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ma le sorelle e i fratelli riferiranno quanto hanno fatto per onorare il Nostro Sommo Signore Satana, e questo richiederà circa un'ora. Poi il Grande Ariete ascolterà i desideri e concederà le grazie, guarirà gli ammalati. Poi gli iniziati segneranno il patto col loro sangue. A mezzanotte ci sarà il sacrificio dell'ariete e il battesimo degli iniziati. Dopo, inizierà la grande festa e, per lei, il Servizio del Tempio.» "E così, ho altre due ore d'attesa, prima che il divertimento vero incominci" pensava Mary, fra sé. Ratnadatta la fissava, sorridendo con quei suoi denti da coniglio. «lo leggo nel suo pensiero» le disse. «Lei desidera che la prima parte della cerimonia passi in fretta.» «Be', sì» rispose Mary, accompagnando la conferma con una spallucciata. «Sarò lieta quando la parte formale della cerimonia dell'iniziazione sarà terminata.» «No! No!» esclamò Ratnadatta, sorridendo. «È che lei, ora, è impaziente di partecipare all'orgia che segue la cerimonia! Perché desidera divertirsi nella grande festa!» «E sta bene!» replicò Mary, sorridendo a sua volta. «Perché non dovrei ammetterlo? Non ricordo d'essere mai stata così ansiosa di divertirmi partecipando ad una grande festa.» Ratnadatta le si avvicinò un poco ancora, sempre sorridendo: «Né così ansiosa di offrirsi al Servizio del Tempio, vero? E vorrebbe che le prossime due ore fossero già dimenticate per poter raccogliere la gioia che distilla dal rito simboleggiante la Creazione». «Ma è naturale che io provi questo desiderio» replicò Mary, con una punta d'impazienza. «È il risultato d'una droga molto potente che Onorio m'ha fatto ingurgitare.» Ratnadatta annuì. «Sì, lo so. Lo chiamano il liquore dorato di Afrodite. Il suo effetto non fallisce mai. Bene! È per questo che sono venuto di buon'ora. Il Servizio del Tempio, adesso, lo farà con me.» Sin lì, Mary non aveva sospettato le sue intenzioni, non si era chiesta cosa significava quella visita. Per la prima volta lo vedeva non più come una fonte d'informazioni sul culto satanico, ma come un uomo. Sino a pochi istanti prima aveva bramato un uomo col quale giacere, ed ecco che un possibile amante le stava di fronte; dimesso e per nulla attraente, se si voleva, ma in quel momento non sembrava che quei particolari avessero molta importanza. Non importava nemmeno che, prima d'allora, non si fosse data mai ad un uomo di colore. La pelle del corpo era più chiara di quella del
volto; a dispetto della pancetta, appariva più giovane e aitante di quand'era vestito. La droga che le avevano propinato l'aveva svuotata di ogni senso morale. Mary non aveva mai nutrito di quelle brame e adesso, riflettendo, rabbrividiva. Si sentiva simile a un animale, ossessa dalla necessità d'un compagno. Mary chiuse gli occhi e, rovesciatasi all'indietro, urlò: «E sta bene!». L'istante successivo Ratnadatta, scostato il lenzuolo, si stendeva accanto a lei, le passava un braccio attorno alla vita, le premeva le labbra carnose sulla bocca. L'alito fetente riportò Mary alla realtà. Quel puzzo che sapeva di dolciastro e di pesce fradicio fu come una doccia fredda che le snebbiò il cervello. Sgomenta dinnanzi alla pazzia che soltanto un istante prima l'aveva indotta ad accettarlo come amante, si chiese come avesse potuto permettere a quella creatura schifosa di sfiorarla e, distolta la bocca da lui, urlò: «Basta! Non era questo che intendevo!». Mary lo fissava con occhi sgranati, gli lesse in faccia la sorpresa, lo vide sollevarsi su un gomito, lo udì esclamare: «Ma cosa ti prende? Non capisco». «Lasciami! Lasciami!» sbottò Mary, puntandogli le mani contro il petto e respingendolo. Poi, ad un'altra zaffata di quell'alito puzzolente, aggrinzò il naso e si volse. «Ah!» esclamò Ratnadatta, mentre negli occhi miopi s'accendeva un barlume di comprensione. «È il mio alito che ti disturba. È colpa dello stomaco in disordine. Da qualche settimana pensavo di chiedere al Grande Ariete di guarirmi da questo disturbo.» «No, sei tu che mi schifi! Tutto di te mi schifa!» strillò Mary, con labbra che tremavano per la collera. «Togliti di dosso! Vattene!» Ratnadatta sorrise e scosse la testa. «Ora ti comporti come una stupida. È con me che devi prestare Servizio nel Tempio.» «Non è vero! Io non voglio!» «Lo farai. Sei mia alleva. Sono stato io a condurti qui. Essere il primo con te è il mio privilegio.» «Bugiardo! Tu menti, come hai mentito quando mi hai detto cosa avrei dovuto fare per ottenere l'iniziazione!» «Ti ho ingannata soltanto un poco, niente più. Che differenza fa per te se il rito si svolge ora, anziché più tardi?» «lo non celebrerò il rito con te. Mai! Mai!»
