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club satanista - Thule-italia.net

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questa sera né mai. Non mi sottometterò a questa vergogna. Vattene nell'inferno<br />

dal quale sei uscita. Io me ne torno a casa».<br />

Scostato il lenzuolo con tutte e due la mani, allungò una gamba per balzar<br />

giù dal letto, ma Onorio la prevenne. Ignorando le sue proteste, la sacerdotessa<br />

l'afferrò per il naso e la rovesciò all'indietro. Per respirare Mary<br />

fu costretta ad aprire la bocca e Onorio fu pronta a rovesciarle in gola il<br />

contenuto del bicchiere che non aveva abbandonato. Mezzo soffocata,<br />

Mary fu costretta ad inghiottirlo e solo un poco ne andò sprecato, colandole<br />

sul mento.<br />

«Così va meglio» brontolò Onorio. «E ora ti metterò a nanna per una<br />

mezz'ora. Quando ti risveglierai, ti sentirai diversa.»<br />

«Lasciami!» gorgogliò Mary, tentando di sputare il poco liquido che le<br />

restava in bocca e di respingere la sacerdotessa.<br />

Onorio lasciò il naso e, posato il bicchiere, la afferrò per i polsi e la respinse<br />

sul letto premendole le mani sul petto.<br />

Mary poteva finalmente respirare. Con nuovo vigore prese a dimenarsi e<br />

sbuffò: «Brutta puttana, toglimi le mani di dosso. Toglimele, altrimenti ti<br />

uccido!».<br />

Mary lottava con tutte le sue forze, ma la sacerdotessa era forte, ed era<br />

avvantaggiata perché le stava addosso e la premeva sul materasso con tutto<br />

il proprio peso, con tutta la propria forza. E Mary tentava invano di respingerla,<br />

di colpirla con le ginocchia, di liberarsi. La stretta ai polsi non s'allentava,<br />

e Onorio la fissava, gli occhi negli occhi, con una terribile intensità.<br />

Mary fissava quegli occhi grigi, freddi come l'acciaio che continuavano<br />

a dilatarsi, diventavano sempre più grandi. E intanto la sacerdotessa mormorava<br />

suadente: «Dormi. La mia volontà è più forte della tua e tu devi<br />

obbedirmi. Ti ordino di dormire».<br />

Comprendendo che voleva ipnotizzarla, Mary tentò di chiudere gli occhi,<br />

ma ormai era troppo tardi. Mary s'accorse di non poter abbassare le<br />

palpebre, di non potere distogliere lo sguardo da quelle orbite dilatate, da<br />

quegli occhi grigi che pareva dovessero perforare i suoi. Il peso della sacerdotessa<br />

la soffocava, le forze vacillavano. Quegli occhi diventarono larghi<br />

a dismisura, la faccia di Onorio si sfocò in un alone informe, scomparve<br />

lasciando soltanto quegli occhi smisurati fissi su di lei. Mary poteva ancora<br />

assaporare la pozione che le aveva fatto ingurgitare, ne sentiva in<br />

bocca il sapore dolce-amarognolo simile a quello del vermouth, ma più<br />

forte, come di un liquore.

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