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club satanista - Thule-italia.net

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uona razione di crema. Mentre si dava da fare, pensava a Barney e non<br />

poteva negare che era stato gentile sorvolando sul fatto che nel circolo di<br />

Ratnadatta non praticavano lo yoga e anche in seguito, quando aveva preferito<br />

non dilungarsi troppo sul fatto che l'indiano l'aveva praticamente respinto.<br />

Mary era contenta che Ratnadatta avesse rifiutato di presentare Barney<br />

al tempio, che altrimenti avrebbe scoperto cosa facevano i satanisti, avrebbe<br />

scoperto che lei aveva mentito. Due settimane prima, decisa a mostrargli<br />

che era una donna emancipata e senza fisime, aveva incominciato a raccontargli<br />

le esperienze appena fatte e solo l'incidente banale del bicchiere<br />

di vino rovesciato l'aveva indotta a ritrattare tutto, a insistere che aveva<br />

scherzato. Adesso era contenta di quella decisione, nata da una paura<br />

sciocca. Ne era lieta perché nel frattempo il suo atteggiamento verso di lui<br />

era cambiato in maniera che nemmeno lei avrebbe saputo spiegare. Se<br />

Barney avesse scoperto che Ratnadatta l'aveva indotta a sottoporsi a quella<br />

cerimonia, se ne sarebbe vergognata. Si sarebbe vergognata anche perché<br />

Barney avrebbe scoperto che era venuta meno alla promessa di non rivederlo,<br />

ma se gliel'avesse chiesto, non se la sarebbe sentita di promettere<br />

che non sarebbe più tornata al tempio con l'indiano.<br />

Quei pensieri poco lieti dileguarono ben presto, cancellati dalla parlantina<br />

spensierata di Barney che elogiava la bontà della cena e divideva con lei<br />

un'altra bottiglia di ottimo Hack. Finito di cenare, sedettero uno accanto all'altro<br />

sul divano, e Mary pensava che, avendolo baciato lei, spontaneamente,<br />

la domenica sera prima di lasciarlo, lui ora non si sarebbe lasciato<br />

trattenere da scrupoli cavaliereschi e avrebbe preso l'iniziativa tentando di<br />

farla sua.<br />

Mary se l'aspettava e, in un certo senso, lo desiderava. Dimenticato il<br />

motivo iniziale che l'aveva indotta a ricercare la sua amicizia, era pronta,<br />

ma spinta da un impulso tipicamente femminile di rinviare quel momento,<br />

fosse pure di poco, accese una sigaretta e domandò: «Di cosa trattava la<br />

conferenza, questa sera?».<br />

«Parlavano del Vedanta e di come la teosofia si riallacci alle antiche, sacre<br />

scritture dell'Induismo. Devo dire che la spiegazione non m'ha certo<br />

invogliato a intraprendere lo studio della mitologia indiana per passatempo,<br />

ma, se non altro, mi è parsa più sensata delle chiacchiere dell'ultima<br />

volta sul Vecchio Koot Hoomi e sul Maestro Conte. La seconda parte dello<br />

spettacolo è stata più che altro un fallimento. Hanno collocato una grande<br />

tavola al centro della sala, alla quale si sono sedute sei persone e un me-

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