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30.01.2013 Views

dare. Secondo la morale corrente, si direbbe che nessuno si scandalizza per quel che accade prima di mezzanotte. Ma se qualcuno ti vedesse uscire da casa mia dopo quell'ora, penserebbe chissà cosa». Barney si alzò di malavoglia. «Non mi è mai pesato tanto dare la buonanotte a qualcuno, ma capisco che devo rassegnarmi, se è in gioco la tua reputazione.» «Quando ti rivedrò?» Barney rifletté per qualche istante, maledicendo in cuor suo d'essere impegnato mercoledì, giovedì e venerdì per riunioni sindacali alle quali non poteva mancare. «Temo che non sarà possibile prima di sabato. Potremmo tornare al Berkeley, se credi. Comunque, ti verrò a prendere, e sarò in abito da sera, alle sette e mezzo.» «Ma non potremmo rivederci prima di sabato?» «Mi dispiace, cara, ma per le prossime tre sere sono impegnato e non posso liberarmi dagli impegni che ho preso. Cosa ne diresti di pranzare assieme? Sei libera domani?» «No. Devo partecipare a una sfilata in un grande magazzino di Croydon. E ho un'altra sfilata per venerdì, nel West End, che m'impedisce di venire a pranzo con te. Ma giovedì sono libera, se credi...» Barney scosse la testa. «Scalogna nera. Giovedì devo andare a Birmingham per parlare col proprietario di un'agenzia di viaggi che pensa di poter indirizzare comitive di turisti nel Kenia.» Mary fremette. Che Barney tornasse a sfoderare la scusa del Kenia e dell'agenzia di viaggi, secondo lei soltanto una menzogna, le faceva lo stesso effetto che se l'avesse schiaffeggiata. Barney mentiva, e lei incominciò a chiedersi come avrebbe trascorso le sere che mancavano a sabato. Ignaro che la scusa addotta per non parlare della serata a Dagenham, concordata con due compagni, l'avesse irritata e delusa a tal punto, Barney si accingeva ad accomiatarsi. Che il suo bacio della buonanotte fosse appena accennato lo ascrisse allo stato emotivo in cui doveva trovarsi. Con l'esortazione ad attenderlo fiduciosa, a farsi bella per il prossimo sabato, la lasciò e scese le scale in punta di piedi per non disturbare gli altri inquilini. Nelle tre sere che seguirono, Barney fece il suo dovere di attivista e partecipò a tutte le riunioni sindacali e di partito, si comportò come un lavoratore disoccupato e malcontento, pronto ad afferrare ogni pretesto pur di combinare guai. Uno dei rari assegni che ricevette in compenso di quell'atteggiamento bellicoso glielo diedero in una bettola dove era andato a bere

un goccio assieme ad alcuni compagni, poco prima della chiusura del locale, la sera del venerdì. Pensando che il caso fosse rilevante, Barney passò in ufficio il sabato mattina. Dopo una breve attesa, Verney lo fece entrare e, fattolo sedere e offertagli una sigaretta, domandò: «Bene, giovanotto! Non capita spesso che lei venga qui il sabato. Cosa bolle in pentola?». «Signore, temo che ci saranno brogli nelle elezioni sindacali.» Verney lo fissò senza fiatare. «Ha raccolto prove di quel che dice?» «No. È solo una soffiata che ho ricevuto ieri sera, dopo una riunione a Hammersmith. Uno dei miei compagni rossi ne aveva bevuto uno di troppo ed era in vena di confidenze. Mi ha detto che se volevo guadagnare qualcosa senza troppa fatica, bastava che scommettessi che Tom Ruddy non ce l'avrebbe fatta a diventare segretario generale. Io ho fatto finta di non crederci, e quello a giurare che non si sarebbe permesso mai d'ingannare un compagno, e che la trombatura di Ruddy era una certezza. Solo che dovevo tenere la bocca chiusa, che non dovevo diffondere la notizia per evitare che anche gli altri scommettessero rovinandoci la possibilità di farci un bel gruzzoletto.» «È una brutta notizia, ma è anche interessante, e conferma un rapporto che ho ricevuto ieri. Jimmy Sawyer, che si occupa della stessa indagine a Manchester, mi ha telefonato per dirmi che anche lassù c'è qualcosa che bolle in pentola. Anche là ci sono alcuni comunisti che offrono tre a due scommettendo che Ruddy non verrà eletto.» «Forse è solo un trucco propagandistico. Può darsi che siano convinti che valga la pena sacrificare una certa somma pur di influire sugli incerti mostrando fiducia nel successo del loro candidato.» «Forse. Ma possiamo soltanto sperare che non ci sia dell'altro dietro questa fiducia così ostentata.» «Se la popolarità di Ruddy non è tutta campata in aria, dovranno farne di brogli elettorali per impedirgli di vincere.» «Giovanotto» disse C.B., prendendosi il mento fra le mani «ci sono anche altre strade per toglierselo dai piedi.» «Infatti. L'ho pensato anch'io. Potrebbero inscenare un incidente nel momento più opportuno.» «È proprio quel che temo, e per impedirlo chiederò a quelli dei Servizi Speciali di dargli una scorta. Purtroppo, Ruddy è un duro, un caratteraccio

