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piva che dovevano averlo lavato dopo avergli squarciato la gola. Ma la seconda autopsia aveva rivelato che se non c'erano tracce di sangue sul corpo, ce n'erano, anche se minime, sotto le palpebre e fra i capelli. L'ispettore Thompson sapeva che, durante la guerra, il colonnello aveva dedicato la maggior parte del suo impegno a studiare le attività dei nazisti e che, dopo la fine della guerra, aveva speso la maggior parte del suo tempo a studiare l'attività dei comunisti. Ma ciò che l'ispettore ignorava era il fatto che mentre era impegnato a tenere costantemente d'occhio l'attività dei cosiddetti gruppi antisociali, Verney aveva tenuto d'occhio anche le attività di un certo numero di società segrete che praticavano la magia nera e in materia aveva accumulato un'esperienza considerevole. Con un sospiro profondo Verney ripose la fotografia. Erano stati i lividi alle caviglie a fargli sospettare, sin dall'inizio, che Morden fosse stato sospeso per i piedi a un robusto piolo. Adesso le particelle di sangue trovate sotto le palpebre e fra i capelli confermavano il sospetto. Verney non credeva affatto che l'omicidio fosse opera di sicari che agivano nell'ambiente sindacale. Ormai era convinto che Morden fosse stato vittima di un sacrificio rituale e che fosse stato crocifisso a testa in giù. 2 Una vedova in cerca di vendetta Il colonnello Verney viveva per buona parte dell'anno come un vedovo o come uno scapolo, e non perché non fosse affezionato a sua moglie. Solo che tanto lui che lei avevano superato la quarantina, quando si erano sposati, e lei aveva recalcitrato all'idea di lasciare la bella villetta nei pressi di Saint Raphael, sulla Costa Azzurra, che era diventata la sua casa negli ultimi sette anni. Durante quei sette anni, con lo pseudonimo di Molly Fountain, si era fatta una certa fama come scrittrice di romanzi d'avventure. Il suo lavoro le aveva assicurato una rendita confortevole che, aggiunta ai guadagni del marito (visto che in Inghilterra vige la comunione dei redditi per il pagamento delle tasse) li avrebbe costretti a versare all'erario una bella fetta dei loro guadagni fra tasse e sopratasse. Mantenendo il domicilio in paesi diversi se la cavavano meglio e risparmiavano alcuni milioni all'anno, più che sufficienti per pagarsi i viaggi dalla Francia in Inghilterra e viceversa. E la residenza sulla Costa Azzurra permetteva a Molly di continuare a scrivere, perché pareva che la riviera solatia favorisse il suo estro assai più
di quel che avrebbe potuto fare l'atmosfera tetra e malinconica di Londra. La legge le permetteva di trascorrere tre mesi all'anno in Inghilterra senza diventare un soggetto tassabile, e Verney trascorreva le sue ferie in Francia assieme a lei. Se si considera che il colonnello era costretto a recarsi spesso all'estero per mantenere contatti, per consultarsi coi capi di altre organizzazioni simili alla sua, e che Molly poteva raggiungerlo dovunque andava, a Ginevra, a Nizza, a Parigi oppure a Roma o dovunque fosse pur di stare in sua compagnia, bisogna dire che ben raramente trascorreva un mese senza che s'incontrassero, senza che stessero assieme almeno per poche notti e magari per una quindicina di giorni addirittura e qualche volta anche di più. Per due persone di mezza età, dedite soprattutto al loro lavoro, quella sistemazione si era rivelata più che soddisfacente. Anche il colonnello era stato particolarmente fortunato, perché quella situazione non l'aveva costretto ad abbandonare l'appartamento da scapolo, nel quale stava benissimo. Nello stesso giorno in cui lui sposava Molly, il figlio di quest'ultima sposava Ellen Beddows, che aveva poco prima ereditato una discreta fortuna da suo padre. John, il figlio di Molly, se la cavava bene come socio più giovane in una ditta di decoratori d'interni, ma era stato il denaro di Ellen che aveva consentito alla coppia d'iniziare la vita matrimoniale con uno stile superiore a quello che avrebbero consentito i guadagni del giovanotto. I due giovani