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30.01.2013 Views

prima ancora che potesse afferrarla ricevette una specie di mazzata sulla nuca. Lampi di luce, puntini luminosi costellarono di colpo il suo cervello, formarono un vortice irresistibile. Le ginocchia cedettero di schianto e Barney crollò sulla ghiaia del vialetto privo di sensi. 19 La notte brava della signora La prima impressione provata da Mary, destandosi la domenica mattina dopo la fuga dal tempio, era stata quella di trovarsi in un letto non suo. La sensazione che davano le lenzuola, calde sì, ma scivolose, aveva qualcosa di strano. Aperti gli occhi, Mary trattenne il fiato, confusa: le lenzuola erano di satin nero. Per qualche istante fissò la parete che aveva di fronte, nella quale s'apriva una porta finestra schermata dalle tende dalle quali filtrava la luce del sole già alto. Un tavolo elaborato per la toeletta, di legno chiaro, stava nell'angolo con accanto uno sgabello e due sedie dello stesso legno e dello stesso colore, a riprova che si trattava di un arredamento ricercato e costoso. Mary fece per voltarsi e il cuore prese a batterle più forte, sapendo in anticipo cos'avrebbe visto. Sul cuscino accanto giaceva la testa d'un uomo, coi capelli tagliati corti e talmente chiari da sembrare bianchi alla luce incerta della stanza. L'uomo era voltato verso di lei, ma il volto era affondato nelle lenzuola che ne nascondevano la parte inferiore. Sotto la linea dei capelli c'era una fronte spaziosa, più larga che alta, due folte sopracciglia chiare e fra quelle un grosso naso uncinato. L'uomo era profondamente addormentato e respirava così piano che Mary dovette tendere l'orecchio per udirne il respiro. Ricordi confusi della sera precedente s'affollavano caotici nella sua memoria: Abaddon che, in preda a una delle sue crisi di follia omicida, l'afferrava per la gola e stringeva; Ratnadatta che calzava le scarpe di suo marito assassinato; Papa Onorio che la costringeva a bere quella pozione contenente chissà quale afrodisiaco; quell'uomo di mezza età, dai capelli brizzolati, per il quale aveva dovuto recitare la commedia della profetessa. Poi ancora Ratnadatta, e la lotta disperata con lui. Il sollievo sconfinato quand'era finalmente riuscita ad uscire dal tempio e per un po' aveva sperato, illudendosi, che l'americano l'avrebbe riportata a casa sua in Cromwell Road. Poi la delusione improvvisa: quello aveva deciso di portarla con sé

per fare non sapeva bene che razza di sacrificio e farsi perdonare dal suo padrone per non aver presenziato al sabba infernale della Notte di Valpurga. Poi la sua promessa di offrirle la notte più clamorosa di tutta la sua vita. In un certo senso aveva mantenuto la promessa. E Mary ricordava com'era andata. Stavano percorrendo la Fulham Road e lui le aveva appena detto che l'avrebbe accompagnata a casa e sarebbe ritornato al tempio per assistere alla cerimonia. Lei aveva inscenato la commedia per fargli credere che le dispiaceva e quello aveva cambiato idea. Mary ormai non avrebbe potuto tirarsi indietro senza compromettersi. Lo avrebbe voluto con tutto il cuore, ma non poteva chiedere che l'accompagnasse a casa affermando magari di essere troppo stanca per fare all'amore, e se anche avesse tentato, non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea un'altra volta. Nulla di quanto avrebbe potuto dire sarebbe servito per farlo recedere dal proposito di portarla a casa sua. Le era rimasta soltanto la speranza di poter profittare d'un attimo di distrazione per tentare la fuga, ma di opportunità ne aveva avute meno assai di quante ne aveva avute recandosi al tempio di Ratnadatta. E Mary si era illusa di poter tentare qualcosa ad un incrocio, ad un semaforo in qualche strada di grande traffico. Anche se non fosse riuscita a scendere, avrebbe potuto urlare, chiedere aiuto con la speranza che qualcuno intervenisse. Ma a quell'ora il traffico era assai scarso in tutte le strade e l'americano guidava bene e correva forte; al semaforo di Knightsbridge e a quello di Hyde Park Corner aveva trovato il verde sicché erano arrivati al Parco senza doversi fermare e l'avevano attraversato. A Marble Arch le si era presentata l'occasione che cercava e se fosse stata in condizioni di spirito normali ne avrebbe profittato senza alcun dubbio. Ma la serie di crisi che aveva dovuto superare quella sera l'avevano prostrata mentalmente e fisicamente. Mentre fermava, l'americano aveva tirato fuori il portasigarette e l'accendino. Porgendoglieli, le aveva detto di prendere una sigaretta per sé e di accendergliene una, e in quel momento il sistema nervoso già così provato l'aveva tradita. Invece di tentare il tutto per tutto, aveva accettato gli oggetti che le porgeva e aveva perso un tempo prezioso. Per qualche istante aveva meditato di tirargli in faccia tutto quanto, di fare qualcosa, ma prima che si fosse decisa era venuto il giallo. Mary aveva acceso una sigaretta per lui, ma aveva rifiutato quella che le offriva e mentre l'auto sfrecciava per Edgware Road era rimasta appoggia-