un goccio assieme ad alcuni compagni, poco prima della chiusura del locale,<br />

la sera del venerdì.<br />

Pensando che il caso fosse rilevante, Barney passò in ufficio il sabato<br />

mattina.<br />

Dopo una breve attesa, Verney lo fece entrare e, fattolo sedere e offertagli<br />

una sigaretta, domandò: «Bene, giovanotto! Non capita spesso che lei<br />

venga qui il sabato. Cosa bolle in pentola?».<br />

«Signore, temo che ci saranno brogli nelle elezioni sindacali.»<br />

Verney lo fissò senza fiatare.<br />

«Ha raccolto prove di quel che dice?»<br />

«No. È solo una soffiata che ho ricevuto ieri sera, dopo una riunione a<br />

Hammersmith. Uno dei miei compagni rossi ne aveva bevuto uno di troppo<br />

ed era in vena di confidenze. Mi ha detto che se volevo guadagnare<br />

qualcosa senza troppa fatica, bastava che scommettessi che Tom Ruddy<br />

non ce l'avrebbe fatta a diventare segretario generale. Io ho fatto finta di<br />

non crederci, e quello a giurare che non si sarebbe permesso mai d'ingannare<br />

un compagno, e che la trombatura di Ruddy era una certezza. Solo<br />

che dovevo tenere la bocca chiusa, che non dovevo diffondere la notizia<br />

per evitare che anche gli altri scommettessero rovinandoci la possibilità di<br />

farci un bel gruzzoletto.»<br />

«È una brutta notizia, ma è anche interessante, e conferma un rapporto<br />

che ho ricevuto ieri. Jimmy Sawyer, che si occupa della stessa indagine a<br />

Manchester, mi ha telefonato per dirmi che anche lassù c'è qualcosa che<br />

bolle in pentola. Anche là ci sono alcuni comunisti che offrono tre a due<br />

scommettendo che Ruddy non verrà eletto.»<br />

«Forse è solo un trucco propagandistico. Può darsi che siano convinti<br />

che valga la pena sacrificare una certa somma pur di influire sugli incerti<br />

mostrando fiducia nel successo del loro candidato.»<br />

«Forse. Ma possiamo soltanto sperare che non ci sia dell'altro dietro<br />

questa fiducia così ostentata.»<br />

«Se la popolarità di Ruddy non è tutta campata in aria, dovranno farne di<br />

brogli elettorali per impedirgli di vincere.»<br />

«Giovanotto» disse C.B., prendendosi il mento fra le mani «ci sono anche<br />

altre strade per toglierselo dai piedi.»<br />

«Infatti. L'ho pensato anch'io. Potrebbero inscenare un incidente nel<br />

momento più opportuno.»<br />

«È proprio quel che temo, e per impedirlo chiederò a quelli dei Servizi<br />

Speciali di dargli una scorta. Purtroppo, Ruddy è un duro, un caratteraccio

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