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club satanista - Thule-italia.net

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Verney l'aveva vista in precedenza, in due altre occasioni: l'ultima ai funerali<br />

di suo marito, e si era limitato ad inchinarsi a quella patetica figura<br />

velata. La prima volta l'aveva vista quand'era stato costretto a recarsi a casa<br />

sua, a Wimbledon, per portarle la notizia della morte di suo marito. Ci<br />

era andato un lunedì mattina e l'aveva trovata che, vestita alla buona, sfaccendava<br />

per casa. Mary era emersa dalla cucina coi capelli raccolti sotto un<br />

fazzoletto, con addosso una camicetta stinta, pantaloni jeans stinti anche<br />

quelli e aderenti, pantofole coi tacchi bassi e senza trucco. Una ciocca di<br />

capelli le era sfuggita da sotto il fazzoletto dandole un'aria piuttosto sbarazzina.<br />

In quell'occasione il colonnello era rimasto colpito dalla bellezza di quegli<br />

occhi, ma non s'era accorto subito d'avere dinnanzi una vera e propria<br />

bellezza. La nuova che recava aveva confermato i timori che Mary nutriva<br />

sulla sorte del marito, che non era rincasato sin dal sabato pomeriggio. Udendo<br />

la notizia che confermava quei timori, Mary aveva affondato la faccia<br />

nelle mani ed era scoppiata in un pianto dirotto, spezzato dai singulti.<br />

Per renderle meno penosi quei momenti, Verney aveva pensato al fratello e<br />

alla cognata di Teddy Morden e se li era rimorchiati sin lì. Dopo averle espresso<br />

il proprio cordoglio con tutta la gentilezza di cui era capace, dopo<br />

averle lasciato una somma di denaro più che sufficiente per sopperire a tutte<br />

le necessità immediate, l'aveva lasciata coi parenti a piangere sulle sue<br />

disgrazie.<br />

Mary Morden sedette e venne subito al sodo, con tono quasi brusco. «Le<br />

chiedo scusa, colonnello Verney, se vengo a disturbarla. E di domenica per<br />

di più. Ma ho pensato che oggi avrei avuto maggiori probabilità di trovarla.<br />

Ho pensato anche che, per quello che mi proponevo di dirle, forse era<br />

meglio che venissi a casa sua che in ufficio.»<br />

«Lei non mi disturba affatto» la rassicurò Verney, sorridendole bonariamente.<br />

«Stavo soltanto sfogliando i giornali. Sono lieto di vederla, e se<br />

posso permettermi, mi fa piacere vederla così... come dire...»<br />

«Vuol dire che mi sono ripresa, dopo la disgrazia?» gli venne in aiuto<br />

lei. «Be', è accaduto un paio di settimane fa, e diciamo pure che non si può<br />

continuare a piangere sino ad asciugarsi gli occhi. Si trattava di scegliere<br />

fra il lasciarsi andare in una specie d'apatia, uno stato semicomatoso che<br />

avrebbe potuto durare mesi, o cercare qualcosa capace d'impegnare il mio<br />

tempo e la mia mente, e così ho deciso di scegliere quest'ultima strada.»<br />

«Ha fatto bene, signora, e le dirò che mi fa piacere» rispose Verney, offrendole<br />

il portasigarette aperto. «Ma non vuol dirmi niente sull'occupa-

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