sposi avevano acquistato una di quelle nuove case deliziose che costruivano a Dovehouse Street, nel quartiere di Chelsea. Dietro la casa, in fondo a un bel giardino, c'era un'altra costruzione che, nel complesso, era un altro appartamentino completo formato da un ampio studio signorile, da una stanza da letto, con bagno e cucinino. Siccome la casa era più che sufficiente per la giovane coppia, siccome tutti e due volevano un gran bene a C.B., avevano insistito perché andasse a stare con loro e l'avevano sistemato nella casetta. Quella sistemazione si era rivelata più che felice, e Verney aveva potuto godersi la libertà d'una casa propria senza dover essere di peso ai due giovani. Inoltre, mentre manteneva la vecchia abitudine di cenare due o tre sere la settimana nel suo club, i suoi figliastri erano liberi d'invitare chi volevano senza avere lui fra i piedi. Quando gli invitati erano numerosi, lui sloggiava ed era ben lieto di mettere la casetta a loro disposizione. Verney aveva parlato con Barney Sullivan il lunedì sette marzo. Era domenica e il colonnello si era appena accomodato meglio che poteva nel
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di quel che avrebbe potuto fare l'atmosfera tetra e malinconica di Londra.<br />
La legge le permetteva di trascorrere tre mesi all'anno in Inghilterra senza<br />
diventare un soggetto tassabile, e Verney trascorreva le sue ferie in<br />
Francia assieme a lei. Se si considera che il colonnello era costretto a recarsi<br />
spesso all'estero per mantenere contatti, per consultarsi coi capi di altre<br />
organizzazioni simili alla sua, e che Molly poteva raggiungerlo dovunque<br />
andava, a Ginevra, a Nizza, a Parigi oppure a Roma o dovunque fosse<br />
pur di stare in sua compagnia, bisogna dire che ben raramente trascorreva<br />
un mese senza che s'incontrassero, senza che stessero assieme almeno per<br />
poche notti e magari per una quindicina di giorni addirittura e qualche volta<br />
anche di più. Per due persone di mezza età, dedite soprattutto al loro lavoro,<br />
quella sistemazione si era rivelata più che soddisfacente.<br />
Anche il colonnello era stato particolarmente fortunato, perché quella situazione<br />
non l'aveva costretto ad abbandonare l'appartamento da scapolo,<br />
nel quale stava benissimo. Nello stesso giorno in cui lui sposava Molly, il<br />
figlio di quest'ultima sposava Ellen Beddows, che aveva poco prima ereditato<br />
una discreta fortuna da suo padre. John, il figlio di Molly, se la cavava<br />
bene come socio più giovane in una ditta di decoratori d'interni, ma era stato<br />
il denaro di Ellen che aveva consentito alla coppia d'iniziare la vita matrimoniale<br />
con uno stile superiore a quello che avrebbero consentito i guadagni<br />
del giovanotto.<br />
I due giovani sposi avevano acquistato una di quelle nuove case deliziose<br />
che costruivano a Dovehouse Street, nel quartiere di Chelsea. Dietro la<br />
casa, in fondo a un bel giardino, c'era un'altra costruzione che, nel complesso,<br />
era un altro appartamentino completo formato da un ampio studio<br />
signorile, da una stanza da letto, con bagno e cucinino. Siccome la casa era<br />
più che sufficiente per la giovane coppia, siccome tutti e due volevano un<br />
gran bene a C.B., avevano insistito perché andasse a stare con loro e l'avevano<br />
sistemato nella casetta.<br />
Quella sistemazione si era rivelata più che felice, e Verney aveva potuto<br />
godersi la libertà d'una casa propria senza dover essere di peso ai due giovani.<br />
Inoltre, mentre manteneva la vecchia abitudine di cenare due o tre sere<br />
la settimana nel suo <strong>club</strong>, i suoi figliastri erano liberi d'invitare chi volevano<br />
senza avere lui fra i piedi. Quando gli invitati erano numerosi, lui<br />
sloggiava ed era ben lieto di mettere la casetta a loro disposizione.<br />
Verney aveva parlato con Barney Sullivan il lunedì sette marzo. Era<br />
domenica e il colonnello si era appena accomodato meglio che poteva nel