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andato, la polizia avrebbe fatto irruzione nel tempio quella stessa sera, altrimenti avrebbe atteso il prossimo sabato prima d'agire. Poi C.B. aveva detto che sarebbe stato assente da Londra per due giorni. Conseguentemente, non avrebbe potuto informarlo sino a domenica su quel che sarebbe accaduto in quei due giorni, e gli aveva dato appuntamento per la sera: si sarebbero incontrati soltanto allora e avrebbero bevuto qualcosa insieme. Barney trovò il suo colonnello in un salottino appartato sul retro dell'hotel. Sedutosi e con un bicchiere davanti, domandò cosa fosse accaduto a Cremorne la sera prima, convinto di ricevere buone notizie. «Non abbiamo avuto fortuna, socio» replicò prontamente il colonnello. «Se devo dire la verità, non mi aspettavo gran che da quell'operazione. Lothar aveva lasciato suo fratello libero di scegliere fra due sabati, ed è sin troppo naturale che un uomo nel suo stato d'animo rimandi più che può certi appuntamenti. È scritto nei decreti del destino che o non va all'appuntamento, o se ci va è soltanto con l'intenzione di uccidere Lothar. Comunque, è altrettanto certo che se non dovesse andare all'appuntamento, Lothar non si fermerebbe lì. Può scommetterci, se crede, che pur di non tornare in Russia a mani vuote, tenterà qualche altra mossa e più dovrà disperarsi, più probabilità avremo noi di pigliarlo con le mani nel sacco.» «Lo hanno visto entrare in quella casa?» domandò Barney. Verney scosse la testa. «Dalle nove del mattino nessuno che potesse somigliargli è entrato in quel vicolo. E siccome è gemello di Otto, sono stato in grado di descriverlo bene a quelli dei Servizi Speciali sulla base di quello che avevo saputo da Forsby. Del resto, non è escluso che sia arrivato venerdì e che abbia trascorso la notte in quella casa; o che le sue facoltà psichiche gli abbiano rivelato in anticipo che Otto non sarebbe andato all'appuntamento ed era inutile che ci andasse lui.» «E mentre sorvegliavano la casa, la polizia non ha scoperto niente di nuovo?» «Niente. Prescindendo dalla consegna di generi alimentari, la casa è sembrata deserta per tutta la giornata. Fra le nove e le dieci di sera sono arrivate cinque auto con sette persone, altre ventun persone sono arrivate a piedi. Le prime sono uscite che erano circa le quattro del mattino e verso le sei sono uscite le ultime. Nessuna di esse pareva ubriaca, nessuna offriva il benché minimo pretesto per poterla arrestare. Comunque, avevo ordinato che i nostri uomini non si mostrassero nemmeno, a meno che non si fossero fatti vivi i due fratelli. Non volevo mettere inutilmente in allarme quel
nido di vipere.» Dopo aver riflettuto brevemente, Barney disse: «Signore, a me sembra che Otto sia furibondo e che voglia proprio puntare i piedi. Se le cose stanno davvero così, perché non cerchiamo di scatenarlo e ce ne serviamo come di uno specchietto per le allodole? Considerando l'odio che nutre per suo fratello, potrebbe accettare». C.B. sorrise appena: «Mi fa piacere che ci abbia pensato, giovanotto. Anch'io l'ho pensato, ma poi ho scartato l'idea. In condizioni normali varrebbe la pena di fare almeno un tentativo, ma nel nostro caso ci porterebbe a correre un rischio troppo grosso. Può darsi benissimo che Otto accetti di assecondarci, ma Lothar lo sorveglia e c'è il rischio che scopra quanto stiamo per fare. Se scoprisse che gli stiamo alle calcagna potrebbe eclissarsi, e allora chi s'è visto s'è visto. E noi non vogliamo che se la squagli! Perciò penso proprio che continueremo a star quieti per un'altra settimana, a meno che Forsby non salti fuori con qualcosa di nuovo». Per evitare che Mary, o Margot per darle il nome col quale la conosceva, smettesse d'incontrare Ratnadatta, Barney avrebbe dato nemmeno lui