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30.01.2013 Views

io». Sulle prime Otto lo fissò come imbambolato, poi comprese e, accettata l'imbeccata, brontolò qualcosa sulla necessità di far presto e s'avviò, quasi correndo, verso l'auto. Gli altri lo seguirono e Barney mise in moto. «Dev'essere stato Lothar» sbottò lo scienziato, mentre la jeep s'avviava. «Maledetto lui. Non trovo altra spiegazione.» «Credo proprio che non ce ne siano altre» rispose cupamente C.B. «Ho preferito evitare che lei incominciasse a fare domande a quel tipo perché è meglio che nessuno venga a sapere di questa storia. Una cosa è certa: quello sapeva cosa stava dicendo; non se l'è sognato, e noi ne avremo conferma dagli uomini della torre di controllo. Ma è cosa che fate normalmente quella di mandare aerei per consegne sino in Scozia?» «Sì. Non solo è più rapido, ma è anche più sicuro che spedirle per ferrovia. Se una parte anche minima di quella roba andasse persa...» Otto non finì la frase, la voce gli si spense quasi in un gemito. «Direi che si sono già perse venti taniche di quella roba!» replicò Verney. «È una quantità regolare per ogni consegna che fate?» «No. Normalmente ne spediamo da ottanta a cento barili.» «E allora dobbiamo riconoscere che Lothar è stato bravo a non esagerare. Il magazziniere si sarebbe meravigliato se gli avesse chiesto più di quel che c'era in magazzino; forse avrebbe anche sospettato, pensando che lei dovesse essere al corrente delle giacenze. Sbaglio pensando che possa far analizzare il liquido e che, scopertane la composizione chimica, possa farlo produrre su scala industriale?» «Le analisi potrebbero richiedere tempo, e non è detto che i dati forniti risulterebbero esatti, tali da permettere il preciso dosaggio della formula, ma ci s'avvicinerebbero di molto. E bisogna dire che i russi dispongono di chimici eccezionali, che potrebbero addirittura migliorarla.» «Con quale frequenza mandate quei carichi in Scozia?» «Ogni volta che ce li richiedono. In pratica, una volta ogni tre settimane circa. Ora ne spediamo quantitativi più consistenti in Australia, per i missili intercontinentali che stanno sperimentando laggiù, ma le spedizioni sono meno frequenti di quelle per la Scozia.» Nel frattempo erano giunti nei pressi della pista. L'aereo che era venuto a prendere gli americani per riportarli a Farnborough era tornato per condurre a Londra Verney e Barney ed era parcheggiato sullo spiazzo in fondo, ma si capiva che Forsby non doveva essere riuscito nel tentativo di mettersi in contatto col pilota, visto che lì intorno non c'era nessuno né si

notava alcun segno d'attività. E non si scorgeva anima viva nemmeno nei due hangar, nemmeno nella torre di controllo e neppure nella baracca che ospitava il personale di terra. Appena scesi, Barney puntò deciso verso la baracca del personale di terra, che comprendeva soltanto un ufficio e un posto di guardia al pianterreno, e un piccolo dormitorio al primo piano. Verney corse nell'ufficio e trovatolo deserto, attraversò il corridoio ed entrò nel corpo di guardia. Un caporale della R.A.F. si sollazzava, coi piedi sul tavolo, leggendo un giornale della domenica. «Sono un collega del comandante Forsby» disse seccamente Verney. «È lei il sottufficiale di guardia?» «Sì, signore» rispose il caporale, balzando in piedi e spegnendo la radio. «Mi è stato detto che verso le due e mezzo è atterrato un aereo, che è ripartito circa una mezz'ora dopo. È vero?» «Sì, signore.» Il caporale confermava i loro peggiori sospetti. E intanto continuava: «Non ce l'aspettavamo davvero. Normalmente, ci avvertono di ogni arrivo con molto anticipo per consentirci di chiamare il personale della torre di controllo e di fare tutti i preparativi. Comunque, con tempo buono e con la pista libera, come oggi, non è un problema, anche se è contro le norme. Per la verità io sono rimasto piuttosto sorpreso». «E cos'ha fatto?» «Signore, sono andato a fare quattro chiacchiere col pilota. Ha detto che veniva dalla base missilistica delle Ebridi per prelevare del materiale urgente. Ha detto che non capiva come avessero potuto dimenticare di annunziare il suo arrivo.» «E a questo punto, lei cos'ha fatto?» «Gli ho detto che avrebbe fatto bene a tenere gli occhi aperti, perché c'era l'aereo di Farnborough in arrivo per le quattro e mezzo. Lui ha risposto che sarebbe partito prima di quell'ora e io sono tornato qui.» «E non ha riferito a nessuno di questo arrivo inatteso?» «Sì, signore. L'ho riferito al tenente Leathers, quando, assieme agli altri, è venuto per l'arrivo dell'aereo da Farnborough.» «E cos'ha detto il tenente?» «Ha registrato l'arrivo nel brogliaccio e ha detto che avrebbe fatto una bella lavata di testa a tutti quelli delle Ebridi, che non avevano avvertito dell'arrivo.» «Insomma, mi sembra di capire che lei ha atteso due ore prima di avvertire il suo superiore dell'arrivo d'un aereo non annunziato?»

