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30.01.2013 Views

che vuol fare di testa sua e non so proprio se accetterà. Molto probabilmente, preferirà correre qualunque rischio piuttosto che far credere ai suoi sostenitori che non ha più il coraggio d'affrontare l'opposizione senza una scorta di poliziotti in borghese.» In quell'istante squillò l'interfonico e Verney prese il microfono. «Sì... sta bene... Me lo passi.» Posato l'interfonico, Verney prese il telefono. «Sono Verney. Salve, Dick. Mi chiami per dirmi che il tuo piccioncino ha lasciato la piccionaia ieri sera per volare a Londra?» Tacque e ascoltò per più d'un minuto, poi sbottò: «Capisco. Accidenti a lui! Ma se proprio doveva accettare, non poteva comportarsi come gli avevano detto e venir qui, dove gli uomini dei Servizi Speciali erano in attesa di mettere le mani addosso a tutti e due? Adesso è più difficile, e sarà più difficile ancora non far trapelare niente. Se Lothar ci mettesse nel sacco e se la filasse oltre Manica con le formule, sarebbe un guaio grosso quasi come se Otto se la squagliasse per passare ai russi. Non penso che si possa correre il rischio di farli incontrare. Non in queste condizioni. Del resto, se mettessimo le mani addosso a L. prima che abbia ricevuto la mercanzia da O., potremmo trattenerlo soltanto per poco e a patto che si trovi qualche imputazione da contestargli. Per quello che ne sappiamo di lui, potrebbe anche avere un passaporto diplomatico, nel qual caso saremmo costretti a rilasciarlo subito. In ogni caso, potrebbe rimettersi al lavoro e fissare un altro appuntamento con O., e se tu non riuscissi a scoprirlo in tempo, ci metterebbe nel sacco un'altra volta. Ma aspetta un momento. Lasciami riflettere». Ci fu una pausa piuttosto prolungata, poi Verney riprese a parlare: «Dick, senti. Lo sai che in te ho la massima fiducia, ma sarei ingiusto se cercassi di scaricare tutta la responsabilità sulle tue spalle. Ho pensato di venire a trovarti. Partirò questo pomeriggio, dopo aver finito di sbrigare alcune cose qui. Ti telefonerò prima di partire, per dirti a che ora arriverò». Riagganciò e si rivolse a Barney: «Avrà indovinato che era Forsby. Durante le ultime notti Lothar ha continuato a lavorarsi il fratello sino a farlo quasi impazzire. La registrazione di giovedì notte ha rivelato che Otto aveva finito per accettare d'incontrarsi con Lothar oggi stesso, qui a Londra. Quando l'ha saputo, Forsby s'aspettava che Otto gli chiedesse un giorno di permesso e ha incaricato i suoi di tenerlo d'occhio, di tenersi pronti a seguirlo e lui stesso stava pronto per avvertire me. Invece Otto non è partito, non ha lasciato la base. Forsby ha pensato che avesse cambiato idea, che

avesse deciso un'altra volta di puntare i piedi, e invece si ingannava. La spiegazione è saltata fuori dalla registrazione di questa notte». C.B. vuotò la pipa e proseguì il racconto. «Sembra che Lothar si sia fatto sentire sulla loro onda psichica verso le quattro di questa mattina. Voleva controllare per accertarsi che Otto non lo facesse aspettare per niente. Quando ha scoperto che Otto non s'era mosso, ha minacciato di maledirlo con un anatema che l'avrebbe ucciso. Otto ha protestato dicendo che lui voleva andare all'appuntamento, ma che ne era stato impedito all'ultimo momento, che quando era andato a chiedere un giorno di permesso al suo diretto superiore, Sir Charles Remmington-Rudd, quello gli ha risposto che non poteva darglielo. Proprio quel giorno avevano ricevuto la notizia che doveva arrivare alla base per restare un paio di giorni una testa d'uovo americana. Lo yankee è un esperto in materia di propellenti per razzi, e quindi Otto non poteva assentarsi.» «Credo di capire» disse Barney. «Otto non ha insistito per paura che Sir Charles s'insospettisse e lo facesse seguire. Se li avesse insospettiti sino a quel punto, avrebbe corso il rischio di farsi prendere, nel momento, magari, in cui gli consegnava le formule o i documenti richiesti da Lothar.» «Precisamente. Ed è proprio quello che ha risposto a Lothar. Non sappiamo se Lothar lo ha creduto oppure no, ma ha detto chiaro e tondo che non è disposto ad attendere per molto ancora, e siccome pareva che la montagna non volesse saperne di andare da lui, sarebbe andato lui stesso dalla montagna e ha chiesto a Otto di scegliere un luogo appartato, poco distante dalla base, che potesse trovare senza difficoltà, e che andasse ad aspettarlo lì, con le formule in tasca, domenica pomeriggio. Come punto d'incontro, Otto gli ha indicato un posto chiamato Lone Tree Hill e gli ha spiegato dove si trova. Lothar gli ha detto che ci andrà fra le quattordici e le sedici e che Otto deve presentarsi con addosso un vecchio impermeabile e berretto per rendersi riconoscibile da lontano, poi ha aggiunto che se non ci andrà, o se lo tradirà prima dell'incontro o dopo, morirà entro nove giorni. E questo è tutto.» Barney annuì. «Capisco la sua preoccupazione, signore. Non è facile disporre un cordone di poliziotti attorno a una collina brulla, per piccola che sia, e fare in modo che non si vedano.» «Infatti. Ma potrei decidere d'intervenire prima che si incontrino. Comunque, non servirebbe a niente fare progetti prima che noi si parli con Forsby.» «Ha detto noi, signore?»

