lei avrebbe trovato l'occasione<br />

propizia per potersela svignare.<br />

Facendosi coraggio suo malgrado, sfoggiò un mezzo sorriso e rispose:<br />

«Sì, con piacere. Sono sicura che troveremo tante cose di cui discutere, noi<br />

due.»<br />

«Magnifico!» esclamò Washington, menandole una gran pacca sul deretano.<br />

«Cosa preferisci? Cenare qui in camera, o vuoi scendere?»<br />

«Scendiamo. Così potrai mostrarmi il resto della casa.»<br />

Scesero. Mezz'ora dopo, Washington stava mescolando vodka e martini<br />

nel grande soggiorno sotto la camera da letto, arredato, come tutte le altre<br />

stanze, molto lussuosamente, ma senza la minima traccia di buongusto.<br />

Nel vano della porta finestra c'era un altro di quei televisori spropositati,<br />

un apparecchio radio indipendente e un grammofono.<br />

Mentre lui le porgeva un bicchiere nel quale aveva versato una buona<br />

dose del suo cocktail, Mary gli disse: «Ma lo vuoi sapere? Non so nemmeno<br />

come ti chiami».<br />

«Fra i benedetti di Satana Nostro Signore io sono conosciuto col nome<br />

di Twisting Snake» replicò lui, sorridendo. «Però da queste parti sono il colonnello<br />

Henrik G. Washington, della U.S.A.A.F. Se poi vuoi saperla tutta,<br />

i miei ragazzi mi chiamano sottovoce "quel grosso bastardo di Wash".»<br />

Mary non seppe trattenersi e scoppiò in una risata sonora. «Meglio questo<br />

che sentirti chiamare serpente attorcigliato. Alla tua salute, Wash.»

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