per fare non sapeva bene che razza di sacrificio e farsi perdonare dal suo<br />

padrone per non aver presenziato al sabba infernale della Notte di Valpurga.<br />

Poi la sua promessa di offrirle la notte più clamorosa di tutta la sua vita.<br />

In un certo senso aveva mantenuto la promessa.<br />

E Mary ricordava com'era andata. Stavano percorrendo la Fulham Road<br />

e lui le aveva appena detto che l'avrebbe accompagnata a casa e sarebbe ritornato<br />

al tempio per assistere alla cerimonia. Lei aveva inscenato la commedia<br />

per fargli credere che le dispiaceva e quello aveva cambiato idea.<br />

Mary ormai non avrebbe potuto tirarsi indietro senza compromettersi. Lo<br />

avrebbe voluto con tutto il cuore, ma non poteva chiedere che l'accompagnasse<br />

a casa affermando magari di essere troppo stanca per fare all'amore,<br />

e se anche avesse tentato, non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea un'altra<br />

volta. Nulla di quanto avrebbe potuto dire sarebbe servito per farlo recedere<br />

dal proposito di portarla a casa sua.<br />

Le era rimasta soltanto la speranza di poter profittare d'un attimo di distrazione<br />

per tentare la fuga, ma di opportunità ne aveva avute meno assai<br />

di quante ne aveva avute recandosi al tempio di Ratnadatta. E Mary si era<br />

illusa di poter tentare qualcosa ad un incrocio, ad un semaforo in qualche<br />

strada di grande traffico. Anche se non fosse riuscita a scendere, avrebbe<br />

potuto urlare, chiedere aiuto con la speranza che qualcuno intervenisse.<br />

Ma a quell'ora il traffico era assai scarso in tutte le strade e l'americano<br />

guidava bene e correva forte; al semaforo di Knightsbridge e a quello di<br />

Hyde Park Corner aveva trovato il verde sicché erano arrivati al Parco senza<br />

doversi fermare e l'avevano attraversato. A Marble Arch le si era presentata<br />

l'occasione che cercava e se fosse stata in condizioni di spirito<br />

normali ne avrebbe profittato senza alcun dubbio. Ma la serie di crisi che<br />

aveva dovuto superare quella sera l'avevano prostrata mentalmente e fisicamente.<br />

Mentre fermava, l'americano aveva tirato fuori il portasigarette e l'accendino.<br />

Porgendoglieli, le aveva detto di prendere una sigaretta per sé e di<br />

accendergliene una, e in quel momento il sistema nervoso già così provato<br />

l'aveva tradita. Invece di tentare il tutto per tutto, aveva accettato gli oggetti<br />

che le porgeva e aveva perso un tempo prezioso. Per qualche istante aveva<br />

meditato di tirargli in faccia tutto quanto, di fare qualcosa, ma prima<br />

che si fosse decisa era venuto il giallo.<br />

Mary aveva acceso una sigaretta per lui, ma aveva rifiutato quella che le<br />

offriva e mentre l'auto sfrecciava per Edgware Road era rimasta appoggia-

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