avesse deciso un'altra volta di puntare i piedi, e invece si ingannava. La<br />

spiegazione è saltata fuori dalla registrazione di questa notte».<br />

C.B. vuotò la pipa e proseguì il racconto. «Sembra che Lothar si sia fatto<br />

sentire sulla loro onda psichica verso le quattro di questa mattina. Voleva<br />

controllare per accertarsi che Otto non lo facesse aspettare per niente.<br />

Quando ha scoperto che Otto non s'era mosso, ha minacciato di maledirlo<br />

con un anatema che l'avrebbe ucciso. Otto ha protestato dicendo che lui<br />

voleva andare all'appuntamento, ma che ne era stato impedito all'ultimo<br />

momento, che quando era andato a chiedere un giorno di permesso al suo<br />

diretto superiore, Sir Charles Remmington-Rudd, quello gli ha risposto che<br />

non poteva darglielo. Proprio quel giorno avevano ricevuto la notizia che<br />

doveva arrivare alla base per restare un paio di giorni una testa d'uovo americana.<br />

Lo yankee è un esperto in materia di propellenti per razzi, e<br />

quindi Otto non poteva assentarsi.»<br />

«Credo di capire» disse Barney. «Otto non ha insistito per paura che Sir<br />

Charles s'insospettisse e lo facesse seguire. Se li avesse insospettiti sino a<br />

quel punto, avrebbe corso il rischio di farsi prendere, nel momento, magari,<br />

in cui gli consegnava le formule o i documenti richiesti da Lothar.»<br />

«Precisamente. Ed è proprio quello che ha risposto a Lothar. Non sappiamo<br />

se Lothar lo ha creduto oppure no, ma ha detto chiaro e tondo che<br />

non è disposto ad attendere per molto ancora, e siccome pareva che la<br />

montagna non volesse saperne di andare da lui, sarebbe andato lui stesso<br />

dalla montagna e ha chiesto a Otto di scegliere un luogo appartato, poco<br />

distante dalla base, che potesse trovare senza difficoltà, e che andasse ad<br />

aspettarlo lì, con le formule in tasca, domenica pomeriggio. Come punto<br />

d'incontro, Otto gli ha indicato un posto chiamato Lone Tree Hill e gli ha<br />

spiegato dove si trova. Lothar gli ha detto che ci andrà fra le quattordici e<br />

le sedici e che Otto deve presentarsi con addosso un vecchio impermeabile<br />

e berretto per rendersi riconoscibile da lontano, poi ha aggiunto che se non<br />

ci andrà, o se lo tradirà prima dell'incontro o dopo, morirà entro nove giorni.<br />

E questo è tutto.»<br />

Barney annuì. «Capisco la sua preoccupazione, signore. Non è facile disporre<br />

un cordone di poliziotti attorno a una collina brulla, per piccola che<br />

sia, e fare in modo che non si vedano.»<br />

«Infatti. Ma potrei decidere d'intervenire prima che si incontrino. Comunque,<br />

non servirebbe a niente fare progetti prima che noi si parli con<br />

Forsby.»<br />

«Ha detto noi, signore?»

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