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volto; a dispetto della pancetta, appariva più giovane e aitante di quand'era<br />
vestito.<br />
La droga che le avevano propinato l'aveva svuotata di ogni senso morale.<br />
Mary non aveva mai nutrito di quelle brame e adesso, riflettendo, rabbrividiva.<br />
Si sentiva simile a un animale, ossessa dalla necessità d'un compagno.<br />
Mary chiuse gli occhi e, rovesciatasi all'indietro, urlò: «E sta bene!».<br />
L'istante successivo Ratnadatta, scostato il lenzuolo, si stendeva accanto<br />
a lei, le passava un braccio attorno alla vita, le premeva le labbra carnose<br />
sulla bocca.<br />
L'alito fetente riportò Mary alla realtà. Quel puzzo che sapeva di dolciastro<br />
e di pesce fradicio fu come una doccia fredda che le snebbiò il cervello.<br />
Sgomenta dinnanzi alla pazzia che soltanto un istante prima l'aveva indotta<br />
ad accettarlo come amante, si chiese come avesse potuto permettere a<br />
quella creatura schifosa di sfiorarla e, distolta la bocca da lui, urlò: «Basta!<br />
Non era questo che intendevo!».<br />
Mary lo fissava con occhi sgranati, gli lesse in faccia la sorpresa, lo vide<br />
sollevarsi su un gomito, lo udì esclamare: «Ma cosa ti prende? Non capisco».<br />
«Lasciami! Lasciami!» sbottò Mary, puntandogli le mani contro il petto<br />
e respingendolo. Poi, ad un'altra zaffata di quell'alito puzzolente, aggrinzò<br />
il naso e si volse.<br />
«Ah!» esclamò Ratnadatta, mentre negli occhi miopi s'accendeva un barlume<br />
di comprensione. «È il mio alito che ti disturba. È colpa dello stomaco<br />
in disordine. Da qualche settimana pensavo di chiedere al Grande Ariete<br />
di guarirmi da questo disturbo.»<br />
«No, sei tu che mi schifi! Tutto di te mi schifa!» strillò Mary, con labbra<br />
che tremavano per la collera. «Togliti di dosso! Vattene!»<br />
Ratnadatta sorrise e scosse la testa. «Ora ti comporti come una stupida.<br />
È con me che devi prestare Servizio nel Tempio.»<br />
«Non è vero! Io non voglio!»<br />
«Lo farai. Sei mia alleva. Sono stato io a condurti qui. Essere il primo<br />
con te è il mio privilegio.»<br />
«Bugiardo! Tu menti, come hai mentito quando mi hai detto cosa avrei<br />
dovuto fare per ottenere l'iniziazione!»<br />
«Ti ho ingannata soltanto un poco, niente più. Che differenza fa per te se<br />
il rito si svolge ora, anziché più tardi?»<br />
«lo non celebrerò il rito con te. Mai! Mai!»