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30.01.2013 Views

gliati corti, grigi e ispidi, la mascella forte, il colorito acceso che indicava il bevitore; ma la bocca, i lineamenti avevano un'espressione buona e ferma nel contempo, gli occhi scuri si fissavano franchi nei suoi. Parlando con voce fievole, Mary sussurrò: «Tutto procederà nel migliore dei modi, se lei agirà con prudenza». «Come inizio, è buono» rispose l'uomo, sorridendo d'un sorriso che gli illuminò il volto. «Tuttavia, desidererei qualche particolare d'uso più pratico.» Mary contò sino a cinquanta prima di rispondere, con un filo di voce: «Non intraprenda nulla d'importante di martedì. Per i prossimi...». «Cosa dice?» la interruppe lui, chinandosi per udire. «Parli un poco più forte, la prego. Non riesco a sentire cosa dice.» Mary ripeté l'avvertimento per quel che riguardava il martedì, e aggiunse: «Non mangi carne durante i dodici giorni che seguiranno, non beva alcolici e non frequenti nessuna donna, affinché in lei possano confluire maggiori poteri che consentiranno d'influire sugli altri». «Dodici giorni!» mormorò lo sconosciuto. «Sì, vedo che lei ha indovinato. Se riuscirò a superare questo periodo, sarò fuori dai guai. Ma qual è quel pericolo particolare dal quale devo guardarmi, che Emily Purbess non è stata capace di specificare?» Mary si attenne ancora alle istruzioni ricevute e contò sino a cento prima di rispondere in un sussurro: «Si guardi dall'uomo che usa lenti molto spesse. Non si fidi di lui. In segreto, quell'uomo lavora per danneggiarla». «Cosa? Sir Hamish?» sbottò Mister X. «Non mi vorrà dire che è lui! Ha speso una fortuna per cercar d'avviare la barca sulla rotta giusta!» «Vedo chiaramente l'uomo che minaccia il suo successo» proseguì Mary, senza badargli. «Ha capelli scuri e folti e veste disordinatamente. È ancora sotto la trentina, ed ha modi brutali, sgarbati.» «Per Dio, ma è Sir Hamish, questo!» «Ascolti il mio avvertimento. Io sono il veicolo di poteri che sfuggono alle sue possibilità di comprensione.» «Sì! Sì» rispose Mister X, visibilmente agitato. «Non ci capisco niente, ma starò in guardia.» Mister X era ancora chino su di lei. Mary si scoprì con gesto improvviso; scostato il lenzuolo, sedette e, sorridendogli, gli passò un braccio attorno al collo e, con voce più forte, pronunciò: «In te il Leone trova colui che può lottare contro l'Orso. Non trascurare il mio avvertimento e godrai di un futuro radioso. Va', ora, e che la buona sorte sia con te».

Per qualche istante gli occhi dell'uomo tradirono la sorpresa dinnanzi all'inatteso sfoggio di vigore, ma poi scivolarono giù dal volto per fissarsi su quel corpo completamente nudo e, cacciando un sospiro profondo, distolse gli occhi e mormorò: «Si ricopra, la prego». Mister X si rialzò. Mary aveva eseguito alla lettera le istruzioni ricevute da Abaddon e la reazione di Mister X era stata esattamente quella che si erano aspettata sin dall'inizio. Ma era stata la preoccupazione che scaturiva dall'imprevedibile reazione dell'uomo al vedersela nuda fra le braccia che aveva tormentato Mary sino a quel momento. L'autocontrollo del quale aveva dato prova distogliendo lo sguardo da lei e dicendole di ricoprirsi fu un sollievo e Mary obbedì volentieri tornando a sdraiarsi e tenendosi con tutt'e due le mani il lenzuolo sino al mento. E mentre lei si copriva e lo fissava, Mister X, più confuso che mai, domandava: «Perché non indossa nemmeno una camicia da notte? Se non me l'avessero detto che questa è una specie di clinica e che lei è una specie di vergine vestale, avrei pensato d'essere capitato in un bordello». Mary non rispose. Come sfinita per lo sforzo della profezia appena enunciata, richiuse gli occhi. Mister X attese un poco. Vedendo che non fiatava, continuò: «Forse quando è così assorta nelle sue profezie non si rende conto di quello che fa, non sa nemmeno dove si trova? Forse è stato obbedendo a un impulso improvviso, come un risveglio inatteso, che si è seduta sul letto e si è denudata?». Visto che continuava a tacere, Mister X si strinse nelle spalle. «Bene! Dopo tutto, non tocca a me lamentarmi, È stata già molto buona accettando di ricevermi mentre è a letto ammalata. La sua profezia è strana, ma stia pur certa che non trascurerò i suoi consigli e mi terrò lontano dall'uomo che mi ha descritto così bene.» Mister X taceva appena che Mary udì quel rumor di passi soffocato, e subito dopo la voce suadente di Abaddon, che domandava: «Signore, spero che sia rimasto soddisfatto». «Sì» rispose Mister X. «La signorina conosceva il particolare che ha tanta importanza per me. Mi ha detto da cosa devo guardarmi e da che parte può venire la minaccia. Devo dire che sono rimasto sorpreso, ma come si dice: uomo avvisato è mezzo salvato.» Le voci si affievolirono, tacquero. I due uomini erano usciti, Mary aprì gli occhi e giacque immobile per alcuni minuti, finché Onorio entrò. La