notava alcun segno d'attività. E non si scorgeva anima viva nemmeno nei<br />

due hangar, nemmeno nella torre di controllo e neppure nella baracca che<br />

ospitava il personale di terra.<br />

Appena scesi, Barney puntò deciso verso la baracca del personale di terra,<br />

che comprendeva soltanto un ufficio e un posto di guardia al pianterreno,<br />

e un piccolo dormitorio al primo piano. Verney corse nell'ufficio e trovatolo<br />

deserto, attraversò il corridoio ed entrò nel corpo di guardia.<br />

Un caporale della R.A.F. si sollazzava, coi piedi sul tavolo, leggendo un<br />

giornale della domenica. «Sono un collega del comandante Forsby» disse<br />

seccamente Verney. «È lei il sottufficiale di guardia?»<br />

«Sì, signore» rispose il caporale, balzando in piedi e spegnendo la radio.<br />

«Mi è stato detto che verso le due e mezzo è atterrato un aereo, che è ripartito<br />

circa una mezz'ora dopo. È vero?»<br />

«Sì, signore.»<br />

Il caporale confermava i loro peggiori sospetti. E intanto continuava:<br />

«Non ce l'aspettavamo davvero. Normalmente, ci avvertono di ogni arrivo<br />

con molto anticipo per consentirci di chiamare il personale della torre di<br />

controllo e di fare tutti i preparativi. Comunque, con tempo buono e con la<br />

pista libera, come oggi, non è un problema, anche se è contro le norme. Per<br />

la verità io sono rimasto piuttosto sorpreso».<br />

«E cos'ha fatto?»<br />

«Signore, sono andato a fare quattro chiacchiere col pilota. Ha detto che<br />

veniva dalla base missilistica delle Ebridi per prelevare del materiale urgente.<br />

Ha detto che non capiva come avessero potuto dimenticare di annunziare<br />

il suo arrivo.»<br />

«E a questo punto, lei cos'ha fatto?»<br />

«Gli ho detto che avrebbe fatto bene a tenere gli occhi aperti, perché c'era<br />

l'aereo di Farnborough in arrivo per le quattro e mezzo. Lui ha risposto<br />

che sarebbe partito prima di quell'ora e io sono tornato qui.»<br />

«E non ha riferito a nessuno di questo arrivo inatteso?»<br />

«Sì, signore. L'ho riferito al tenente Leathers, quando, assieme agli altri,<br />

è venuto per l'arrivo dell'aereo da Farnborough.»<br />

«E cos'ha detto il tenente?»<br />

«Ha registrato l'arrivo nel brogliaccio e ha detto che avrebbe fatto una<br />

bella lavata di testa a tutti quelli delle Ebridi, che non avevano avvertito<br />

dell'arrivo.»<br />

«Insomma, mi sembra di capire che lei ha atteso due ore prima di avvertire<br />

il suo superiore dell'arrivo d'un aereo non annunziato?»

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