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«Questo è vero, signore» disse Barney, che sin lì aveva preferito ascoltare. «Ma non sarebbe meglio lasciare Otto qui quando andremo ad esplorare il posto? Se Lothar decidesse di anticipare per fare quello che vogliamo fare noi, e lo vedesse in nostra compagnia mentre cerchiamo nascondigli per gli uomini del maggiore, se la svignerebbe e noi resteremmo con un palmo di naso.» «Bravo, giovanotto» disse Verney. Poi, rivolgendosi a Forsby: «Dick, Sullivan ha ragione. Non si è mai troppo prudenti. Va' subito da Khune e digli di rinunciare ad accomapagnarci domattina. Digli anche che rimetti il registratore nella sua stanza per accertarci che Lothar non torni a visitarlo questa notte. Diglielo che passeremo a prenderlo più tardi, al ritorno dal nostro giro». Stanchi dopo una giornata tanto intensa, Verney e Barney dormirono sodo. Li risvegliò Harlow, portando a ciascuno una tazza di tè e l'annunzio che la colazione sarebbe stata pronta da lì a poco. Verso le nove e mezzo giunse Forsby. Il maggiore recava buone notizie, Khune aveva trascorso una notte tranquilla, la prima dopo tante notti piene di incubi, e il registratore non aveva captato nulla d'anormale. Terminata la colazione, partirono tutti e tre per il giro d'ispezione che si erano proposti. Fra la base e Lone Tree Hill c'è un'altura boscosa. I due dovettero oltrepassarla prima di giungere in vista di Lone Tree Hill, distante appena un chilometro e mezzo, da tre lati circondata dalla brughiera. Lasciata la statale, Forsby oltrepassò il ponte e percorse un tratto di strada bianca sino a quando incontrò un trattura in salita. Scesi, percorsero a piedi il chilometro che li separava dalla sommità, dove si fermarono per esplorare tutt'intorno prima di avviarsi, fra l'erica alta sino al ginocchio e le felci, verso il bosco che ricopriva l'altro versante. Verso le undici tornavano già alla base e avevano formulato un loro piano: Verney sarebbe rimasto in agguato nel bosco, assieme a sei poliziotti; gli altri si sarebbero appostati a una certa distanza l'uno dall'altro formando due semicerchi attorno alla collina, nascondendosi dietro rocce o negli anfratti come meglio avrebbero potuto. Siccome tutto induceva a credere che Lothar sarebbe arrivato in auto e avrebbe dovuto seguire il trattura sin dove era praticabile, bisognava lasciargli libero quel varco, ma Forsby e Barney avrebbero tenuto d'occhio il ponte restando nascosti sull'altura boscosa fra il Colle e la Base. Avvistato Lothar, avrebbero dovuto scendere con
l'auto del maggiore per andare ad appostarsi sulla riva del torrente non lontano dal ponte e fingere di pescare. Lothar non avrebbe potuto transitare dal ponte senza vederli, ma oltre a tagliargli la ritirata, quello stratagemma doveva facilitare Otto nel tentativo di convincerlo a scendere nel bosco sull'altro versante, per non correre il rischio d'essere visti durante la consegna dei documenti. Verso mezzogiorno mangiarono alcuni panini nella villetta di Forsby. Verso la mezza il maggiore uscì per recarsi nella sala delle riunioni a dare le ultime istruzioni ai suoi uomini, coi quali insistette sull'importanza dell'operazione, sulla necessità che restassero ben nascosti sino al segnale: due fischi, prima di lanciarsi su chiunque avesse tentato la fuga, altrimenti restassero nascosti. Finito che ebbe, ognuno ricevette un caricatore di cartucce a salve e quattro caricatori di cartucce con pallottola, con l'ordine di non sparare sul ricercato se non per legittima difesa o per impedirgli di sfuggire all'arresto. Subito dopo l'una Verney passò a prendere Khune con una jeep guidata da Harlow. Lo scienziato li attendeva ed era già paludato col suo vecchio impermeabile e coi berretto blu che dovevano servire per farlo riconoscere da lontano. Un autocarro, sul quale era salito anche Forsby, trasportava gli uomini della polizia e Barney, nell'auto del maggiore, chiudeva