sapeva cosa pur di veder chiudere al più presto il circolo dei satanisti di Cremorne, ma capiva che facendovi irruzione in un giorno qualunque si correva il rischio di rimanere con un pugno di mosche in mano e si sarebbe sprecata per sempre l'opportunità di fare il colpo grosso. Continuarono ancora a discutere di altri particolari, poi Barney, scolato il bicchiere, si scusò e, lasciato il colonnello, tornò a casa per cambiarsi d'abito e indossarne uno più adatto alla festa organizzata dai compagni, alla quale non poteva mancare. Quel martedì sera, Mary preparò una cenetta come quella sfumata tristemente quindici giorni prima, poi si dispose ad attendere pazientemente per quella che le parve una delle serate più lunghe della sua vita, che Barney si facesse vivo. Alla fine giunse, allegro e sorridente come al solito. Avevano finito appena di salutarsi che lei, incapace di frenare l'ansia, domandò: «Ratnadatta le ha parlato di me? Era in collera?». Barney la scrutò con un'occhiata penetrante. «Lei ha paura di quell'uomo, vero? Questo mi conferma ancora di più nella convinzione d'aver fatto bene, convincendola a non incontrarlo questa sera. No, non ha nemmeno accennato a lei, benché sia riuscito ad accaparrarmelo per cinque minuti.» «È riuscito a combinare qualcosa di buono, con lui?» domandò Mary,
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nido di vipere.»<br />
Dopo aver riflettuto brevemente, Barney disse: «Signore, a me sembra<br />
che Otto sia furibondo e che voglia proprio puntare i piedi. Se le cose<br />
stanno davvero così, perché non cerchiamo di scatenarlo e ce ne serviamo<br />
come di uno specchietto per le allodole? Considerando l'odio che nutre per<br />
suo fratello, potrebbe accettare».<br />
C.B. sorrise appena: «Mi fa piacere che ci abbia pensato, giovanotto.<br />
Anch'io l'ho pensato, ma poi ho scartato l'idea. In condizioni normali varrebbe<br />
la pena di fare almeno un tentativo, ma nel nostro caso ci porterebbe<br />
a correre un rischio troppo grosso. Può darsi benissimo che Otto accetti di<br />
assecondarci, ma Lothar lo sorveglia e c'è il rischio che scopra quanto<br />
stiamo per fare. Se scoprisse che gli stiamo alle calcagna potrebbe eclissarsi,<br />
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Perciò penso proprio che continueremo a star quieti per un'altra settimana,<br />
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Cremorne, ma capiva che facendovi irruzione in un giorno qualunque si<br />
correva il rischio di rimanere con un pugno di mosche in mano e si sarebbe<br />
sprecata per sempre l'opportunità di fare il colpo grosso.<br />
Continuarono ancora a discutere di altri particolari, poi Barney, scolato<br />
il bicchiere, si scusò e, lasciato il colonnello, tornò a casa per cambiarsi<br />
d'abito e indossarne uno più adatto alla festa organizzata dai compagni, alla<br />
quale non poteva mancare.<br />
Quel martedì sera, Mary preparò una ce<strong>net</strong>ta come quella sfumata tristemente<br />
quindici giorni prima, poi si dispose ad attendere pazientemente<br />
per quella che le parve una delle serate più lunghe della sua vita, che Barney<br />
si facesse vivo.<br />
Alla fine giunse, allegro e sorridente come al solito. Avevano finito appena<br />
di salutarsi che lei, incapace di frenare l'ansia, domandò: «Ratnadatta<br />
le ha parlato di me? Era in collera?».<br />
Barney la scrutò con un'occhiata pe<strong>net</strong>rante. «Lei ha paura di quell'uomo,<br />
vero? Questo mi conferma ancora di più nella convinzione d'aver fatto<br />
bene, convincendola a non incontrarlo questa sera. No, non ha nemmeno<br />
accennato a lei, benché sia riuscito ad accaparrarmelo per cinque minuti.»<br />
«È riuscito a combinare qualcosa di buono, con lui?» domandò Mary,