gliati corti, grigi e ispidi, la mascella forte, il colorito acceso che indicava<br />

il bevitore; ma la bocca, i lineamenti avevano un'espressione buona e ferma<br />

nel contempo, gli occhi scuri si fissavano franchi nei suoi.<br />

Parlando con voce fievole, Mary sussurrò: «Tutto procederà nel migliore<br />

dei modi, se lei agirà con prudenza».<br />

«Come inizio, è buono» rispose l'uomo, sorridendo d'un sorriso che gli<br />

illuminò il volto. «Tuttavia, desidererei qualche particolare d'uso più pratico.»<br />

Mary contò sino a cinquanta prima di rispondere, con un filo di voce:<br />

«Non intraprenda nulla d'importante di martedì. Per i prossimi...».<br />

«Cosa dice?» la interruppe lui, chinandosi per udire. «Parli un poco più<br />

forte, la prego. Non riesco a sentire cosa dice.»<br />

Mary ripeté l'avvertimento per quel che riguardava il martedì, e aggiunse:<br />

«Non mangi carne durante i dodici giorni che seguiranno, non beva alcolici<br />

e non frequenti nessuna donna, affinché in lei possano confluire<br />

maggiori poteri che consentiranno d'influire sugli altri».<br />

«Dodici giorni!» mormorò lo sconosciuto. «Sì, vedo che lei ha indovinato.<br />

Se riuscirò a superare questo periodo, sarò fuori dai guai. Ma qual è<br />

quel pericolo particolare dal quale devo guardarmi, che Emily Purbess non<br />

è stata capace di specificare?»<br />

Mary si attenne ancora alle istruzioni ricevute e contò sino a cento prima<br />

di rispondere in un sussurro: «Si guardi dall'uomo che usa lenti molto<br />

spesse. Non si fidi di lui. In segreto, quell'uomo lavora per danneggiarla».<br />

«Cosa? Sir Hamish?» sbottò Mister X. «Non mi vorrà dire che è lui! Ha<br />

speso una fortuna per cercar d'avviare la barca sulla rotta giusta!»<br />

«Vedo chiaramente l'uomo che minaccia il suo successo» proseguì<br />

Mary, senza badargli. «Ha capelli scuri e folti e veste disordinatamente. È<br />

ancora sotto la trentina, ed ha modi brutali, sgarbati.»<br />

«Per Dio, ma è Sir Hamish, questo!»<br />

«Ascolti il mio avvertimento. Io sono il veicolo di poteri che sfuggono<br />

alle sue possibilità di comprensione.»<br />

«Sì! Sì» rispose Mister X, visibilmente agitato. «Non ci capisco niente,<br />

ma starò in guardia.»<br />

Mister X era ancora chino su di lei. Mary si scoprì con gesto improvviso;<br />

scostato il lenzuolo, sedette e, sorridendogli, gli passò un braccio attorno al<br />

collo e, con voce più forte, pronunciò: «In te il Leone trova colui che può<br />

lottare contro l'Orso. Non trascurare il mio avvertimento e godrai di un futuro<br />

radioso. Va', ora, e che la buona sorte sia con te».

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