la colonna che puntava verso Lone Tree Hill. Verso l'una e trenta tutti gli uomini erano appostati, ognuno nel suo nascondiglio. Verney e Forsby sbirciarono ben bene l'orizzonte dal sommo della collina prima di ritirarsi lasciando lassù Otto Khune solo soletto, il primo per andare ad acquattarsi nel bosco, l'altro per scendere con l'autocarro e nasconderlo prima di riunirsi a Barney. Harlow lo seguì con la jeep, che nascose nel bosco non lontano dalla strada, per poter inseguire Lothar senza ritardi nel caso che, fuggendo, fosse riuscito a raggiungere la sua auto. Come capita spesso alla fine di aprile, il tempo era abbastanza buono e l'aria tiepida quanto bastava per invogliare a trascorrere il pomeriggio festivo facendo la pennichella sull'erba della brughiera. Quel giorno, invece, venti paia d'occhi erano puntati incessantemente sulla strada e sulla collina, ma dalle due e un quarto sin verso le tre meno un quarto transitarono soltanto quattro macchine con a bordo famiglie di gitanti che venivano dalla base per andare a farsi una scampagnata. Il resto del personale preferiva, evidentemente, bighellonare attorno casa occupandosi del giardino, oppure
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«Questo è vero, signore» disse Barney, che sin lì aveva preferito ascoltare.<br />
«Ma non sarebbe meglio lasciare Otto qui quando andremo ad esplorare<br />
il posto? Se Lothar decidesse di anticipare per fare quello che vogliamo fare<br />
noi, e lo vedesse in nostra compagnia mentre cerchiamo nascondigli per<br />
gli uomini del maggiore, se la svignerebbe e noi resteremmo con un palmo<br />
di naso.»<br />
«Bravo, giovanotto» disse Verney. Poi, rivolgendosi a Forsby: «Dick,<br />
Sullivan ha ragione. Non si è mai troppo prudenti. Va' subito da Khune e<br />
digli di rinunciare ad accomapagnarci domattina. Digli anche che rimetti il<br />
registratore nella sua stanza per accertarci che Lothar non torni a visitarlo<br />
questa notte. Diglielo che passeremo a prenderlo più tardi, al ritorno dal<br />
nostro giro».<br />
Stanchi dopo una giornata tanto intensa, Verney e Barney dormirono sodo.<br />
Li risvegliò Harlow, portando a ciascuno una tazza di tè e l'annunzio<br />
che la colazione sarebbe stata pronta da lì a poco.<br />
Verso le nove e mezzo giunse Forsby. Il maggiore recava buone notizie,<br />
Khune aveva trascorso una notte tranquilla, la prima dopo tante notti piene<br />
di incubi, e il registratore non aveva captato nulla d'anormale.<br />
Terminata la colazione, partirono tutti e tre per il giro d'ispezione che si<br />
erano proposti.<br />
Fra la base e Lone Tree Hill c'è un'altura boscosa. I due dovettero oltrepassarla<br />
prima di giungere in vista di Lone Tree Hill, distante appena un<br />
chilometro e mezzo, da tre lati circondata dalla brughiera. Lasciata la statale,<br />
Forsby oltrepassò il ponte e percorse un tratto di strada bianca sino a<br />
quando incontrò un trattura in salita. Scesi, percorsero a piedi il chilometro<br />
che li separava dalla sommità, dove si fermarono per esplorare tutt'intorno<br />
prima di avviarsi, fra l'erica alta sino al ginocchio e le felci, verso il bosco<br />
che ricopriva l'altro versante.<br />
Verso le undici tornavano già alla base e avevano formulato un loro piano:<br />
Verney sarebbe rimasto in agguato nel bosco, assieme a sei poliziotti;<br />
gli altri si sarebbero appostati a una certa distanza l'uno dall'altro formando<br />
due semicerchi attorno alla collina, nascondendosi dietro rocce o negli anfratti<br />
come meglio avrebbero potuto. Siccome tutto induceva a credere che<br />
Lothar sarebbe arrivato in auto e avrebbe dovuto seguire il trattura sin dove<br />
era praticabile, bisognava lasciargli libero quel varco, ma Forsby e Barney<br />
avrebbero tenuto d'occhio il ponte restando nascosti sull'altura boscosa<br />
fra il Colle e la Base. Avvistato Lothar, avrebbero dovuto scendere con