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club satanista - Thule-italia.net

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Mary sbirciò appena l'erma e subito distolse gli occhi. Nessun dubbio<br />

che fosse un busto di pregevole fattura; a guardarlo pareva che il soggetto<br />

scolpito fosse vivo, e sorrideva d'un sorriso che soltanto un bravo artista<br />

avrebbe potuto imprimere in un blocco di pietra. Ma le grosse labbra sensuali,<br />

gli occhi pe<strong>net</strong>ranti con quel lampo cinico simile più ad un ghigno<br />

che ad un sorriso, le sopracciglia arruffate sotto la ghirlanda che gli cingeva<br />

la fronte, su cui spuntavano due piccole corna ricurve, erano quelli di un<br />

satiro e Mary non aveva mai visto nulla d'inanimato che, tuttavia, sembrasse<br />

così imbevuto di malvagità.<br />

Tornati sulla terrazza sedettero a un tavolino di ferro sul quale un cameriere<br />

negro aveva posato per loro alcuni rinfreschi. Ratnadatta offrì a Mary<br />

un bicchiere di quel vino scuro che le aveva fatto gustare in precedenza e<br />

lei lo accettò senza esitare. Quella testa di satiro, quella pietra inanimata<br />

l'aveva messa sottosopra e adesso sentiva la necessità di bere qualcosa. Inoltre,<br />

non riusciva a cacciare da sé la paura che la tormentava ogni volta<br />

che tentava d'immaginare come si sarebbe svolta la prova di quella sera,<br />

delle oscenità, delle vergogne che avrebbero preteso da lei. Mary conosceva<br />

già le proprietà del vino offertole, drogato, mescolato con chissà<br />

quali erbe, ma sperava soltanto che, se non altro, servisse ad obnubilarle<br />

un poco la mente come le era successo la prima volta.<br />

In un tentativo per distogliersi da quei pensieri, Mary domandò: «Ma i<br />

domestici che vedo qui, cosa fanno? Questo giardino è magnifico, ma tenerlo<br />

così ordinato non dev'essere facile. Sì, vedo che ci sono diversi domestici,<br />

e penso che ce ne siano altri che si occupano della cucina, che organizzano<br />

le vostre feste, ma non credo che siano tutti iniziati. Comunque,<br />

devono saperla lunga su quel che accade qui. Come potete stare tranquilli?<br />

Come potete essere certi che non vi tradiranno?».<br />

Ratnadatta, sorrise, sornione. «Lei sa che cosa è uno zombie?»<br />

«lo... sì, credo di saperlo» balbettò Mary, sbigottita di fronte all'immagine<br />

che il vocabolo evocava. «Uno zombie è un morto che è stato resuscitato<br />

a nuova vita, se non m'inganno. Ricordo d'aver letto un libro che parlava<br />

delle Indie Occidentali; narrava come gli stregoni del voodoo disseppellivano<br />

i morti di notte, dopo la sepoltura, e li trattavano in maniera da restituire<br />

loro una vitalità sufficiente affinché potessero lavorare nei campi come<br />

schiavi.»<br />

Ratnadatta annuì. «Sì, lei è quasi nel giusto, ma non del tutto. Quelli non<br />

erano morti, ma erano stati drogati con una droga che li faceva cadere in<br />

un coma così profondo da sembrare morti. Nei paesi tropicali l'inumazione

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